AUSTIN

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Non lo riesco a dire
Scusa se non parlo, è che non so da dove partire.

Holden.

<Mamma, mamma cosa succede?>

<Papà corri, vieni qui>

<Porta via tua sorella>

Ormai era una scena vista e rivista, eppure, la sensazione di mancanza d'aria, di confusione e nervosismo era sempre la stessa. Spalancai gli occhi per poi puntarli al soffitto, cercai la calma, ma io la calma non riuscivo più a trovarla.

Non era ancora l'alba, era buio fuori, picchiettai un dito sullo schermo del cellulare giusto per avere la conferma di quanto ancora una volta avessi dormito poco. Erano le 3.00

Dove cazzo ho messo l'erba.

Il mio pensiero volò lì, in quel gesto ormai meccanico ma essenziale per non capire più un cazzo.

Mia stava dormendo, era in camera con Logan, che, nonostante non era riuscito a venire al locale aveva comunque fatto in modo di raggiungerla a casa, difficilmente fumavo con qualcuno in casa, ma il bisogno era davvero pesante quella notte.

Quindi, dopo aver ravano nel mio cassetto e preparato tutto l'occorrente iniziai il mio processo di reset.

Dopo poco il mio sguardo era perso a fissare la cenere, che, ad ogni scrollata si portava con se un piccolo pezzo della giornata.

Mia vuole andare a trovare la mamma.

Giù il primo pezzo di cenere.

Ti faccio sapere quando riesco.

Giù il secondo pezzo di cenere.

La ragazzina mi sta fottendo il cervello.

E lì, mi bloccai. Il mio indice non stava più picchiettando sulla cartina ormai consumata.

<Porca puttana> imprecai sotto voce.

Le labbra iniziarono a bruciare, causa il tiro troppo vigoroso. Quella sera, ero consapevole di aver bevuto un po' troppo. Diedi quindi la colpa all'alcool per l'ennesimo pensiero non autorizzato verso di lei.

Però cazzo, non poteva vestirsi come sempre?

Quella sera, la ragazzina era di una sensualità disarmante. Quel cazzo di vestito, avrebbe messo a dura prova chiunque. Era nero, semplice, per niente volgare. Eppure, in quel momento, avrei fatto di tutto per strapparglielo via e liberare il suo corpo, proprio come avevo fatto con i suoi capelli.

Quanto avrei voluto averli tra le mani..

L'ennesima immagine di me, sopra di lei mi stava mandando in tilt. Perché continuavo ad averla in mente? Perché non riuscivo a resettare il suo viso? Dovevo distrarmi, non potevo, non potevo assolutamente permettere al mio cervello di comandarmi, ci mancava solo lui a decidere per me.

Perfetto, l'unico momento di calma si era trasformato in una lotta contro me stesso, incazzato, spensi con foga ciò che ne rimaneva dello spinello per poi obbligarmi a chiudere gli occhi e dormire.

La mattina seguente, o meglio qualche ora dopo mi svegliai con gli occhi gonfi e i muscoli stanchi. Ero così confuso da non riuscire a capire quanto e se avessi dormito dopo l'incubo, sapevo solo che ero dannatamente stufo, però, un lato positivo c'era, non ricordavo più niente.

Con l'andamento di uno zombie raggiunsi la cucina. Vidi subito Mia e Logan, avvinghiati come polipi intenti a fare il caffè. <Buongiorno> Sbiasciai.

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