MIKE

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Un vero amico è colui che entra quando il resto del mondo se ne va.

Walter Winchell



<Spacchiamo il culo a tutti!>

L'urlo di incoraggiamento partì in coro da tutta da la squadra, Mister compreso.

Negli spogliatoi si respirava un'aria alquanto tesa. Ogni giocatore voleva vincere.

Nel tempo avevamo avuto a che fare con quella squadra diversa volte. Sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata. Erano forti ed avevano un bel gioco ma erano molto scorretti. L'ultima volta la partita era finita in una mezza rissa. Una rissa firmata Austin Thomson.

Prima di entrare in campo lanciai un'occhiata interrogativa proprio a lui, il mio amico che, nonostante la grinta stampata in faccia aveva l'aria parecchio nervosa e questo mi preoccupava un po', provai diverse volte a chiedere se andasse tutto bene ma tutte le volte la risposta da parte sua era una sola: Si.

Se fare sesso ti crea questo nervosismo, non farlo.

Non capivo, ogni volta che usciva e tornava tardi, il giorno dopo era intrattabile. Era sempre più chiuso e spento. Odiavo vederlo così. Era il mio migliore amico, avrei fatto qualsiasi cosa per aiutarlo.

Provai un'altra volta ad iniziare un discorso, ma era come parlare al vento. Dopo il secondo portone chiuso in faccia, decisi quindi di lasciarlo stare, almeno fino a dopo la partita.

Mi guardai in torno, volevo godermi quegli attimi di adrenalina pre-partita. Il campo illuminato era circondato da una miriade di ragazzi e ragazze in festa. Gli spalti erano divisi in due gruppi. A sinistra vi erano i tifosi avversari mentre a destra i nostri.

Ogni volta, seppur ormai abituato a giocare davanti a tanta gente era un'emozione bellissima. Le loro urla, i loro applausi erano la mia benzina preferita. Mi davano la carica per giocare al meglio. Austin invece, non guardava quasi mai i tifosi, mentre giocava esistevano solo lui e la palla. Non perdeva mai la concentrazione. Per questo era il migliore.

Dopo pacche sulle spalle, urla e raccomandazioni del Mister, entrammo tutti in campo, eravamo tutti molto concentrati. Volevamo vincere. Dovevamo vincere.

Il Mister aveva deciso di riassegnare il titolo di capitano ad Austin, ed io ero contentissimo per questo. Era il migliore. Ed insieme facevamo sempre un sacco di punti. Avevamo un'intesa fantastica. Io rubavo la palla perché più agile, lui invece usava la sua stazza massiccia per difenderla.

La partita stava per iniziare, ma lo vedevo, nei suoi occhi, aveva qualcosa ed io dovevo fare qualcosa, non poteva permettersi di sbagliare, e non doveva permettersi distrazioni al di fuori della partita.

<C'è Mia hai visto?> Cercai di prendere la sua attenzione, indicando con un cenno del capo gli spalti.

Mia era lì con Logan, ed era magnifica. Indossava una gonnellina azzurra abbinata ad una t-shirt semplice bianca. Logan invece era in tenuta sportiva. Indossava una semplice tuta blu scuro, adornata dal logo della nostra scuola.

Feci cenno con la mano per mandargli un saluto da lontano. Mi accorsi però che l'attenzione di Mia non era per noi. Sembrava in attesa di qualcuno.

<C'è anche l'italiana vedo, poteva anche starsene a casa> Era stato Austin a pronunciare quelle parole. Sembrava infastidito. Io invece ne ero contento.

<Quale sarebbe il problema? Laura non può venire a vedere una partita?> Risposi io di rimando, meritandomi un'occhiata fulminante da parte del mio amico.

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