Capitolo 5

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Joe non mi diede spiegazioni, riuscì solo a dire che non era vero, che non era andato a letto con Taylor, che mi amava e che non avrebbe permesso a questo litigio di dividerci.
Mi mancava, mi mancava il suo profumo di pino, i suoi calorosi abbracci, il suo sorriso e i suoi occhi color ghiaccio.
Presi il telefono, lo chiamai, avevo avuto il coraggio di farlo solo perché pensavo che fosse agli allenamenti e che non mi avrebbe risposto.
"Amelia?" rispose
La sua voce calda, sorpresa. Mi era mancata. Lo immaginavo in tenuta sportiva, il telefono in una mano e l'altra ad aggiustare quel ciuffo sempre troppo lungo.
"amelia ci sei?" insistette
Non sapevo che dire, non avevo nulla da dire, se non che mi mancava.
"mi manchi" commentai. Rimase in silenzio per qualche istante, sentii in sottofondo l'urlo del suo coach "Wilson! in campo! subito!" urlò.
"mi manchi anche tu Amelia" bisbigliò. Avevo bisogno di sentirlo, di sapere che dopotutto mi pensava anche lui. Ci fu silenzio per qualche altro istante e poi attaccai.
Scoppiai a piangere, fino a quel momento avevo tenuto duro, convincendomi del fatto che, dopotutto, non poteva fare di nuovo così male, invece lo faceva, faceva malissimo. Sentii un vuoto nello stomaco, il cuore frantumarsi, l'aria non riempire i polmoni e le sue mani ancora addosso. Mi rigiravo nel letto in preda alla rabbia, immaginavo le sue mani su di lei, non riuscivo a sopportarlo.

6 mesi prima

mi alzai e raggiunsi il bordo del campo. Le dita dei piedi erano congelate, avevo il timore che si sarebbero staccate da un momento all'altro. Con velocità Joe mi raggiunse, amavo vederlo sui pattini.
"sei bellissima" disse
Era solito a farmi complimenti, anche in pubblico, cosa a cui non ero mai stata abituata. Mi mise una mano sulla guancia e mi baciò, sporgendosi dalla barricata del campo. Nonostante il sudore, il suo profumo di pino persisteva.

Lo aspettai fuori dallo spogliatoio, quando uscì rimasi a guardarlo fino a quando non mi raggiunse, lo ammiravo incantata. Mangiammo una pizza da Dino's e poi andammo nel suo dormitorio.
Ci appoggiamo sul letto, era sfinito. Ci guardammo, gli dissi che era stato straordinario in partita. Mi accarezzò mentre parlavo e poi disse "Ti amo" fu la prima volta. Mi guardò dritto negli occhi, brillavano. Credo di essere arrossita in quel momento. "ti amo anch'io" risposi.
Mi baciò, mi teneva la mano tra i capelli. Gli sfilai la maglietta, accarezzai il suo corpo definito, lo ammirai, per poi ricominciarlo a baciare. Era sopra di me, i capelli biondi gli scivolavano sul volto. Mi sfilò la maglia, mi sgancio il reggiseno e fece passare la sua mano tra i miei seni. Facemmo l'amore per la prima volta.
Rimanemmo sul suo letto a lungo, mi addormentai tra le sue braccia, lo amavo, lo amavo davvero.

Presente

Mi svegliai di soprassalto quando sentí un tonfo provenire dal giardino, corsi di sotto e arrivata sul portico, vidi Oliver in piedi davanti ad un albero secco caduto. Aveva dei robusti occhiali di plastica, di quelli che vengono usati durante quei tipi di lavori, la motosega nella mani coperte da dei vivaci guanti gialli da lavoro. Mi salutò con la mano, ricambiai per poi rientrare in casa.
Mi feci una doccia, mangiai dei pancake e ritornai a scrivere il saggio. Lui era ancora lì fuori, il continuo e assordante rumore della motosega non mi faceva concentrare. Uscì aprendo scocciata la zanzariera d'ingresso. " hai fame?" urlai. Lui si voltò, spense la moto sega ed entrò in casa. La canottiera aderente metteva in risalto i muscoli, non erano definiti come quelli di Joe, ma si vedevano. Il sudore gli scendeva lungo le tempie e i bicipiti si contraevano nei piccoli movimenti.
"stasera ci sei a Monks Bay, per il campeggio?" mi chiese tra un boccone e l'altro
Ho sempre amato la serata sotto le stelle, i ragazzi tappezzavano ogni anno la città con le locandine. Adoravo la baia ma quest'anno non ero dell'umore adatto.
"quest'anno passo" dissi. Fece un piccolo sorrisetto
"neanche per sogno, è la tua festa preferita, sei stata in grado di saltarla anche l'anno scorso" disse mentre si alzava. Lo guardai andare verso la porta d'ingresso e prima di uscire disse "ti passo a prendere per le 20:00" non ebbi il tempo di ribattere che si chiuse la porta alle spalle. Lo guardai dalla finestra recuperare la motosega e rimettersi a lavoro.

