Ethan's pov

Guidavo sotto la pioggia implacabile, il rumore costante dei tergicristalli creava un ritmo triste e malinconico. Le gocce d'acqua percorrevano il vetro, una danza frenetica e disordinata che sembrava rispecchiare il mio stato interiore.
Il ritardo nell'arrivare a casa si configurava quasi come una fuga dal confronto inevitabile che mi attendeva.
Il mio cuore era pieno di preoccupazioni, e il temporale si mescolava con il mio stato d'animo cupo. Cercavo di ritardare il più possibile l'incontro con la complessità della mia vita.Pensavo a lei, mia moglie. C'erano giorni in cui il suo sguardo trasmetteva un calore avvolgente, come un abbraccio, e altri in cui sembrava distante e inaccessibile. La pioggia non riusciva a sciacquare via le incertezze che si accumulavano nella mia mente tormentata.Il sospetto di un tradimento mi perseguitava come un'ombra, e il tintinnio costante della pioggia sembrava un coro di voci che si intrecciavano, sottolineando i dubbi che mi assillavano. Volevo rimandare il confronto con la realtà, ma sapevo che era solo una questione di tempo.

Tuttavia, tra le nubi grigie del mio animo, c'era un raggio di speranza, un raggio di sole che illuminava tutto. Pensavo a Leonard, nostro figlio di tre anni. La sua risata contagiosa, le manine che si tendevano verso di me, rappresentavano un faro di gioia nella mia vita incasinata. In quel momento di buio, il suo sorriso era la luce che mi guidava attraverso le tempeste.Mi aggrappavo a quell'immagine di felicità familiare, sperando che potesse spazzare via le nuvole oscure che aleggiavano sopra la mia famiglia.

La mia mente, durante il tragitto sotto la pioggia incessante, si perdeva in pensieri su Ava. La sua immagine danzava davanti ai miei occhi come un ricordo sfocato.

I suoi lineamenti erano gentili, quasi infantili, eppure c'era una curiosità scintillante nei suoi occhi che catturava la mia attenzione. I suoi lunghi capelli sembravano una cascata di seta, un dettaglio che aggiungeva un tocco di grazia alla sua figura. Era buffa nelle sue espressioni, come se ogni momento fosse una nuova avventura per lei, o forse era davvero così.

Mi ritrovavo a rimproverarmi interiormente. Non potevo permettermi di soffermare i miei pensieri su un'alunna, specialmente considerando che l'avevo conosciuta solo oggi. Era una distrazione che non potevo concedermi.Varcai la porta di casa, e subito Leonard si precipitò verso di me con entusiasmo, gridando "Papà, papà!". La sua vitalità era un raggio di luce nella mia giornata.

Mia moglie, Mia, ancora vestita da ufficio, con i suoi capelli biondi a caschetto, si avvicinò sorridendo e mi accolse con un bacio."Ben tornato, caro. Come è stata la giornata?" chiese mentre mi porgeva un calice di vino, che lei già stava bevendo.  "Tutto bene," mi accasciai sul divano di casa.Mia propose una serata insieme, ma la vidi trascorrere gran parte del tempo in cucina mentre parlava al telefono.Nel frattempo, giocavo con Leonard, cercando di non lasciare trasparire la mia crescente preoccupazione.

"Vieni, papà, giochiamo ancora!" esclamò Leonard, inconsapevole della tensione crescente.Mia continuò a parlare al telefono, e io cominciai a nutrire dubbi e pensieri confusi.Quando mia moglie tornò dalla cucina, non potei trattenere più a lungo i miei dubbi e le mie preoccupazioni."Amore, ho notato che passi molto tempo al telefono, soprattutto durante le nostre serate. È davvero una telefonata di lavoro o c'è qualcosa che non mi stai dicendo?" chiesi, cercando di nascondere il fastidio nella mia voce.

Lei si sforzò di sorridere, ma nei suoi occhi vidi un'ombra di imbarazzo.
"È solo una situazione temporanea al lavoro. Devo occuparmi di alcune questioni urgenti. Capirai, vero?" Mi accarezzò la guancia ma io mi scostai leggermente.

"Ethan, non posso credere che tu dubiti di me. È davvero così difficile capire che ho un lavoro impegnativo?" affermò con un tono accusatorio.

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