Quella notte ebbi difficoltà a prendere sonno. Continuavo a pensare a Roger. A quanto mi era stato vicino, a quanto fosse bello sentire il suo respiro su di me. Mi spinsi su un fianco, il cuore che batteva tanto forte da darmi l'impressione che sarebbe esploso e che sarei morta lì, nel mio letto. Fu forse per questo che non sentii subito la porta che si spalancava.
Mi resi conto che c'era qualcuno quando le assi del pavimento scricchiolarono. Restai immobile, un terrore che mi faceva mancare il respiro. Era uno di quei fantasmi di cui parlavano in paese? Una di quelle spettrali creature che infestavano la nostra abitazione? E che si faceva se s'incontrava un fantasma?
Lo scricchiolio s'interruppe. Ora o mai più. Spostai appena le coperte e sbirciai fuori. Una figura se ne stava in piedi vicino al letto. La luna non gli passava attraverso, ma creava un alone intorno. Non sembrava un fantasma, non quelli delle storie. Era solido. Reale.
-So che sei sveglia-
-Kyle- mi tirai su, le mani puntellate sul letto. Che ci faceva nel cuore della notte nella mia stanza? Lo guardai. Aveva un'espressione dura. Sembrava una statua di marmo. –Che ci fai qua?-
-Avevo bisogno di parlarti da solo- si lasciò cadere sul bordo del letto e il materasso si piegò. Dovetti puntare i talloni per non cadergli addosso.
-Perché?-
Kyle scosse la testa e si spostò di lato, così non potevo guardarlo in faccia. Vedevo solo il suo profilo deciso. –Non avrei dovuto venire-
-Però sei qua, un motivo ci deve essere-
Kyle restò in silenzio. La situazione era tanto strana che avrebbe potuto essere un sogno.
-Sono curiosa adesso-
Kyle si passò una mano sulla faccia. La giacca gli si aprì e potei vedere un pezzo di carta.
-Quello è un disegno?- la curiosità mi bruciava. Ecco di nuovo il vecchio desiderio di conoscere ogni frammento di Kyle, di quella figura misteriosa che aveva percorso la mia vita.
-Cosa?- s'irrigidì.
-Dentro la giacca... è un disegno?- avevo bisogno di sapere. All'improvviso fui sicura che ci fossimo solo noi due in quella notte. Il ricordo di Roger era lontano.
-Non capiresti- Kyle scrollò le spalle. C'era un'esitazione che non gli riconoscevo.
-Lascia che decida io cosa posso o non posso capire- feci scivolare la mano sopra le coperte e l'appoggiai sulla sua. La mia pelle contro i suoi guanti. Un fuoco mi punse i polpastrelli. Uno spillo. –Aiutami a capirti-
Kyle non parlò e credetti che non ci saremmo mai avvicinati, che saremmo sempre stati separati. Poi sollevò l'altra mano, l'affondò sotto la giacca, estrasse il foglio. –Credo che... non giudicarmi-
-Perché dovrei giudicarti?-
Il foglio rimase sospeso tra di noi. C'erano così tante promesse in quel pezzetto di carta. –Ti chiedo solo di non giudicare-
-Non ti giudicherò-
Annuì.
Presi il foglio, il cuore che batteva ancora più rapido. Con una mano continuavo a tenere stretta quella di lui. Le dita si attorcigliavano alle sue. Lo sentii aggrapparsi. Come se non volesse lasciarmi andare.
Sbirciai il foglio con cautela. Una parte di me temeva che un mostro sarebbe uscito fuori per sbranarmi. Un gemito di sorpresa mi uscì dalle labbra.
Era un disegno tracciato con linee sottili. Giochi d'ombre e luci. Non era tanto però la maestria di quel disegno a stupirmi, quanto il soggetto. Una ragazza sdraiata nell'erba, la testa piegata indietro, i capelli che le ricadevano sulle spalle come una cascata. Non c'era spazio per l'immaginazione e ogni centimetro era stato disegnato con cura. La donna era nuda. Non era questo a turbarmi. No, quello che mi faceva tremare era il viso. Perché quello era il mio viso.
-Non ho saputo resistere- le parole di Kyle avevano un tono diverso dal solito, arrotondato, roco, simile a una carezza. Sentii il corpo arricciarsi, in attesa di essere toccato. –Sei così bella che... so che non avrei dovuto disegnarti in quel modo, ma... non faccio altro che pensarci... e poi oggi ti ho visto con Roger- la stretta si fece più forte tanto da farmi male. Mi costrinsi a non sottrarre la mano. –Sono venuto per questo, ma ho rovinato tutto, non avrei dovuto portare quel disegno, ne ho altri in cui sei vestita, ma questo... è come se rappresentasse la nudità dell'anima, non del corpo, perché voglio conoscere ogni piega della tua anima- continuava a non guardarmi, ma mi teneva stretta la mano. C'era qualcosa di feroce in quel gesto. Come se volesse rendermi sua.
