LAURA

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Se non abbiamo che una vita sola, davvero
Dammi solo emozioni diverse da zero.

Laura Pausini





Non avevo la minima intenzione di farmi comandare da lui. Volevo divertirmi e per una volta rilassarmi senza pensare sempre allo studio ed alle influenze di mia madre.

Il locale era gremito. La musica era alta. Proprio quello di cui avevo bisogno. Nelle casse rimbombava la voce di Bob Sinclar con la sua World, Hold On.

Avevo voglia di ballare un po' ma mi vergognavo troppo per farlo. Decisi quindi di rifugiarmi sopra qualche sgabello del bancone e di godermi la musica da li.

Da quella prospettiva avevo mille vite davanti, mille corpi pieni di storie e così mi persi ad immaginarle, dapprima mi soffermai sulle coppiette felici ed innamorate che ballavamo come se volessero fare l'amore lì, davanti a tutti per poi passare a quelle che invece erano annoiate e seppur vicine erano lontane anni luce l'uno dall'altra. In fine c'erano quelle coppie che si guardavano da lontano, che si cercavano tra la folla senza riuscire a raggiungersi davvero.

Nel mondo a parte in cui ero entrata avevo riconosciuto diversi ragazzi e ragazze del campus e come sempre erano impeccabili. Eleganti e affascinanti i maschi. Bellissime ma volgari le femmine.

<Ciao, sei da sola?> Disse un ragazzo rivolgendosi a me.

Era spuntato dal nulla, o forse non lo avevo semplicemente visto.

Tentennai per un momento ma poi decisi che qualche chiacchiera, giusto per non passare per un asociale non mi avrebbe fatto male.

<Ciao, no sono con una mia amica. Ma è uscita un attimo> Sorrisi.

Lui ricambiò il sorriso, sembrava davvero interessato ad avviare un discorso con me, mi guardava ed io guardavo lui accomodarsi nello sgabello vicino al mio.  Continuammo quindi a parlare del più e del meno. Gli avevo spiegato che ero in America da poco. Che arrivavo dall'Italia e che stavo frequentando un corso di studi.

<Io sono Jason, e sto studiando per diventare medico> Mi informò, confermando così la mia idea.

Mi presentai a mia volta, per poi lasciarlo continuare parlare. Senza rendermene conto mi ero trovata a scoprire una nuova vita, la sua. Lui era nativo del posto, e stava studiando per diventare medico ed il suo sogno era aprire uno studio privato.

<Ti sto annoiando?> Domandò poi.

Scossi la testa e sorrisi, non mi stavo affatto annoiando, solo che, dal momento in cui lui aveva iniziato a parlare la mia mente era volata là, dove non sarebbe dovuta volare.

Infatti, davanti a me non vedevo più Jason, quel ragazzo gentile dagli occhi neri ed i capelli biondi che mi sorrideva in continuazione, ma vedevo lui, il ragazzo dagli occhi blu e i capelli spettinati che non sorrideva mai e sembrava sempre avercela con il mondo intero.

<Posso offrirti qualcosa da bere?> Riacquistò la mia attenzione sfiorandomi appena una mano.

<Posso offrirti un calcio nel culo?> Rispose una voce seria che ovviamente non era la mia.

Certo che non era la mia, era la sua porca miseria! 

Sgranai gli occhi, ormai la sua voce l'avrei riconosciuta senza problemi, quel timbro, così severo e roco era in grado di risaltare su qualsiasi altro rumore.

Jason aggrottò la fronte. Il viso era diventato pallido.

Ero così in imbarazzo e arrabbiata nello stesso tempo che non sapevo se scusarmi all'infinito con Jason o se prendere a schiaffi Austin.

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