LAURA

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Ho i sensi deboli, che pensi che non tremi.

Io lo so che sguardo naviga, al largo di quegli occhi.

So che scioglierà come fumo l'incantesimo.

Nek.



La settimana stava finendo, avevo passato le giornate a studiare in vista delle verifiche di fine mese quindi volente o nolente l'idea di chiudersi in casa e pensare solo allo studio era stata l'unica opzione possibile.

Ogni giorno tra le pagine vedevo solo la voglia di uscire e assorbire i colori del sole, che, stupendi donavano allegria al cielo. Quindi, finito l'ultimo capitolo, e, visto l'arrivo del tanto atteso weekend non ci pensai due volte a chiedere a Mia di trovarci.

Era ancora in debito con me per una chiacchierata, pensai sorridendo mentre l'attesa di una sua conferma non tardò ad arrivare. A dirla tutta, io ridevo e scherzavo ma avevo davvero un bisogno enorme di parlare con una persona fidata, una persona che non mi avrebbe mai giudicata e che magari mi avrebbe aiutata a capire.

Papà, dove sei?

Nonostante per tutta la settimana ebbi evitato Austin come la peste, il ricordo di quella sera continuava a scavarmi dentro. In ogni momento, in ogni frazione di secondo i miei pensieri cadevano li, tra quegli occhi tempesta, in quella voce bassa, perforante ed in fine li, su quel balcone.

Era stato tutt'altro che romantico, tutt'altro che delicato anzi, a pensarci bene era stato duro, aggressivo, possessivo, folle, eppure, in quel momento sembrava che proprio quelle erano le attenzioni che il mio corpo voleva e che aspettava da una vita. Ed era stato chiaro, il mio corpo lo aveva urlato, lo aveva spiegato chiaro e tondo che quella era l'elettricità di cui aveva bisogno.

Sento ancora addosso le tue mani...

Eccola che suonava, cantava, urlava prepotente nelle casse della tv. E cosa urlava? esattamente quello che la mia pelle percepiva al solo sentire il suo nome. Io le sentivo davvero, le sentivo quelle mani troppo esperte, troppo grandi, troppo e basta. Le sentivo impresse in ogni millimetro del corpo.

Le note di Elodie con la sua "a fari spenti " mi catapultarono di nuovo lì, nel buio della notte, nel freddo del vetro che reggeva il mio corpo soppesato dal suo e in quelle note vaganti piene di proibito e pura pazzia.

Quella notte era tutto capovolto, esploso in un incendio pericoloso e sicuramente illogico e sbagliato, ma, non potevo negarlo, quel momento era stato dannatamente vivo. E lo capii subito, stavo vivendo, il momento? L'attimo? Qualsiasi cosa fosse io la stavo vivendo.

Vivere o Sopravvivere?

Quando sarai grande, l'unica domanda che dovrai farti prima di prendere qualsiasi decisione dovrà essere solo una: Vivere o Sopravvivere?

Ma papà, non è la stessa cosa?

No piccolina, non è la stessa cosa.

Può sembrarti simile, ma credimi non lo è.

Sai, quando una persona sceglie di vivere, sceglie di rischiare, di lottare, di correre in contro mano, chi sceglie di vivere non si arrendere, mai, nonostante le cadute, i mille graffi, e sai perché? Perché chi ha il coraggio di vivere ha il coraggio di piangere per poi ridere a crepa pelle, di cadere per poi volare in alto ed acchiapparla a tutti i costi quella felicità. Chi Vive non si accontenta, mai.

Sopravvivere invece, beh, è tutta un'altra storia, chi scegli di sopravvivere, sceglie la strada più facile, non deve fare niente, semplicemente si siede e aspetta che la vita vada avanti da sola, senza correre, senza piangere, aspetta e basta.

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