-Quanto tempo fa l'hai fatto?- una domanda che non c'entrava nulla, ma dovevo pur prendere tempo. Dovevo pensare a una risposta.
-Non so-
Deglutii, la gola secca. La camera era troppo piccola. Noi eravamo troppo vicini. Le sue parole erano troppo profonde. Mi penetravano nell'anima. Fissai quel disegno. Quel corpo che era e non era mio. Quella posizione languida. Quell'espressione d'abbandono e di malizia. Non ero la donna del disegno, ma avrei potuto esserla. Il desiderio di esserla mi bruciò. Una sensazione di caldo benessere che s'irradiava sulla mia pelle. Kyle stava dicendo qualcos'altro, ma non lo ascoltavo. Pensavo alla donna del disegno, a quel ragazzo silenzioso che mi desiderava, a noi due in quella stanza buia. D'improvviso tutto sembrò sciogliersi. Ruotai per poterlo guardare in faccia.
-Non voglio il tuo corpo, voglio la tua anima- Kyle contraeva le palpebre. –Non dovrei dirti tutte queste cose, ma il mio desiderio è questo, voglio conoscere il tuo corpo per conoscere la tua anima, ed è una cosa che non comprendo, non so perché lo voglio, non so come alcune persone possano andare con altre persone di cui vogliono solo il corpo... come Roger, non lo capisco... e tu meriti di meglio-
Ecco il nuovo Kyle. Ecco il ragazzo dietro la maschera. Messo a nudo per me. Non c'era nulla di più bello che questo. Mi spinsi avanti, verso di lui, il respiro che mi si mozzava in gola. Una nave che naufragava in calde onde. Kyle voltò appena la testa, un guizzo di sorpresa nello sguardo, una contrazione della mascella. Non riuscii a leggere quello che pensava. Esageravo? Mi stavo spingendo troppo oltre?
Il suo respiro mi sfiorò le labbra. Un caldo invito che rendeva il mio corpo d'acqua. Kyle se ne stava lì, in bilico tra il baciarmi e il fuggire. Ogni cosa era sospesa. Eravamo sul bordo di un dirupo, avvolti nel buio.
-Nai- sussurrò. Soffio contro le mie labbra. Un bacio leggero come aria.
-Kiki- la parola mi uscì come un ansimo.
-Mi fai impazzire quando mi chiami così- e la sua bocca cercò la mia. Accolsi il suo bacio, il mondo che tremava. Ogni cosa perdeva consistenza nella calda sensazione di noi due insieme.
Il foglio mi sfuggì di mano. Avvolsi il braccio intorno a Kyle. Volevo che aderisse a me. Volevo sentire il suo petto contro il mio seno. Volevo affondare dentro di lui. Lo tirai, il corpo che mi bruciava tanto da farmi credere che avessi la febbre. E mi sentivo impazzire. Ogni cosa era troppo poco. Volevo di più e avevo paura di quel mio desiderio.
Kyle mi cadde addosso e affondammo nel letto. Il suo peso a schiacciarmi. Le sue labbra tracciarono un sentiero giù, sulla mia gola. Abbandonai la testa indietro, simile alla donna del disegno. Ero la donna del disegno. Capace di fare quello che desiderava. Non trattenni i gemiti che mi provocavano i baci di Kyle. Piccoli suoni che rimbombavano nel silenzio.
Sapevo quanto era sbagliato, ma non m'importava. Le mani di Kyle abbassarono le lenzuola. Offrirono il mio corpo, avvolto nella sottile camicia da notte. La sua bocca s'insinuò nel mio décolleté. Mi diede le vertigini. Infilai le dita sotto la sua camicia. La sua pelle era calda e morbida e tenera. I muscoli guizzavano e si contraevano. Non pensavo che un semplice tocco potesse scaldare tanto, potesse rendermi così euforica.
-Farò in modo di conoscere la tua anima-
-Kiki- ansimai.
Kyle mi strinse con più forza. Che se fossi stata l'unica cosa che lo ancora al mondo. Credetti che mi avrebbe rotta. Non che m'importasse.
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La casa delle maschere
Ficção HistóricaKyle era più reale che mai in contrapposizione a me. Sembrava che si nutrisse della mia irrealtà. Che come un vampiro mi bevesse l'anima. Sorso dopo sorso. Fino a svuotarmi. Lasciai che mi facesse sedere su un muretto. Le sue mani su di me. Intorno...