1940
Non c'era nulla da ridere, eppure Tania non aveva mai seguito le regole comuni. Sembrava che per lei vigessero leggi proprie, quasi fosse una divinità. Chiunque l'avesse vista in piedi sul ciglio della scogliera, l'abito in pizzo bianco gonfiato dal vento, i capelli biondo ramato sciolti sulle spalle, la pioggia che le faceva brillare la pelle, avrebbe pensato che fosse lei a gestire quella folle recita. Non l'uomo con la divisa nera che le puntava contro la pistola, la cui voce, roca e rude, la stessa che mi faceva saltare il cuore in gola, echeggiava nell'aria.
-Stai zitta-
La salsedine, portata dalla brezza, mi schiaffeggiò. Come potevamo essere finiti lì? Cercai di non guardare giù dalla scogliera, le onde che s'infrangevano con tanta violenza che il rumore mi rimbombava nelle orecchie. Mi ero abituata alla violenza. Sangue, ferite, dolore. Avevano percorso la nostra vita e quella dei nostri antenati.
-Tu dici a me di stare zitta?- Tania buttò indietro la testa, sfrontata fino alla fine. –Con tutto quello che hai fatto?-
-Sei tu la causa di tutto-
-Ti piacerebbe, hai sempre voluto incolpare gli altri-
-Basta, tutti e due- ansimai. Era cominciato con noi tre in un bosco, un segreto che intesseva i nostri destini come fili. Forse quella era la giusta conclusione di una storia che andava avanti da troppo tempo. Un uragano che aveva travolto e distrutto ogni cosa. Che aveva coinvolto altre persone. Che aveva distrutto, ferito, fatto a pezzi.
-Torna in casa, Nai, non è affar tuo- Kyle socchiuse gli occhi. Si preparava a sparare? Prendeva la mira? Il panico mi fece tremare le ginocchia.
-Se non lo è questo, allora cos'è?- sarei riuscita a togliere la pistola di mano a Kyle prima che sparasse? Era un rischio. Un solo colpo avrebbe potuto uccidere Tania. Mi si spezzò il respiro. Doveva esserci un modo più sicuro. Il rimbombo furioso del cuore nelle orecchie non mi permetteva di ragionare con chiarezza. Mi sforzai di rallentare il respiro e di mantenere la calma. –Kiki- mormorai.
Un guizzo lungo la mascella, ma non abbassò la pistola. Continuava a tenerla puntata contro Tania, quasi fosse lei la causa di ogni male. Forse per lui era davvero così.
-Ha ragione- Tania parlava e rideva, lacrime luccicanti che le scivolavano lungo le guance scavate. –Rientra, non c'entri nulla con questa storia, dobbiamo risolverla tra noi due, è così dal principio-
Sbagliava o mentiva. Sapevamo tutti che era colpa mia. Se non ci fossi stata non sarebbero arrivati a quel punto. Non avrebbero avuto motivo di odiarsi così. Mi frapposi tra di loro.
-Che fai?- Tania cercò di superarmi. Mi spostai per rimanerle davanti, la bocca della pistola su di me. Se Kyle avesse premuto il grilletto il proiettile mi si sarebbe conficcato nel cuore. Non c'era possibilità di errore. Era giusto così, dopotutto. Inspirai, la sensazione che fosse tutto irreale. Come guardare attraverso un vetro crepato.
-Sei impazzita-
Fissai Kyle. Non avevo mai visto un'espressione così terrorizzata sul suo volto. I suoi occhi di ghiaccio sembravano addirittura più grandi. Ebbi compassione di lui. Di quel ragazzo che non era mai stato davvero amato da nessuno. A parte me. –Abbassa la pistola- lo pregai.
-Questo non cambia nulla, non potrai proteggerla per sempre, prima o poi dovrà affrontare ogni cosa-
Dietro di me Tania si mise a ridere. Un riso convulso, selvaggio, familiare. Era quello che aveva dalla notte dei tempi. Fin da bambina, quando si lasciava andare a quei momenti di trionfo isterico. Come se avesse vinto lei anche se non era così. –Vattene, non ho bisogno di essere difesa-
Era tutto incredibile. Un incubo dal quale mi sarei svegliata nel mio letto, madida di sudore, tremante e viva.
Un'ombra al margine del mio campo visivo. Un uomo biondo che camminava dietro a Kyle e che scuoteva la testa, come a dirmi di non parlare. Roger. Lo stomaco mi si chiuse. All'improvviso mi venne voglia di piegarmi, lasciarmi cadere a terra, arrendermi. Tutta la mia vita era davanti a me. Tutte le persone che mi avevano resa quella che ero. Nel bene e nel male. Sapevo che non sarebbe successo nulla di buono. Fin dal principio non c'era mai stato nulla di buono.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Ecco qua la mia nuova storia. Spero che vi piaccia. Aspetto il vostro parere (se vi è piaciuta lasciate una stellina e/o un commento) ;)
A presto!
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La casa delle maschere
Historical FictionKyle era più reale che mai in contrapposizione a me. Sembrava che si nutrisse della mia irrealtà. Che come un vampiro mi bevesse l'anima. Sorso dopo sorso. Fino a svuotarmi. Lasciai che mi facesse sedere su un muretto. Le sue mani su di me. Intorno...