11. Ammettere

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Geto's pov

Sono a Shibuya da due giorni. Ho dovuto già assorbire tre maledizioni, dunque la mia scorta di cioccolata è già terminata. Alla prossima maledizione non so come farò, non ho tempo di farmi una doccia, figuriamoci comprare del cioccolato. Questi sono gli unici cioccolatini che riescono a eliminare quasi del tutto l'orrendo sapore delle maledizioni. Se anche volessi, non è detto che li troverei così facilmente.

Mi vibra il cellulare in tasca. Satoru mi ha scritto "Buongiornooooo. Un piccolo reminder: -1. Dovremmo iniziare a scegliere il film da vedere. Lascio a te la scelta ;)". In allegato ha inviato la foto dei film disponibili.

Sorrido istintivamente. Sta cercando di fare di tutto pur di farmi pesare il meno possibile il fatto di essere in missione. Non dico che questo funzioni veramente, ma mi distrae momentaneamente da ciò che provo.

Quando l'ho salutato aveva il cuore a mille, non credo di aver mai sentito il suo cuore battere in quel modo. Poi ha urlato il mio nome da lontano e lì è stato il mio di cuore a fare brutti scherzi.

Mi ha sopreso parecchio quando mi ha dato i cioccolatini. Senza pensarci le parole mi sono uscite di bocca: "Cosa ho fatto per meritarti?". In quel momento, forse per la prima volta in vita mia, ho visto Satoru veramente in imbarazzo. Solitamente accade il contrario: è lui ad essere così diretto e io ad essere in imbarazzo.

In questi due giorni ho pensato a fondo a ciò che è successo e alla situazione tra me e Satoru. Ho cercato di capire meglio ogni cosa, a partire dal bacio. Sicuramente quella non era la prima volta che Satoru si confidava con me e che lo vedevo di quell'umore. Perchè quindi mi sono spinto a tanto?

È qualcosa che non voglio ammettere? Il mio corpo ha reagito prima che la mia mente potesse pensare razionalmente? Il mio corpo, molto prima della mia mente, ha capito ciò che voglio? Il mio cuore non è da meno: non riesco a stargli accanto, che sento il battito accelerato.

Non capisco se questo sia conseguenza del bacio o se il bacio sia conseguenza di come mi sento in sua presenza. Senza alcun dubbio devo fare ancora chiarezza sulla questione, ma credo di essere arrivato ad una mia conclusione. Anzi, credo che non si tratti solo di me. L'imbarazzo di Satoru, le sue fughe dalla stanza, il suo battito: non riesco a non pensare anche a questo.

Quando tornerò, gli parlerò dei miei dubbi al riguardo. Non sono molto bravo quando si tratta di esternare i propri sentimenti, ma ho ancora un giorno a disposizione per pensare a come farlo.

Vengo interrotto da Haru, uno degli stregoni mandati qui per liberare questa scuola dalle maledizioni. Stiamo lavorando duramente da due giorni, ma ce n'è ancora una che non riusciamo a mettere con le spalle al muro.

"Suguru, che ci fai lì impalato?! Vieni qui, abbiamo bisogno di aiuto" grida dalla fine del corridoio.

"Arrivo!". Mi ero completamente perso nei pensieri dopo quel messaggio.

Mentre cammino verso gli altri, eccola lì. La nausea arriva lentamente ma inesorabilmente. Una volta arrivata, ci vogliono delle ore prima che mi abbandoni. Dopo l'ultima maledizione assorbita mi sono accorto di avere un solo cioccolatino, l'ultimo. A quanto pare non è bastato.

Inizio a sudare senza sosta. Anche il più piccolo dei movimenti mi richiede uno sforzo immenso. Non riesco neanche a reggermi su due piedi. Suguru, puoi farcela. Un passo, poi un altro. Non puoi farti vedere così. No, non ce la faccio. Non riesco a fare nulla, mi costa un grosso sforzo già il solo non rimettere.

"Suguru! Stai bene? Che ti succede?" mi fa Haru.

Non riesco neanche a parlare. Scuoto la testa e corro velocemente verso i bagni della scuola. Odio farmi vedere così, vulnerabile. È una parte di me che riesco a condividere solo con lui. Entro in bagno e mi chiudo all'interno. Satoru, quanto vorrei che i tuoi messaggi, oltre ad allegerire l'attesa, possano evitare anche tutto questo. Purtroppo non è così, devo convivere con ciò. Prima o poi scoppierò.

Dopo aver rimesso ripetutamente, mi alzo a fatica e mi guardo allo specchio. A tratti non riconosco il mio volto. Sciacquo bocca e viso violentemente. Questo non basta a eliminare la nausea, non si lascia vincere così facilmente. Sono completamente fradicio. Esausto, mi rannicchio a terra al bagno, sperando di non dovermi rialzare per vomitare.

Improvvisamente sento una voce. "Prova a prendermi!" dice. Eccola! Finalmente si è fatta viva. "Prova a prendermi, prova a prendermi" ripete. Non ho le forze per alzarmi, come faccio ad avvertire gli altri?

Bussano alla porta. "Suguru, come stai? Qualcosa non va?".

"Ragazzi, la maledizione! È qui. La sento".

"Apri Suguru!".

Raccolgo le mie ultime forze rimaste per alzarmi e aprire la porta. Haru mi guarda. "Suguru-"  dice con voce preoccupata.

"Provate a prendermi!". Eccola di nuovo.

Love is the most twisted curse of them all | SatosuguDove le storie prendono vita. Scoprilo ora