Capitolo 28

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Apro lentamente gli occhi e vedo solo oscurità.

Non c'è luce, neanche un bagliore, nulla... Solo il vuoto.

Sto sognando vero? No ansi mi correggo, sono dentro il solito incubo.

Ma perché non la smette? E inutile che continua a perdere tempo, tanto ormai non mi importa più, non mi fanno  nessun effetto.

Cosa spera di ottenere in questo modo? Una mia reazione? Mai!

Cammino lentamente, guardandomi intorno senza una meta ben precisa per passare il tempo, ma sembra che mio padre mi voglia far aspettare.

Che razza di megalomane...

Delle grida in lontananza mi fanno fermare seduta stante.

La luce blu, che prima non si vedeva per poterlo dire, si avvicina sempre di più fino a vederla nitidamente.

Sempre questo cazzo di tridente a portata di mano, non si stanca mai?!?

Una guardia si avvicina a mio padre, a sguardo basso e poi si inchina stancamente con un sospiro, facendo trasparire quanto fosse infastidito.

<< Dite pure, Sire >> esclama il tritone ancora con il capo rivolto verso il basso.

<< Lei non vuole cedere...
Pensavo che facendogli vedere sua madre sarebbe tornata di sua  spontanea volontà per avere risposte, ma mi sbagliavo!! >> Urla dall'arrabbia Poseidone sbattendo violentemente il tridente.

Cosa?!
Sapevo che era tutta una farsa!

<< Cosa vuole che faccia? >> Domanda lentamente la guardia.

<< Voglio che tu la convinca a tornare qui da sola, ti dò tempo sei mesi.>>

Aspetta e spera stronzo!

<< Altrimenti, dovrai prenderla con la forza >>

<< Cosa gli fa credere che io la possa convincere?>> Finalmente la guardia alza lo sguardo e i suoi occhi si incrociano con quelli di mio padre.

<< Usa tutti i mezzi a tua disposizione, So che non mi deluderai, Erin. >>

Erin...

Questo nome non mi è nuovo...

<< Ora va! Non tornare senza
di lei >> esclama Poseidone sghignazzando.

Il tritone annuisce per poi voltarsi ed andarsene.

<< Tornerai da me, questa è una promessa, Grace >>

Poseidone alza il tridente con aria trionfante e scoppia in una risata amara.

All'improvviso sento la testa girare, segno che mi sto risvegliando.

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Scendo lentamente le scale, cercando di fare meno rumore possibile.

Mi infilo un paio di scarpe da ginnastica e silenziosamente apro la porta d'entrata.

Dopo essere uscita da casa dei Cullen, inizio a correre piano per sgranchirmi le gambe, per poi farla diventare una corsa vera e propria.

Perché tutto questo?

I vampiri e Jacob, mi vogliono ancora in assoluto riposo per paura che i punti della ferita fatta da Sam si riaprino.

𝐒𝐈𝐑𝐄𝐍 // 𝘛𝘸𝘪𝘭𝘪𝘨𝘩𝘵Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora