12. Il ritorno

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Gojo's pov

Sono in ritardo come al solito. Mi sono alzato dal letto solo grazie a Shoko, che, quando non c'è Suguru, spesso lo sostituisce nella sua missione di svegliarmi la mattina.

Ieri Yaga mi ha detto che oggi sarei andato in missione. Per fortuna ritorno all'istituto stesso in giornata, probabilmente dopo Suguru, ma comunque riuscirò a vederlo. Today is the day.

Appena ho saputo la notizia gli ho scritto per dirglielo, ma non mi risponde da due giorni. Sono preoccupato. So che in missione non abbiamo quasi mai il tempo di rispondere ai messaggi, ma nel suo caso la situazione è diversa. Non solo sono preoccupato per la missione in sè, ma anche per la sua nausea.

Quasi sicuramente non riusciremo ad andare al cinema, ma finalmente potrò rivederlo. Non ho mai sentito la sua mancanza come in questi giorni: non capita spesso di andare in missioni separatamente e, inoltre, con le dinamiche createsi tra noi, il mio cuore freme all'idea di incontrarlo di nuovo.

La giornata passa abbastanza velocemente. Sul viaggio di ritorno all'istituto riaccendo il cellulare. Suguru ha risposto: "Non preoccuparti per il cinema, ci andremo un altro giorno ;) Ti aspetto sveglio fin quando riesco".

Dopo una decina di minuti arrivo all'istituto, stremato. Prima di andare in camera passo a prendermi un caffè al distributore. I corridoi sono deserti, probabilmente già dormono tutti. Chissà se Suguru è ancora sveglio.

Salgo al primo piano ed entro nella mia camera. Con mia immensa sorpresa trovo Suguru sul mio letto. "SUGURU!" urlo, senza controllare se effettivamente stesse dormendo o meno. Come non detto, si era addormentato. Apre leggermente gli occhi. "Oh, Satoru" dice con voce assonnata e mi regala un grosso sorriso. Per fortuna sta bene, mi riempie il cuore di gioia. Subito dopo crolla di nuovo, è esausto.

Io vado a farmi una doccia e poi mi metto accanto a lui sul letto. Non riesco a contenermi e, per la felicità, lo abbraccio da dietro. L'ultima volta che è successo Suguru piangeva nel letto per la notizia della missione. Adesso, invece, è tornato, sta bene e può finalmente godersi un po' di riposo.

Inaspettatamente Suguru stringe a sè il mio braccio. Credevo stesse dormendo. Non potevo richiedere un rientro migliore.

Quando mi sveglio, la mattina seguente, Suguru è ancora accanto a me, forse anche troppo accanto a me. Mi sta... guardando?! "Buongiorno!" mi dice. Gli sorrido. Ho ancora troppo sonno per poter parlare.

Qualche momento più tardi mi giro di nuovo verso lui e... mi sta ancora guardando?! Che gli prende? La mia espressione avrà rivelato i miei pensieri, perché un attimo dopo Suguru mi fa "Sai Satoru, mentre ero in missione ho pensato molto a quello che è successo tra noi". Oh cazzo.

"Cosa è successo?" faccio finta di nulla.

"Non fingere di non capire, mi è già difficile parlarne, ti prego".

"Ma Suguru, è acqua passata. Non devi preoccuparti, ne abbiamo già parlato". Spero che non voglia dirmi ciò che penso. Non saprei come comportarmi. Vorrei che lo dicesse oppure no? Vorrei che ammettesse i propri sentimenti oppure no? E io? Io cosa provo? Non lo so. Mi risulta complicato comprendere perfino me stesso.

"Questo lo so, ma credo di parlare per entrambi se affermo che questo non è un capitolo chiuso. O almeno così mi hanno fatto pensare alcuni tuoi comportamenti" Allora l'ha capito?

Resto in silenzio. Il mio cuore però sta facendo anche fin troppo rumore. Non riesco a sostenere il suo sguardo, quindi lo distolgo.

"Mi sto sbagliando?" domanda.

"I-io non capisco che intendi" continuo a far finta di nulla.

"Satoru". Il mio cuore sussulta ogni volta che chiama il mio nome. Mi poggia una mano sul viso per farmi voltare verso lui. "Lo sai che non mi risulta semplice essere così diretto, ma io ho bisogno di capire. La mia mente non smette di pensare, di farsi domande senza arrivare a una risposta".

"Cosa vuoi che ti dica?". Non volevo essere così freddo, ma non so che dire.

"Che non mi sto impressionando" dice quasi supplicandomi con i suoi profondi occhi neri.

È incredibile quanto stia parlando così direttamente pur non essendo effettivamente diretto.

Soltanto una cosa adesso potrebbe schiarirmi le idee e questa è la stessa che ha cambiato tutto tra noi, la stessa che, da quando è successa, ha costretto senza pietà il mio cervello a lavorare senza alcuna pausa.

Guardo Suguru per alcuni istanti interminabili in cui il mio cervello cerca di convincere il mio corpo a spingersi verso di lui e baciarlo. Ma no, non riesco. Mi sento immobilizzato lì davanti a lui. Non riesco a fare o a dire nulla.

Suguru come al solito riesce a leggermi il pensiero. Si avvicina lentamente a me. Mi dà un bacio sul collo, poi un altro più su, vicino alle labbra. Sto esplodendo, non riesco a pensare più lucidamente, il cuore batte all'impazzata. Non riesco a sopportare più i miei pensieri e, senza pensarci troppo, istintivamente, quando Suguru arriva alle mie labbra, attivo il Minimo Infinito.

Non posso credere di averlo fatto seriamente. Scusami, Suguru, ma bisogno di una pausa e pensare a quanto è appena successo. Devo fare ordine nella mia testa. Ma non era questo che volevo? Ciò che provo non è solo una conferma di quanto dubitavo prima?

Appena realizza ciò che ho fatto, la sua espressione tradisce tutti i suoi pensieri. Riesco a leggergli in faccia lo stupore, la delusione, la tristezza, l'odio verso se stesso.

Non riesco a dire nulla, riesco solo ad abbassare lo sguardo, con le lacrime che salgono pian piano agli occhi. Non voglio che si senta così, sono una persona orribile.

Love is the most twisted curse of them all | SatosuguDove le storie prendono vita. Scoprilo ora