"Chloe smettila!" la intimai. Lei continuava a ridere.
"non oso immaginare la faccia che farà Mia, PER NON PARLARE DI KATIE!!" strillò
Non so se ero pronta a rivedere Katie e se lo ero, l'idea di arrivare in auto con Oliver non mi entusiasmava.
"tu gli credi? ad Oliver?" mi chiese
"non lo so, ha senso quello che dice ma non lo so" dissi mentre guardavo la faccia di Chloe,sgranata, sullo schermo
"ti interessa ancora?" fu un bisbiglio, quasi come se avesse paura di azzardare con una domanda di questo tipo.
"no, non mi interessa più, però continua a farmi un certo effetto" le spiegai
"tu sei persa di quel ragazzo, è solo che una mazza da hockey ti sta comprendo gli occhi" disse lei divertita

Oliver arrivò in perfetto orario. Sul retro del pick up aveva una tenda e gli attrezzi da lavoro giornalieri. Entrai in auto, mi scrutò senza dire nulla e poi riguardò la strada. Partì "every breath you take" in radio, Oliver alzò il volume, mi rivolse uno sguardo. Sapeva che amavo quella canzone. Lo guardai, nell'auto si sentiva il suo profumo, il suo odore familiare portava con se i vecchi ricordi di lui, del ragazzo del montana, del mio primo amore.

Scesi dal pick up e ci incamminammo verso la riva del lago sulla quale erano state istallate una cinquantina di tende, c'erano ragazzi che fumavano, altri che bevevano e altri ancora che ballavano a ritmo di musica.
Chloe ci corse incontro "ragazziii!!!" urlò, aveva un bicchiere in mano e puzzava di alcol.
"siete bellissimi lo sapete ?" cercò di dire tra una risata e l'altra, era già ubriaca. Oliver si mise a ridere e le disse "si, io lo so" ci guardammo, poi arrivarono un gruppo di ragazzi che si lanciarono su di lui, trascinandolo verso la borsa frigo in cui avevano riposto tutti gli alcolici. Un ragazzo gli passò un bicchiere da cui lui iniziò a bere in fretta. Chloe mi tirò verso di loro, mi versò qualcosa nel bicchiere e me lo diede, iniziai a bere.
Oliver davanti a me mi fissava mentre sorseggiava il suo drink. Era bello, pensai.
Ben presto vidi Mia, era con la squadra di pallavolo, di tanto in tanto mi guardava, la sorpresi più volte a fissare Oliver.
"c'è Katie" disse Chloe indicandola. Le abbassai velocemente il braccio e le dissi di fare silenzio.
Era con un gruppo di amiche, la guardai fino a quando un amico di Oliver richiamò l'attenzione di tutti.

Ci sedemmo in cerchio, affianco a me avevo Chloe e dall'altro lato un ragazzo che non conoscevo. C'era anche Oliver, Mia e Katie con le loro amiche. Il gioco consisteva nello scegliere uno dei bicchieri contenenti un drink misterioso, rimuovere il nastro adesivo e rivelare ciò che c'era scritto. Potevi o accettare ciò che veniva detto sul bicchiere o bere in un sorso il drink.
Iniziò una ragazza, Nora, faceva parte della squadra di pallavolo di quando andavo a scuola. Scelse uno tra i bicchieri, rimosse il nastro e iniziò a leggere
"Dai un bacio a chiunque nel gruppo e condividi il tuo primo pensiero dopo il bacio" fece un piccolo sorriso imbarazzato, poi si alzò e andò verso Ben, era un ragazzo alto, robusto, faceva football. Si baciarono a lungo, Chloe fece un verso di disgusto.
Quando si staccò i due risero e lei disse "sapeva di cioccolata" . Chloe sbuffò e disse 'si può essere così stupidi?' risi.
Arrivò il turno di Katie, si tirò su, i capelli biondo cenere le scendevano fin sotto le spalle, aveva una maglietta rosa e un pantaloncino corto.Alzò un bicchiere. La guardai, attendevo con ansia ciò che sarebbe uscito. "Descrivi il tuo più grande imbarazzo romantico" disse. Una sua amica, totalmente ubriaca, rise e disse "racconta di quella volta che Oliver Murphy non ti scopò" tutti la guardammo, la maggior parte dei ragazzi era in shock. Chloe affianco a me rise. Guardai Oliver, aveva la testa bassa, rivolta verso il terreno, la alzò leggermente per guardarmi, i suoi occhi dicevano "te l'avevo detto" Katie si guardò intorno, non disse nulla, reagì anche abbastanza bene, tirò un lungo sorso al bicchiere, che lasciò cadere a terra per poi andare a rifugiarsi nella sua tenda.
Sentì gli amici di Oliver chiedergli se fosse vero, lui si limitò ad annuire. Poi si alzò, recuperò la tenda dal pick up e iniziò a montarla.

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