Al risveglio, l'emozione del primo giorno di lezioni invase la mia stanza. Inviato un rapido messaggio a mia madre per rassicurarla sulla mia situazione, iniziai a prepararmi.

Nel momento in cui Claire si svegliò, temetti di aver disturbato il suo sonno.
"Scusa se ti ho svegliata, Claire. Non volevo disturbarti.""Nessun problema, Ava. Non è colpa tua. È normale essere emozionate per il primo giorno."
"Sono così in ansia, ho un'ansia da morire." Claire si avvicinò a me e mi mise le mani sulle spalle. "Stai tranquilla, andrà tutto bene," mi sorrise e io mi rassicurai un po'."Ava, perché non ti trucchi un po' oggi? Così sembrerai più radiosa. Se vuoi, lo faccio io." Mi propose Claire. Inizialmente fui titubante, ma alla fine accettai.

Mi sedetti sul bordo del mio letto con le braccia incrociate sul ventre."Ok, Ava, vediamo di mettere in risalto la tua bellezza naturale. Cominciamo con una base leggera per uniformare l'incarnato.

Ora, un tocco di blush per donare un po' di colore alle tue guance. Bellissimo! Ma hai le lentiggini, quanto vorrei averle!" sorrisi imbarazzata.Claire applicò delicatamente il blush, cercando di enfatizzare le mie caratteristiche.
"Le tue labbra sono fantastiche. Possiamo optare per un rossetto leggero per sottolinearle senza esagerare. Un po' di mascara per far risaltare le ciglia lunghe e, infine, una leggera definizione delle sopracciglia."Claire continuò con maestria, evidenziando con cura ogni dettaglio del mio viso. Il risultato fu un trucco leggero che mise in risalto la mia bellezza naturale.
Guardai il riflesso nello specchio e non potei fare a meno di sorridere.I dettagli curati da Claire avevano reso il mio viso una tela di leggere sfumature. Le labbra, ora leggermente accentuate, sembravano promettere dolci segreti. Lo sguardo, reso più intenso dal mascara, rifletteva una sorta di curiosità ed emozione. Mi toccai leggermente il viso, sentendo la leggerezza del trucco, e sorrisi ancora di più. Era strano quanto potesse cambiare il modo in cui ci si percepiva con un semplice tocco di trucco. "Wow, Claire, non so che dire. Ti ringrazio davvero," le feci un grosso sorriso. Lei ricambiò e poi cominciò a prepararsi.

Quel giorno scelsi un outfit che mi fece sentire a mio agio, cercando di nascondere le curve che spesso mi imbarazzavano. Indossai una camicia oversize, che cadeva fluida sulle spalle e creava un effetto rilassato. Accompagnai la camicia con un paio di pantaloni larghi, che scivolavano morbidi lungo le gambe, dando l'illusione di una figura più lineare. Ai piedi optai per delle scarpe basse e comode, perché la comodità era la mia priorità.
"Tesoro, non per offenderti, ma stai andando a coltivare?" commentò Claire squadrando il mio look.
Non mi offesi perché vedevo nel suo sguardo che non era detto con cattiveria; forse aveva ragione: per il primo giorno era troppo semplice."Guarda Ava, possiamo mantenere la camicia, ma possiamo farla leggermente aderente alla vita senza esagerare. In questo modo, metterà in evidenza le tue forme senza rendere l'outfit troppo attillato. Che ne dici?"
"Ok... e come?"
"Tieni questa mia canotta rosa," me la porse. Titubante, la guardai; non sapevo se mi sarebbe entrata, avevo più seno di lei e lei era più magra di me. Come se mi leggesse nel pensiero, mi sorrise e disse: "Tranquilla, ti entra; è elasticizzata."
Aveva ragione; mi entrò perfettamente. Misi di nuovo la camicia bianca con le strisce azzurre, ma Claire aprì i primi bottoni, scoprendo parte della scollatura della canotta che mostrava parte di me, facendo cadere morbide le maniche sulle spalle.Mi osservai allo specchio; la camicia modificata da Claire metteva in risalto la mia scollatura e stringeva delicatamente in vita grazie alla cintura. Mi sentii un po' a disagio per la visibilità delle mie forme, ma decisi di fidarmi del consiglio di Claire."Guarda Ava, vedrai che ti sentirai fantastica in questo outfit. La sicurezza è la chiave!" Mi sorrise."Hai ragione, Claire. Grazie per la tua pazienza e il tuo aiuto."Scappai dalla stanza perché mi resi conto che era tardi. Menomale che trovai facilmente l'aula.
Avevo due ore di letteratura; il professore era un uomo sulla cinquantina, alto e magro, e sembrava buono.Durante le due ore di corso di letteratura inglese, il professore affrontò argomenti avvincenti, da Shakespeare a opere contemporanee. Discutemmo delle sfumature dei personaggi, analizzammo stili narrativi e confrontammo diverse interpretazioni delle opere, tutto in modo molto breve, solo per farci uno schema di quello che avremmo studiato quest'anno. La sua capacità di coinvolgere gli studenti rese la lezione un'esperienza appassionante e formativa.Il mio cuore batteva forte all'idea del corso di fotografia. Con ogni passo verso la porta, cresceva l'emozione di imparare e sperimentare. Entrare in quel mondo di immagini e creatività mi riempiva di gioia, pronta ad affrontare le sfide e scoprire cosa la fotografia avesse in serbo per me.
Mentre disegnavo distrattamente su un quaderno, lasciando che la punta della matita scorresse sul foglio bianco, ero assorta nei miei pensieri, aspettando che l'insegnante arrivasse. Il suono dei miei tratti sul foglio creava un ritmo rassicurante mentre cercavo di calmare l'emozione crescente.Le immagini prendevano forma sotto le mie mani, un insieme di linee e curve che riflettevano il mio stato d'animo. Il mio sguardo era fisso sul foglio quando improvvisamente sentii una voce familiare."Dolcezza! Incredibile, anche tu qui?"
"Sebastian... Che sorpresa vederti qui. Mi hai seguito, o è solo una coincidenza?" dissi ironica.

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