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Mi svegliai presto quella mattina, con il cuore già appesantito da una malinconia anticipata. Il sole iniziava a tingere le tende della mia stanza, un'ultima alba nella casa che avevo sempre chiamato "casa". Ero pronta ad abbandonare il mio letto... e già sapevo quanto mi sarebbe mancato.

Il profumo del caffè fresco, preparato da mia madre, si era insinuato per tutta la casa, una consuetudine familiare destinata a diventare presto un tenero ricordo. Seduta a tavola, ogni sorso di caffè assumeva un significato più profondo, come se volessi imprimere quell'istante nella mia memoria per portarlo con me nei giorni a venire. Ancora assonnata, notai gli occhi lucidi dei miei genitori mentre mi osservavano, come se la loro bambina non esistesse più... e forse era così. Nessuno si aspettava che io decidessi di andare così lontano, io che fino a quel momento ero stata timida, insicura. Ora, invece, mi preparavo per la giornata che avrebbe segnato l'inizio del capitolo più audace della mia vita.

Dopo la colazione, la più silenziosa che ricordassi, corsi in camera a sistemare le ultime cose. Guardai la mia amata libreria, che per anni era stata il mio rifugio. Lasciarla era come separarmi da una parte di me stessa. Ogni libro sulla mensola custodiva un ricordo, una storia che avevo condiviso in momenti di gioia, di risate, di avventure che solo le pagine potevano offrire. Sentire l'odore inconfondibile della carta, sfogliare i titoli rovinati dal tempo e toccare ogni volume era come dire addio a vecchi amici.

La bacheca delle foto, invece, era una galleria vivente dei miei ricordi, delle esperienze che avevano colorato la mia vita. Ogni immagine era un frammento di tempo catturato: un sorriso, un viaggio, un momento indimenticabile. Lasciare quegli scatti dietro di me era come chiudere un capitolo pieno di emozioni e intime connessioni.

Allontanandomi dalla libreria e dalla bacheca, provai una malinconia profonda, un nodo di tristezza che si intrecciava con l'emozione dell'ignoto. La consapevolezza che la vita mi stava spingendo verso nuovi orizzonti non alleviava la nostalgia per ciò che stavo lasciando dietro di me. Mi preparai a iniziare la nuova fase della mia vita nel dormitorio del college, con la consapevolezza che lo spazio sarebbe stato limitato. Provai una sorta di lutto nel dover rinunciare a parte delle mie cose più care, ma sapevo che la separazione fisica non avrebbe cancellato l'impatto che quei libri e quelle foto avevano avuto su di me. Avrei portato le loro storie sempre nel cuore.

Il pensiero di condividere una stanza con un'altra persona non mi entusiasmava e aggiungeva una sfumatura di malinconia. La mia stanza a casa era sempre stata il mio santuario; ogni angolo aveva una sua storia, i libri ammucchiati erano amici silenziosi, e la bacheca ricolma di foto rifletteva una vita familiare e rassicurante. Tuttavia, la realtà finanziaria mi costringeva a fare questa scelta. Sapere di non poter permettermi un appartamento a New York mi spingeva a cercare lavoro, con la speranza di guadagnare abbastanza per garantirmi un po' di indipendenza.

"Tesoro, sei pronta?" La voce squillante di mia madre mi distolse dai pensieri.
"Sì, mamma", risposi. La vidi appoggiata alla porta e sentii una tristezza profonda pervadermi.

Mia madre, con i suoi capelli ramati come riflessi di fiamme, era il sole che risplendeva nei miei giorni nuvolosi. La sua dolcezza si rifletteva in una figura paffuta, accogliente come un abbraccio che ti avvolge e ti fa sentire al sicuro. I suoi occhi, splendenti come il miele, raccontavano storie di amore e saggezza. Ogni sguardo era una finestra aperta sull'anima di una donna straordinaria, capace di trasmettere calore e comprensione con un solo gesto.

Mia madre non era solo una presenza familiare; era una forza della natura, un faro costante nella mia vita. La sua gentilezza era come una melodia rassicurante, la sua determinazione una luce guida nei momenti difficili. Il nostro tatuaggio sul braccio, due fiori intrecciati come un abbraccio eterno, era un simbolo tangibile del legame unico tra me e lei.

"Scendiamo di sotto, ti aspettano tutti", disse, incamminandosi lungo il corridoio. Guardai un'ultima volta la mia stanza, consapevole che non l'avrei rivista presto, poi uscii e chiusi la porta. Con quel semplice gesto, sentii chiudersi non solo un capitolo, ma un intero mondo di ricordi. Era un gesto simbolico, che segnava l'inizio di una nuova fase della mia vita. Con il click della serratura, abbracciai il cambiamento, pronta ad aprire nuove porte e ad accogliere le storie che sarebbero arrivate.

All'aeroporto di Dubuque, una città vicina al mio paese, Galena, con i bagagli pronti e il cuore colmo di emozioni contrastanti, affrontai il momento di salutare la mia famiglia.

Joel, il mio fratello minore di 13 anni, mi accolse con uno sguardo orgoglioso che nascondeva a malapena la tristezza. Matthew, il più grande di 23 anni, tentò di mascherare la malinconia dietro un sorriso coraggioso. Li abbracciai entrambi così forte che giurai di aver sentito qualche osso scricchiolare.
"Stai per vivere una nuova avventura, tesoro. Ricorda di chiamarci spesso e di raccontarci tutto", disse mio padre, spezzando il silenzio.

Mia madre cercò di sorridere: "Sarai incredibile, Ava. Ma promettimi che ti prenderai cura di te stessa, ok?"

"Lo prometto, mamma. E non preoccupatevi, vi chiamerò ogni volta che posso", risposi.

"E non dimenticare di studiare! Non vorrai che tuo fratello diventi il cervellone della famiglia, vero?", scherzò mio padre.
"Lo terrò a bada, papà. Mi mancherete tanto", dissi, mentre le lacrime cominciavano a scendere sul mio viso.

"Mancherai anche a noi, amore. Sii coraggiosa, vivi una vita straordinaria", disse mia madre, abbracciandomi con forza.

Poi mi rivolsi a Joel: "Ricordati di studiare e di concentrarti sui compiti. So che ti piace giocare, ma l'istruzione è importante, capito?"
"Prometto, Ava, solo un po' meno videogiochi", rispose lui con un sorriso birichino.

"Stai tranquilla, Ava. Ci prenderemo cura di lui. E tu goditi ogni momento a New York", aggiunse Matthew con un sorriso complice.
Feci un cenno. "So che posso contare su di voi. Aiutate mamma e papà, siate una squadra."

"Squadra Spencer!" gridarono all'unisono i miei fratelli, facendoci ridere tutti.

"Vi amo. State bene e promettetemi di non fare troppi disastri mentre non sono qui."

"Ava, ricordati di chiamarci appena atterri, ok? E assicurati di mangiare qualcosa di decente durante il volo."

"Promesso, mamma. Non vi preoccupate, starò bene."

Abbracciai velocemente tutti e mi diressi verso il check-in.

Mentre attraverso i controlli di sicurezza, guardo indietro un'ultima volta. Galena, il mio paese diventa sempre più piccolo nel mio cuore, e la mia famiglia li con gli occhi lucidi mi lascia un vuoto immenso, ma so che questo è il passo verso nuove avventure.

Galena, con le sue strade lastricate e le case dalla storia avvolgente, è più di un semplice paese. Qui, ogni angolo racconta una storia, ogni albero è una testimonianza silenziosa del tempo che passa. L'aria qui è diversa, più dolce, come se i ricordi degli anni si fossero impregnati nelle pietre. Mi mancherà molto.

Salì sull'aereo pronta con la mia ansia ad affrontare 2 ore e mezza di volo da sola per la prima volta.
"Signore e signori, benvenuti a bordo del volo Dubuque-New York delle ore 11:00. Vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza e sistemare i vostri bagagli. Ricordate di porre la sedia nella posizione verticale e riporre il vostro tavolino. Per qualsiasi necessità durante il volo, il nostro equipaggio di cabina sarà lieto di assistervi. Abbiamo stimato un arrivo approssimativo alle 13:25. Grazie per aver scelto la nostra compagnia aerea e vi auguriamo un piacevole viaggio."
La voce metallica dell'hostess aumentò la mia ansia.
Allaccio la cintura, ma sento ancora un senso di agitazione nell'aria. La mia mente è un turbine di pensieri, incerta su cosa aspettarsi da questa nuova fase della mia vita. Guardo fuori dal finestrino, osservando tutto diventare sempre più piccolo, e mi chiedo cosa mi riserverà il futuro a New York.

Eilaaaa 🩷
Ecco una nuova storia che scriverò con più calma e dedizione, spero vi piaccia.
Vi sta interessando il personaggio di Ava?

   PASSIONE PROIBITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora