AUSTIN

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Mentre ti guardo tu, sei bella da confondere.

Irama



ANNI PRIMA

<So quello che fai Austin. Ed è proprio da quando lo so, che non c'è un giorno in cui io non mi senta in colpa. Non mi senta sconfitto dalle scelte che ho fatto, dall'averti condannato ad una vita così>

<Faccio schifo>

<Io non potrò più guardarvi le spalle, dovrai farlo tu, per tutti e due>

<Non lasciarmi solo>

<Non sarai mai solo, mi troverai in ogni suo sorriso. Tu hai più forza di chiunque altro, credimi>

<Io non sono forte.>

PRESENTE

Non dovevo andarci a quella dannata festa, dovevo limitarmi o soddisfare l'ennesima donnaccia pronta ad aprirsi con un solo schiocco di dita e poi andare a casa, fumare e resettare.

Invece, per colpa di quel maledetto ragazzo di nome Mike, avevo accettato di raggiungerlo.
Proprio mentre stavo uscendo dalla gabbia, mi aveva mandato una foto della ragazzina, era troppo svestita, troppo lucente, troppo sexy in quel vestitino nero dalle spalline argentate, era troppo e io avrei dovuto capirlo. Invece, da bravo masochista, dopo poco ero lì, a lottare contro me stesso e ovviamente a perdere. L'avevo provocata, avevo dato vita ad una quasi rissa, avevo bevuto, e la cosa grave, quella che non doveva succedere poiché una delle mie tante regole autoimposte, avevo perso il controllo con una ragazza, e se non fosse stato per il tempismo del cazzo del suo fidanzatino sarei andato anche molto oltre. Dovevo forse ringraziarlo?

Quella sera, Laura mi aveva portato oltre, mi aveva dato una scossa di adrenalina assurda. Ero ad un passo da invaderla con la mia eccitazione, da farla urlare intorno alla mia lunghezza.

<Cosa succede qui?>

Ah bene, ci sono proprio tutti.

<Niente, c'era caldo non vi trovavamo e siamo usciti un po'> Provò a giustificarsi Laura.

Ma ovviamente come si poteva credere ad una bugia del genere? I suoi occhi, quelli non mentivano mai.

<E vi nascondete qui?> Serio, e penso puro mezzo ubriaco Marco prese parola.

Quel tono da saputello mi aveva già fatto irrigidire i muscoli.

Mi accesi una sigaretta e alzai lo sguardo verso gli altri, anch'essi con un bel punto di domanda stampato in faccia.

Non risposi, mi limitai ad alzare le mani in segno di innocenza. Che non avevo, ma quello era un piccolo dettaglio.

<Vuoi sapere perché eravamo qui?> Scoccai prima un occhiolino a Laura, giusto per farla spaventare un po', poi mi avvicinai a lui.

<Ho fatto quello che avresti dovuto fare tu> Continuai allusivo.

Sentii subito gli occhioni blu di Laura sgranarsi all'improvviso. Credetemi, provocare Laura era molto eccitante, ma non così, e non in quel momento, infatti, la mia intenzione era quella di provocare lui. Non mi aveva fatto niente, ma mi stava sul cazzo e volevo provocarlo, e soprattutto non mi stava piacendo il modo in cui la stava guardando, doveva guardare me in quel modo, non lei.

<Laura? Cos'è successo?> Domandò lui visibilmente irritato.

Quanto avrei voluto sbattergli in faccia la verità, solo per il gusto di farlo smettere di parlare, e magari anche un bel pugno sui denti, ma c'era Laura, e improvvisamente la mia attenzione cadde di nuovo su di lei. Non saprei spiegarlo, non saprei dire perché sentivo quel bisogno di proteggerla ma lo feci.

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