Sotto l'ombra di un albero, sistemai il mio pranzo, cercando conforto nella routine familiare di una videochiamata.

"Ciao Ava! Come è andata?" chiese mia mamma con un sorriso curioso.

"Sì, raccontaci tutto! Hai fatto amicizia?" intervenne mio papà con interesse.

"Ehi, famiglia! È stato un giorno intenso, ma ne è valsa la pena!" esordii con un sorriso. "Ho conosciuto qualche nuova persona, e la prima lezione di fotografia è stata emozionante. Mamma, papà, state tranquilli. Mi sto adattando e prendendo cura di me stessa," assicurai, percependo la loro preoccupazione attraverso lo schermo.

"Hai già esplorato il campus?" domandò mio papà.

"Sì, è enorme e bellissimo! Ci sono giardini, gruppi di studenti che studiano, atleti e ragazze alla moda. è tutto così emozionante," condivisi con entusiasmo.

Mia mamma, sempre premurosa, aggiunse: "Ava, se hai bisogno di qualcosa, anche solo per parlare, siamo qui per te."

"È una fortuna avere una famiglia come voi. Grazie per tutto il vostro sostegno," risposi commossa. Continuammo a chiacchierare, e questo portò un po' di casa nel mio nuovo capitolo universitario.

Nel raccontare loro delle prime esperienze, osservai discretamente gli altri studenti nel cortile. La ricerca di Claire rimase vana, costringendomi a scegliere un posto solitario. Il caos attorno mi fece sentire più piccola, e il mio panino prosciutto e formaggio fu un compagno fedele mentre mi immergevo nei pensieri. La solitudine era palpabile, ma nel cuore rimaneva l'entusiasmo di trovare presto compagni di avventura. La scuola si presentava come un nuovo mondo, ricco di possibilità e opportunità, e io ero pronta a esplorarlo a fondo.

Mentre esploravo il campus, mi imbattei in vari stand che promuovevano diverse attività extracurricolari. C'erano gruppi musicali, club di lettura, associazioni culturali, ma uno stand in particolare catturò la mia attenzione: quello del giornalino dell'università.

L'atmosfera era vibrante, con studenti appassionati che condividevano entusiasmo per il giornalismo; questo mi fece pensare a Jake, il ragazzo conosciuto in aereo. Gli stand erano decorati con scatti intriganti e articoli interessanti, creando un'atmosfera coinvolgente.

Mi avvicinai con un misto di emozione e nervosismo, attratta dall'idea di contribuire con la mia passione per la fotografia.

"Ciao! Sei interessata a unirti al nostro team?" domandò il responsabile del giornalino dell'università, un ragazzo magro, alto e dal portamento sicuro. Indossava degli occhiali che accentuavano il suo aspetto intellettuale, mentre i capelli mori e ordinati gli conferivano un'aria di serietà.

La sua presenza emanava un mix di determinazione e gentilezza, con un sorriso accogliente che rendeva il suo ruolo di responsabile più accessibile. Gli occhi dietro gli occhiali riflettevano una profonda passione per il giornalismo, e la sua postura dimostrava una certa fiducia nel suo lavoro. "Assolutamente! Amo la fotografia e sarei felice di contribuire," risposi entusiasta. Ero così emozionata, come se avessi scoperto un tesoro nascosto. I miei occhi brillavano di curiosità mentre osservavo lo stand del giornalino universitario. La prospettiva di far parte di questa avventura mi fece battere il cuore come se fossi una bambina in attesa di aprire un regalo.

Decisi di iscrivermi al giornale dell'università come fotografa, un modo perfetto per unire la mia passione per la fotografia con l'opportunità di esplorare gli eventi dell'ambiente accademico.

"Fantastico! Abbiamo bisogno di qualcuno che catturi gli eventi in modo unico. Che esperienza hai?" chiese ancora il ragazzo, sorridendo compiaciuto al mio entusiasmo. "Ho iniziato a frequentare un corso di fotografia e ho sempre amato catturare momenti speciali; sono autodidatta, appassionata sin da piccola. Spero di poter contribuire al giornale."

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