Mare Fuori, Vento Dentro.

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Rosa POV.

Oggi sono due anni, esattamente due anni dalla sparatoria delle piscine Mirabilis. E sono due settimane da quando ci hanno avvisato che non sussiste più per noi la situazione di pericolo. Questo significa niente più Michele e Vincenzo che ci vengono a controllare, niente più agenti che ci seguono per assicurarsi che tutto fili liscio, niente più obbligo di vivere qui. Possiamo andare ovunque, possiamo anche ritornare a Napoli se vogliamo. Dobbiamo decidere entro settimana prossima e comunicarlo alla procura, perché comunque nonostante tutto vogliono continuare a tenerci d'occhio e assicurarsi che siamo sani e salvi, sopratutto se la nostra decisione sarà tornare a Napoli.
"E anche questo è chiuso" sorride Carmine mettendo lo scotch ad un altro pacco. A prescindere dalla nostra decisione, infatti, a settembre dobbiamo liberare la casa e devo ammettere che un po' mi mancherà, era diventato il nostro nido, il simbolo della nostra nuova vita. Stacco le polaroid dalla bacheca in sughero, abbiamo continuato a farne tantissime in questi due anni, la prima gita in barca, io e Futura ricoperte di farina mentre cercavamo di fare la pizza, il primo giorno di asilo nido della bimba, i miei 18 anni, il secondo e terzo compleanno di Futura, Carmine che monta una libreria, i suoi 20 anni, il giorno del mio diploma all'accademia di danza. E così via, ricordi su ricordi, tutti bellissimi.
"Che c'è Tarantè?" mi chiede avvicinandosi e abbracciandomi da dietro. In questi due anni la nostra complicità se possibile è cresciuta ancora di più, così come il nostro amore. Ormai siamo uno il completamento dell'altro, uno l'ossigeno dell'altro. Se mi avessero detto questo due anni fa quando siamo fuggiti insieme dalla nostra città non so se ci avrei creduto fino in fondo. E invece pian piano sto imparando a credere che anche io posso essere felice ed ho paura che tutti questi cambiamenti possano minacciare questa mia convinzione.
"Mi mancherà questa casa" gli rispondo sorridendo
"Solo questo?" dice baciandomi la fronte e stringendomi di più
"È che ho sempre pensato che nel momento in cui ci avessero detto che eravamo liberi non avremmo avuto dubbi e saremmo corsi a Napoli. E invece mi sento paralizzata, nun t'o sacc spiegà. È comm si me mettess paur che tornare là ci possa portare indietro nel tempo, farci perdere tutto quello che in questi due anni abbiamo costruito. Però allo stesso tempo mi manca assai Napoli e mi mancano assai i nostri amici, vorrei rivederli tutti mo ca so asciut a là dint e mo che finalmente possiamo" butto fuori e ora che ho iniziato a parlare non riesco a fermarmi "e poi ci sta Futura. Cà a settembre l'amma per forza iscrivere ad un asilo comunale, quello privato la poteva tenere solo fino ai 3 anni e li ha compiuti tre mesi fa. E dobbiamo decidere dove iscriverla, trovare una casa, tu un salone all'altezza della tua bravura, io una scuola di danza dove insegnare e ci stanno mille cart..." ma vengo interrotta da Carmine che mi bacia ripetutamente a stampo accarezzandomi le spalle.
"Tarantè respira respira calma" sorride
"Abbiamo tutto il tempo per decidere, io finisco di fare questi scatoloni e tutta la nostra roba finirà nella cantina di Massimo che ha detto la possiamo lasciare lì quanto vogliamo. Il camion dei traslochi arriva domani mattina. Tu invece finisci le valige per noi e ce ne andiamo a Napoli a goderci questa settimana di vacanza. Se a fine settimana decidiamo di restare lì, troviamo una bella casa nella zona che ti piace e andiamo a recuperare noi gli scatoloni da Massimo. Se non ce la sentiamo decidiamo insieme una città e ce li facciamo inviare lì"
"Scusa amo è che mi pare così strano avere per una volta la possibilità di decidere che mi sono fatta prendere dal panico" ridacchio respirando profondamente
"E io per questo ti amo" esclama lui
"Ruffiano"
"Sempre" ribatte facendomi la linguaccia
"Mamma mamma merenda" urla Futura correndo in salone e saltandomi letteralmente in braccio, non mi abituerò mai a sentirla chiamarmi mamma anche se è ormai un anno e mezzo che lo fa.
"Eccola la piccola peste" rido girando con lei in braccio.
"Che ne dite se ci fermiamo un attimo e papà vi fa le crepes?" chiede Carmine provocando le urla felici mie e di Futura
"Ok agg capit che siete d'accordo" ride lui scuotendo la testa e avviandosi al frigo per prendere gli ingredienti mentre io e la bimba ci sediamo al tavolo osservandolo.

Il mare fuori e il vento dentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora