6. Scappare

168 11 0
                                    

Gojo's pov

Yaga non si lascia mai scappare una punizione. Avrei dovuto aspettarmelo. Sono steso su due sedie, con la testa poggiata sulle gambe di Suguru e gli occhi chiusi.

Riesco quasi a sentire i suoi pensieri. Si sta tormentando per quanto accaduto ieri e di certo io non sono d'aiuto, lo sto punzecchiando da stamattina.

"Non sembrava affatto non stessi pensando a niente comunque, sorridevi da solo. Pensavi al nostro bacio?" gli ho detto. Mi starà detestando.

"Satoru, ascoltami, non voglio che ti faccia strane idee su ciò che è successo ieri sera. Non so cosa mi sia preso. Credo volessi semplicemente farti stare meglio. Ho reagito di istinto, non era mia intenzion-".

Centro. Non mi sbaglio mai.

"Suguru" lo interrompo. "Mi basta stare accanto a te per stare meglio". Odia quando sono così diretto. "Non ce n'era bisogno, ma in ogni caso, non è successo niente, davvero. Non rimuginarci troppo su". Resta in silenzio.

Apro gli occhi e mi accorgo che mi sta guardando. Gli do un piccolo colpo con la mano sul petto. "Che c'è? Sei rimasto senza parole?" dico sorridendo. Lo sapevo. Mi alzo ed esclamo "Mettiamoci a lavoro!".

Riusciamo a finire tutto in un'ora, qualche minuto prima dell'arrivo di Yaga, che si complimenta con noi e ci raccomanda di non fare più tardi a lezione, consiglio che sicuramente seguirò.

"Raggiungiamo Shoko?" chiedo a Suguru.

"Certo, chiamala per chiederle dov'è".

Prendo il cellulare dalla tasca e digito il suo numero. "Shoko, dove sei? Siamo appena usciti dall'aula".

"Ce ne avete messo di tempo! Sono in camera, mi sto preparando per vedere un mio caro amico di infanzia. Prima sono andata al supermercato e ci siamo incontrati. Non ci vedevamo da molto, allora ci siamo dati appuntamento per dopo".

"Capito Suguru? Shoko ci abbandona per un ragazzo!".

"Satoru!" urla Shoko a telefono. "Non è come pensi!". Rido.

"Va bene, va bene. Cercherò di crederti. Buon appuntamento allora. Ci vediamo più tardi!".

"Va bene, a dopo!". Stacca la chiamata.

"Shoko deve vedersi con un amico".

"Facciamo una passeggiata? Vorrei passare in libreria a ritirare un libro che avevo ordinato" mi chiede.

"Ci sto, vada per la libreria!" esclamo, mettendomi gli occhiali da sole.

Usciamo dall'istituto e prendiamo il treno per arrivare in centro. Mi rendo conto che forse avrei fatto meglio a mettere la benda: gli occhiali stonano con il temporale trovato in centro.

La libreria non è molto lontana dalla stazione, ma senza ombrelli ci bagneremo di sicuro.

"Se corriamo lì sotto dovremmo riuscire a non bagnarci troppo" dice Suguru, indicando una parte di strada coperta dai capannoni dei negozi.

"Scommetto che arrivo prima io!". Inizio a correre velocemente, come se il pavimento non fosse affatto bagnato. Suguru inizia a correre dietro di me.

"Dai puoi fare meglio di così" gli urlo.

"Stai zitto e guarda avanti Satoru!"

Mi giro e mi accorgo che c'è una signora avanti a me. Non faccio in tempo a realizzare, che ci siamo già scontrati.

"Mi scusi signora, non l'avevo vista". Le faccio. L'aiuto ad alzarsi e le prendo da terra le buste che le erano cadute. "Davvero, mi perdoni. Ero completamente distratto".

"Non si preoccupi, la prossima volta guardi avanti però!"

"Certo".

Suguru mi guarda, sta per scoppiare a ridere.

"Non guardarmi così tu! Almeno ho vinto io la gara". In effetti siamo proprio all'inizio della strada che mi aveva indicato.

"Se tu questa la chiami vittoria...".

"Arrivare indenni all'inizio della strada non era nel regolamento! Adesso andiamo in libreria, altrimenti di questo passo arriveremo completamente bagnati all'istituto".

Andiamo in libreria a ritirare il libro. Aveva ordinato La Nausea di Sartre. Il temporale non ci risparmia neanche sulla strada di ritorno, per cui arriviamo all'istituto completamente fradici.

Saliamo nelle nostre stanze e prima che entri Suguru mi fa "Appena ti sistemi vieni qui?".

"Ogni suo desiderio è un ordine signore!".

Entro in camera, faccio una doccia e lavo i capelli. Dopo essermi sistemato, esco dalla mia camera e busso alla sua porta.

Aspetto qualche istante, poi mi apre. Deve ancora asciugare i capelli. "Cos'hai fatto per tutto questo tempo? Hai ancora i capelli bagnati!".

"Non hai mica i capelli lunghi come i miei tu!".

"Quante scuse!" gli dico entrando in camera.

Chiude la porta e va in bagno a prendere un asciugamano per tamponare i capelli. Nel frattempo mi stendo sul letto.

Con i capelli ancora umidi, Suguru si stende accanto a me, ma nel verso opposto.

Mi alzo, stendendomi sul fianco, con la testa alzata, poggiata su una mano. Gli prendo una ciocca di capelli tra le dita. "Non li asciughi?" domando.

"Sono troppo stanco, non ho dormito stanotte. Voglio riposare".

"Che ci faccio io qui allora? Posso andarmene se vuoi stare tranquillo".

"No, ti prego". Lo dice quasi supplicandomi. Non è mai lui a chiedermi di restare, sono sempre io a farlo.

Sorrido. "Va bene".

Si addormenta dopo qualche minuto. Io resto sveglio ancora un altro po'. Stando qui, su questo letto, steso accanto a lui, non riesco a non pensare a ciò che è successo ieri sera. Posso fingere che non sia successo nulla, ma non è realmente così. Sento che qualcosa è cambiato, ho questa sensazione, ma non capisco cosa sia.

Gli ho detto di stare tranquillo, di non rimuginarci troppo su, quindi è ovvio che lui si comporti normalmente. Fino a stamattina ho cercato di sdrammatizzare, forse per ammettere a me stesso che non è cambiato nulla. Ma adesso, qui con lui, capisco che non è così, che non riesco a far finta di niente. Le cose che facciamo sempre adesso mi sembra che acquisiscano un altro significato, a partire dal semplice No, ti prego. Perchè farmi venire qui se voleva solo riposare? Normalmente non me lo sarei chiesto, ma ora non riesco a trovarci una logica.

Siamo sempre stati così intimi, non mi sono mai chiesto se questo fosse normale tra amici. Probabilmente non tutti gli amici hanno un rapporto come il nostro. Fino a ieri mi andava bene, ma adesso... adesso è come se quel bacio avesse rotto ogni equilibrio. Come posso dormire accanto a lui se la prima cosa a cui penso è questa?

Devo andare nella mia stanza. Non riesco a sopportare quest'atmosfera. Mi alzo lentamente, cercando di non fare rumore. Esco dalla stanza e mi dirigo verso la mia. Scusami, Suguru.

Love is the most twisted curse of them all | SatosuguDove le storie prendono vita. Scoprilo ora