16. CONFUSIONE

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Non so fino dove ci saremmo spinti se un tonfo non avesse rotto il silenzio intriso di risate e sospiri. Kyle si sottrasse, un animale spaventato e pronto all'attacco. Io me ne rimasi ferma, intontita. Quello che era successo era troppo. Aveva sradicato ogni mia certezza.

-C'è qualcuno fuori- era in piedi, pronto a fuggire.

-Ne sei sicuro?-

-Non devono trovarmi qua- un passo e fu alla finestra.

-Che fai?- come poteva fingere che non fosse successo nulla?

-Me ne devo andare- spalancò le ante e balzò sul davanzale. Non avevo mai notato quanto fosse agile. Si voltò verso di me, il volto bagnato dalla luce delle stelle. Fui assalita dall'estraneità della situazione. Mi sentivo la protagonista di una qualche storia. Di una leggenda. Ed ero inerme e indifesa nel letto. -Cerca di riposare- mi lanciò un bacio sulla punta delle dita e fu inghiottito nella notte, lasciandomi sola. Unica prova che quella notte fosse stata reale e non un sogno era il disegno di quella ragazza nuda che aveva il mio volto e che sembrava fissarmi con aria complice.



La mattina dopo Kyle non si presentò a colazione. Non era una novità. Lui era uno spirito libero, una belva che non si poteva tenere sotto controllo e che faceva quello che voleva. Non avrei dovuto sentirmi delusa.

Allora perché ne ero ferita? Ero sicura che dopo la notte passata insieme avrebbe fatto colazione con me. Ero insomma sicura che qualcosa nel nostro rapporto sarebbe cambiato. Sbagliavo.

Kyle non comparve quel giorno e nemmeno il seguente. Sembrava che quel nostro incontro lo avesse allontanato.

Cercai di concentrarmi su qualcosa che non fosse Kyle. Il giardinaggio mi venne incontro. Potai le rose, piantai altri fiori, annaffiai le piantine più esili.

Non mi sentii meglio. Ero confusa e traballante.

-Non credevo che v'interessasse il giardinaggio

Mi voltai e vidi che c'era un uomo davanti al cancello. Biondo, un cappotto nero.

Roger. Non mi aspettavo la sua visita. Avrebbe reso le cose più complicate. Lo accolsi con un sorriso finto.

-Il bianco vi dona- esordì lui.

Mi sentii in imbarazzo. -Credete? Non mi fa sembrare pallida?- un fantasma?

-Voi un fantasma? Ma chi vi mette in testa queste idee?

Parlammo del tutto e del nulla. Pensavo ad altro. A Kyle, a quel suo volermi comprendermi. Mi riscossi solo quando Roger mi disse il motivo della sua visita.

-Tra qualche giorno parto

-Partite?- ero confusa, spinta tra una sensazione e l'altra. Mi trovavo nel bel mezzo di una tempesta, senza sapere cosa fare.

-Vi mancherò?

Che potevo rispondergli? Dopo quello che avevo provato per Kyle...

-Allora? Vi mancherò?

Decisi di rilanciargli la domanda. -E io? Mi penserete?

-Come potrei non pensarvi?

Diceva sul serio?

-Continuate a non rispondermi

-Mi mancherete- non era una bugia. Non era la verità. Si trattava di un compromesso.

-Sono imprudente se vi chiedo di dimostrarmelo?

-Come?

Roger avanzò. Di colpo il giardino divenne piccolo. Il profumo pungente della tuberosa superò tutti gli altri. Soppesai l'idea di arretrare, ma sapevo di non poterlo fare. Non senza rompere quello che avrebbe potuto esserci con Roger.

-Ci possono vedere- ansimai.

-Non importa- mi avvolse tra le braccia.

La voglia di combattere sfiorì non appena la sua bocca incontrò la mia. Un bacio leggero, uno sfiorarsi di labbra molto diverso da quello con Kyle, ma non m'impedì di tremare.

-Tornerò

Annuii. Una parte di me non vedeva l'ora che tornasse. Un'altra era impregnata di Kyle, della notte passata insieme.

-Mi aspetterai?

Annuii ancora. Avevo spilli nella gola. Le parole mi erano state portate via. Di colpo mi sentivo osservata. Sapevo che qualcuno ci fissava.

Kyle. E se l'osservatore fosse stato Kyle?

-E stai attenta a tua sorella

-Perché?- cosa c'entrava Tania? Perché doveva essere sempre messa in mezzo? Addirittura in un momento d'intimità simile.

-Dicono che si veda con uno straniero, uno che non ha una buona fama

Non potevo immaginare quanta realtà ci fosse in quelle parole.

La casa delle maschereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora