Victoria

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Mi sveglio con vista su New York, l'ammiro e sorrido.
Mi alzo e vado in cucina, sto letteralmente morendo di fame.
Mi giro il polso perché mi fa ancora male, ieri mi ha stretto forte il polso. Ho visto nei suoi occhi due fiamme, mi ha ricordato lo sguardo di mio padre e mi sono spaventata.
<< buongiorno>> dice lui toccandomi la spalla.
<< buongiorno>> dico io in modo freddo allontanandomi da lui.
<< vuoi del succo di frutta?>> dice lui prima di chiudere la bottiglia.
<< no>> dico con un filo di voce.
Sono delusa da lui, ieri sera sono venuta qui da lui perché mi sentissi al sicuro, e poi mi ha spaventata con quel suo modo di fare.
Lui posa il succo di frutta nel frigorifero per poi sedersi sullo sgabello per poi iniziare a mangiare, intanto io sto togliendo la crosta del toast.
<< Charlie>> chiamo il mio cagnolino e lui viene da me scodinzolando.
<< amore mio. Ora andiamo a casa così mangi>> dico.
<< puoi ancora restare>> dice lui.
<< no grazie>> dico in modo freddo.
Lui smette di mangiare, si alza, viene da me <<sei la prima persona che ha dormito in casa mia, proprio ieri pensavo a questo, poi hai bussato alla mia porta e hai deciso di voler dormire qui, stanotte pensavo questo>> dice sussurrando tutto questo nel mio orecchio.
Io lo guardo e non so che dire, vedo ancora i suoi occhi profondi penetrarmi dentro l'anima.
<< resta ancora un po', l'idea di avere qualcuno qui mi fa sentire meno solo>> aggiunge.
<< vado a casa mia. Ti ringrazio per avermi ospitata stanotte>> dico.
<< Victoria... scusami per ieri sera, non volevo farti male. Ora come va?>> dice prendendo il mio polso.
<< mollami>> dico arrabbiata.
<< calmati, volevo assicurarmi che stessi bene>> dice lui.
Il campanello di casa suona, lui si avvicina alla porta, la apre ed entra una bambina che corre subito in cucina.
<< togli le scarpe>> dice Richard, ma la bambina è già entrata con le scarpe.
<< ah, Victoria lei è Livia mia nipote>> dice.
Che bella, ha i capelli arancioni e occhi verdi, il contrario di suo zio.
<< ciao tesoro, io sono Victoria, un'amica dello zio>> dico sorridendo.
<< pensavo fossi la sua fidanzata>> dice.
<< per fortuna non lo sono>> dico. Vedo Richard sorridere e non capisco perché lo faccia.
<< che bello>> dice Lidia accarezzando Charlie
<< zio non ha mai voluto avere un cane in casa>> dice.
<< Lidia>> dice Richard fulminandola con gli occhi.
<< vuoi venire con noi all'escape room?>> mi chiede Lidia.
<< vorrei ma ho Charlie>> dico.
<< ti prego>> dice lei.
<< non insistere dai, avrà cose più importanti da fare>> dice Richard.
Noto il modo in cui lo dice, in modo abbastanza antipatico.
<< devi andare dal tuo fidanzato?>> mi domanda Lidia.
<< no tesoro, non posso venire perché ho Charlie>> dico. In realtà Charlie è solo una scusa, potrei lasciarlo da Mandy la mia migliore amica, ma io non voglio divertirmi con lui, mi lascerei andare troppo e quando sono felice faccio cose che vorrei fare sempre, esempio baciarlo.
<< tesoro vai a prendere il portafoglio in camera dello zio perfavore>> dice Richard riferendosi alla nipote, una volta andava via lui si avvicina a me e mi guarda attentamente << puoi mentire a lei ma non a me, dillo che non vuoi venire perché hai paura di non resistermi>> dice.
<< non è così>> dico.
<< allora cosa aspetti? Vieni>> dice lui.
<< ti assicuro che mi fai il voltastomaco>> dico.
<< zio andiamo?>> dice Lidia.
<< si>> dice lui mettendo il portafoglio nella tasca del pantalone.
<< vengo anche io, dobbiamo portare prima Charlie da un'amica>> dico.
Vado solo perché così non pensa che io abbia paura della sua presenza, chi si crede di essere? Dio?

<< allora, dobbiamo andare a destra>> dico io.
<< no, sinistra>> dice Richard.
Stiamo cercando di indovinare il percorso per arrivare all'uscita.
<< no a destra>> dico convinta.
<< sei sorda? A sinistra dobbiamo andare>> dice.
<< bello, calmati, andiamo a sinistra dai, vedremo che troviamo, niente>> dico.
Io e Lidia seguiamo Richard ma non troviamo nulla.
<< che ti avevo detto?>> dico riferendomi a Richard ma non lo vedo più.
<< dov'è finito tuo zio?>> chiedo a Lidia.
<< non lo so>> dice lei.
<< Richard? Cosa sei un bambino?>> dico urlando mentre lo cerco.
<< eccolo>> urla Lidia ridendo. Io non faccio in tempo a girarmi che lui mi prende in braccio da dietro e giriamo sembrando due bambini spensierati.
Sento che lui mi da un piccolo bacio sulla nuca prima di rimettermi giù. Faccio finta di nulla ma quel bacio alla nuca cosa significa? Perché me l'ha dato? Iniziano i miei pensieri ossessivi.
<< la strada è di qua comunque. Avevo ragione io>> dice lui soddisfatto.

Prima di accompagnare Lidia a casa Richard si ferma a fare benzina.
<< ti piace mio zio?>> domanda Lidia.
Mi giro verso il sedile posteriore e la guardo.
<< beh è molto carino>> dico sorridendo
<< perché non vi mettere insieme? Sai lui non ha mai avuto una fidanzata>> dice.
Impossibile, Richard Clifford, uomo sexy non ha mai avuto delle fidanzate?
<< perché prima di mettersi insieme due persone si devono innamorare>> dico.
<< e tu sei innamorata dello zio?>> mi domanda.
Non rispondo e cerco di cambiare discorso.
<< lui è innamorato di te, oggi quando ti ha presa in braccio me ne sono accorta>> dice.
È una bambina molto sveglia, ha solo 6 anni ed è molto avanti.
<< non puoi dirlo tesoro, forse stava solo giocando>> dico.
<< no, tu non conosci mio zio, lui non è così, solo con te lo è>> dice.

Non so che dire

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Non so che dire. Si è vero, quando l'ho conosciuto era freddo e ora non è che è cambiato, si con me un po' ma anche io sono cambiata con lui, sarà che vogliamo entrambi un rapporto professionale.

Dopo aver portato Lidia a casa e preso Charlie dalla mia amica, Richard mi accompagna a casa.
<< Grazie per oggi, sono stata benissimo, tua nipote è speciale>> dico.
<< solo lei? Anche io lo sono>> dice ridendo.
Si certo che lo sei, ma di certo non verrò a dirtelo.
<< affatto. Tu sei stronzo>> dico per poi aprire lo sportello.
<< scusami per ieri sera, non volevo farti male>> dice
<< non importa>> dico.
<< perché hai pianto? Ti ho fatto così tanto male?>> dice.
<< no. È solo che queste cose le faceva mio padre, lui era violento con me>> dico.
<< perdonami, io non sono così, non sono violento>> dice.
<< stai tranquillo, tanto non credo di vederti più, mollo il lavoro>> dico.
<< cosa?>> dice lui spalancando gli occhi.
<< si. Non posso più restare>> dico.
Non voglio andarmene, ma mio padre minaccia di farmi del male se non vado a Boston da lui. Vuole mantenuto e vuole che io lavori lì.
<< ho fatto qualcosa di sbagliato? Se è per ieri sera perdonami non so più che dirti>> dice lui agitato.
<< no, non è per te>> dico con le lacrime.
<< per cosa? Mi sono abituato a te>> dice.
<< non voglio più vederti, tutto qui>> dico mentendo.
<< non vuoi più vedermi? Te ne vai perché non vuoi più vedermi?>> dice urlando.
<<si>> dico.
<< domani non presentarti nemmeno, ti dico già che sei licenziata. Vattene a fanculo. Ci tenevo a te>> dice aprendomi lo sportello.
Prima di scendere lo guardo con le lacrime agli occhi ma lui non guarda me, guarda la strada.
<< addio>> dico io scendendo dalla macchina.
Mi aspettavo un saluto ma nemmeno quello. Sì ho sbagliato a dire quello, ma non voglio dire la verità, mio padre è pericoloso.
Solo ora ho capito di provare qualcosa per Richard, qualcosa che non ho mai provato prima, ma ormai è troppo tardi, lui mi odia.

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