11. NUOVI EVENTI

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Kyle mi evitò per il resto della giornata. Era arrabbiato, lo capisco oggi più che mai, con gli ostacoli che si stavano mettendo tra di noi. Forse credeva che il nostro avvicinamento fosse l'inizio di un rapporto più profondo. Come potesse lui, così luminoso, volere me, così sbiadita, non lo so. Successe una sera. Mi trovavo in salotto e lui entrò. Non mi vide. Ero nascosta dallo schienale della poltrona e me ne stavo raggomitolata, un libro in mano.

Kyle si accorse di me solo quando mi superò. Non si voltò, ma vidi il suo corpo che s'irrigidiva. Finsi di non notarlo, il cuore che mi saltava in gola e faceva le capriole. Con la coda dell'occhio seguii i suoi movimenti. Andò fino alla libreria, frugò tra i volumi, ne prese uno. Se ne rimase fermo lì. Una statua.

-Non dovresti essere ancora sveglia, è tardi- sembravano parole buttate a caso. Foglie al vento.

-Non riesco a dormire-

Kyle sospirò, si voltò, mi fissò, il volto accarezzato dalle tenebre. -Nemmeno io, sono venuto a cercare qualcosa da leggere- mi venne incontro.

-Che libro?-

-Una sciocchezza sulle stelle, qua non ci sono libri interessanti-

-Potresti scrivere tu un libro, sono sicura che saprai tutto-

Qualcosa nell'espressione di Kyle si ammorbidì. -Forse un giorno-

Di nuovo quel silenzio imbarazzante, quel non sapere cosa dire. Mi spinsi di lato e gli feci cenno di venire al mio fianco. Kyle rimase così, immobile, sorpreso da quel mio gesto. Mi resi conto di quanto fosse poco abituato all'essere invitato. Kyle si considerava inadatto al mondo.

-Sei sicura che sappia tutto?-

-Tu no?-

Una palla che rimbalzava tra di noi.

-Ci sono molte cose che non so- avanzò. Un attimo e fu vicino a me, su di me, le braccia ad avvolgermi.

Ansimai, sorpresa da quel gesto. Ogni cosa sembrava irreale. Fatta di cenere.

-È tutto confuso-

C'era rabbia nella sua stretta, quella rabbia che aveva caratterizzato tutta la sua vita. Mi strinse e aderii al suo petto, la testa riversa all'indietro. Avrei dovuto scacciarlo, lo sapevo, ma ogni parte di me, anelava quella stretta. Me ne rendevo conto in quel momento.

-Non voglio lasciarti andare- la voce era bassa, tremante. La voce di una persona che supplica, di un prigioniero.

-Non devi farlo- il respiro mi mancava. Era tutto sbagliato. Sapevo che mi avrebbe lasciato i segni sulla pelle. Piccoli lividi dove lui aveva stretto più di quanto avrebbe dovuto, nel tentativo di trattenermi.

-Ma tu vuoi andare via... ti ho visto con quel Roger, vi ho visti insieme... ti porterà via-

-Non me ne andrò da nessuna parte-

Kyle non replicò, ma nemmeno ridusse la stretta. Alla fine mi abbandonai contro di lui. Rimanemmo così, stretti nel buio, il suo respiro che mi muoveva i capelli come una brezza. Era strano. Mi sembrava che fosse un sogno, qualcosa che succedeva solo nella mia testa. Cosa stava succedendo? Cosa provava Kyle?

Decisi che non aveva importanza per il momento. Chiusi gli occhi e mi addormentai.

Feci sogni strani. Polpi che mi avvolgevano con i loro tentacoli. Mostri che m'inseguivano nel buio. Comete che infiammavano il cielo e bruciavano ogni cosa. Per tutto il tempo percepii quella stretta, quel tenermi, quel non lasciarmi andare. Quel bisogno disperato che sapeva di lacrime e dolore.

Quando la mattina mi svegliai ero sola. Solo un libro di astrologia sul pavimento segnalava il passaggio di Kyle.

La casa delle maschereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora