IX: L'Anno che Verrà.

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Alessandro era steso mezzo nudo sul suo letto nella casa della madre in Sardegna.

Chissà cosa gli avrebbe riservato quel nuovo anno.

Il tre dicembre scoprì con gioia la sua terza partecipazione a quel dannato Festival. E anche stavolta si sarebbe incontrato con Mengoni.

Infatti, il cantante di quelle Due Vite che lo aveva fatto impazzire sarebbe stato il co-conduttore della prima serata.

«Ale, sei pronto per stasera?» chiese entusiasta la madre fuori dalla porta della cameretta.

Alessandro inspirò il fumo della sigaretta e lo gettò fuori lentamente.

«Si, ma'. Mi sto preparando» disse quasi sbuffando.

Quella sera avrebbe tenuto il concerto di fine anno nella sua città natale.

Tu: Che fai fratellì?
16:30

Fratellino Blanchito: Penso a che farmene stasera dopo i festeggiamenti hahahahahah
16:45

Tu: Come mai così tanto per rispondere?
16:45

Fratellino Blanchito: Riposino pomeridiano
16:45

Alessandro sorrise, cestinò la cicca della sigaretta ormai finita e si vestì.

Quella sera cantò con fierezza i suoi pezzi più celebri che lo avevano portato al successo e alla mezzanotte si sentì improvvisamente libero.

Fratellino Blanchito: Tanti auguri a te che sei mio fratello e spero che lo sarai per sempre. Ti voglio un bene che non ti immagini e spero di lavorare con te altre milioni di miliardi di volte. Sei una persona importantissima, buon anno zì
00:45

Tu: Ti voglio bene fratello.
02:45
Tu: Mi sono liberato solo adesso. Auguri 💫
02:45

Poi aprì un'altra chat tra le mille che aveva da leggere.
Una chat vuota, dove l'ultimo messaggio risaliva a febbraio.

Tu: Auguri Marco. Sei per me l'essenziale.
02:47

Il messaggio arrivó.

+39 *** ** ***: Auguri Ale!

Cancelló la chat e inviò tremante lo screen del messaggio a Riccardo e ci mise un po' a notare che probabilmente l'amico avesse il telefono spento, dato che di spunta grigia ne appariva solo una.
Allora iniziò a girare le chat per ringraziare piano piano tutti, colleghi, amici, collaboratori.

«Quest'anno è mio. Me lo sento» disse affacciandosi alla finestra.

Si scompigliò i capelli e da lontano riuscì a vedere ancora alcuni fuochi d'artificio.

Guardò la Luna con occhi pieni di speranza e disse «ogni mio successo lo dedico a mamma e a Riccardo. È anche grazie a lui se ho conquistato tanta fama» disse sorridendo, pensando a Brividi e al premio che aveva deciso di donare all'amico.

Nella sua mente gli apparve il flashback di quella scena.
«Fanne ciò che vuoi. Questo da oggi è tuo. Grazie Richi».

Poi si avvicinò alla scrivania e con il tabacco iniziò a farsi una sigaretta. Non appena finì di farla la guardò soddisfatto del risultato.

«Dovrei farne altre che le ho finite nel pacchetto» pensò nella sua mente. Iniziò con accendersi quella e tornò alla finestra.

Poi, lo schermo del cellulare si illuminò improvvisamente.

Fratellino Blanchito: Io abcors noen sono tornatp a cawa
03:01

Tu: Hai bevuto?
03:01

Frratellino Blanchito: Si
03:06

Alessandro roteò gli occhi a quel messaggio più che aspettato e senza sapere cosa rispondere decise di non continuare quella conversazione. Non poteva sapere quale cazzata Riccardo avrebbe detto in quel momento e sperava che non ne facesse.
Rise al sol pensiero delle cazzate fatte durante il Sanremo di due anni prima, poi tornò serio quando realizzò di essere solo quell'anno.

Forse non era proprio solo, comunque ci sarebbero stati diversi suoi colleghi e amici, ma l'idea di dover stare da solo in quella camera d'hotel durante le notti caotiche di Sanremo non lo rendeva felicissimo.

«Chissà» sussurró tra se e se guardando la Luna.

So che ti fa strano quando chiamo un amico «fratellino» | Mahmood & BlancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora