Aspettai con le labbra un pò socchiuse per non soffocare finchè Harry si prese il suo tempo prima di spiegare. Sospirando, si passò una mano tra i capelli e si girò sul fianco per essermi di fronte. Spostai gli occhi notando che le lenzuola stavano lentamente scivolando sempre più giù sui suoi fianchi.
"In realtà è abbastanza esilarante," sogghignò, guardando nel vuoto mentre cercava le parole da dire. La sua voce era ancora roca per il fatto che ovviamente non si era svegliato da tanto. Era sbagliato da parte mia che la cosa mi eccitasse ma non potei farne a meno.
"Sono nudo in questo momento, a dire la verità."
"Sei cosa?" chiesi, inciampando mentre cercavo di alzarmi dal letto. Era bizzarro che mi trovassi in un attico con un fantasma nudo, per altro un fantasma giovane e con la mente pervertita. Sporca com'era la casa due giorni fa.
Rise appena e poi abbassò la testa, occhi fissi sulle pieghe che lenzuola e cuscino prendevano sotto il suo corpo.
"Stavo solo scherzando."
Lo guardai ad occhi spalancati quando prese il lenzuolo e lo abbassò a rivelare un paio di boxer neri. Il bordo era terribilmente basso sul suo ventre, coprendo a malapena le sue parti private. Il tessuto sottile, sfortunatamente, non ne nascose la forma.
Aggiustandone l'elastico, il suo sorriso sfacciato si allargò sempre di più mentre con le dita si sfiorava la linea di peli che portava alla linea a V del suo bassoventre e che, immaginai, continuava anche più giù.
"Dovresti metterci un limite sui fianchi," dissi, incrociando le braccia e guardando altrove. "Sono sicura che nessuno vuole vederlo." La sua risata svanì mentre, sbuffando, lo vidi di sfuggita muovere le mani.
Quando tornai a guardarlo i boxer erano tirati su di pochissimo, quel che bastava perchè non scendessero e rivelassero le sue parti intime. Incrociando i suoi occhi, il ghigno che non aveva mai abbandonato le sue labbra si allargò ancora di più.
"Delusa?" scherzò.
Roteai gli occhi e mi sedetti, attendendo la mia spiegazione. I suoi occhi pallidi mi esaminarono la faccia per qualche secondo, forse per decifrare le mie emozioni o cercare di capire a cosa stessi pensando. Conoscendomi, la mia espressione doveva essere di sfida.
Mi sorprese quando sospirò ed incrocio le braccia sul petto nudo. Piccoli boccoli gli ricaddero sulla fronte e lui li ricacciò indietro. Ebbe l'effetto contrario, comunque, perchè molti più ricci gli ricaddero negli occhi.
"Ecco," risi, la mia mano diretta alla sua fronte.
In quel momento non ci avevo pensato, ma dopo che le mie dita gli sfiorarono la pelle e si incastrarono tra i ricci la mia mano esitò. Prendendo un silenzioso respiro continuai a spostarglieli dalla faccia.
"Grazie," Harry ghignò, consapevole della tensione che c'era nell'aria.
Tensione che certamente non pensò fosse imbarazzante.
Tirando via la mano, il mio corpo si allontanò e lasciai il respiro che stavo trattenendo. Harry si passò la lingua sulle labbra mentre si sedeva con la schiena appoggiata alla testiera del letto e mi osservava con occhi attenti.
"Cosa mangerai a cena, Rosie?"
Mi irritai al nome, suonò così infantile e proprio come lo diceva mio padre. Volevo dire alla gente che quello era, in parte, il motivo per cui non mi piaceva che mi si chiamasse Rosie, ma avrei riportato a galla ricordi e situazioni che non volevo rivivere.
"Non lo so, probabilmente mia madre porterà qualcosa da asporto."
Mentre lo dissi, sperai che lo avrebbe fatto. Non avevo voglia di andare giù e preparare la cena anche questa volta. Segretamente, apprezzavo tutto quello che mia madre faceva per noi e l'impegno che ci metteva ma, in qualche modo, continuava a spingere i miei limiti.
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The Boy In The Attic (Italian Translation)
FanfictionQuello che provavo per lui era diverso da qualsiasi cosa avessi mai provato prima. Non era il fatto che volessi dargli il mio cuore o che io volessi il suo. Era solo il semplice fatto che io potevo arrivare alla sua anima e che lui poteva vedere olt...