15. Gelosia

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Geto's pov

Corro per il locale trasciandomi dietro Satoru e cercando di essere il più veloce possibile per arrivare in tempo al bagno.  Arrivati davanti alla porta, lui entra e io aspetto fuori.

Dopo qualche momento mi fa "Suguru... mi manterresti la tes-" ma si interrompe per lo sforzo di vomito.

Apro subito la porta e lo trovo a terra accanto al water. Gli mantengo la testa e nel frattempo lui continua a liberarsi dall'alcol. È incredibile trovarsi in questo stato per due birre.

Passa qualche minuto e finalmente inizia a riprendersi. Sta sempre seduto per terra, ma adesso con la schiena appoggiata al muro. "Ti senti meglio?" chiedo preoccupato. Annuisce. Poi improvvisamente mi prende il braccio e mi tira a sè, per farmi sedere accanto a lui. "Mettiti qui affianco a me, per favore" mi fa.

Il bagno è molto piccolo, quindi stiamo abbastanza stretti. Mi sistemo come meglio posso accanto a lui, cercando di non stargli troppo vicino. Sicuramente non aiuterebbe.

"Perchè?" chiede di colpo. Sembra che stia per piangere.

"Che cosa intendi?".

"Credevo che tu... che volessi...". Non riesco a capire cosa sta cercando di dirmi. Come dovrei comportarmi?

"Non ho il diritto, ma comunque non riesco a non pensarci... non volevi che stessimo da soli stasera?" mi chiede. Resto sbalordito.

Ci è rimasto male perché l'ho chiesto anche a Yu e Nanami? È geloso? In realtà sapevo per certo che non avrebbero accettato, ieri sera ho sentito che avevano ricevuto un invito a casa di alcuni loro amici. È solo che la situazione è già particolare, non volevo si facesse strane idee.

Non voglio mettergli fretta, almeno così avrebbe capito che non c'era alcun secondo fine dietro al mio invito. Ma forse è quello che lui voleva?

"Come potrei non volerlo, dopo ciò che ti ho detto stamattina?".

"Sono un disastro...". Ha la voce strozzata.

Non trovo parole confortevoli da dirgli, quindi prendo la sua mano destra, incrociando le mia dita nelle sue, e gliela accarezzo dolcemente con il pollice. Satoru appoggia la sua testa sulle mie spalle.

Restiamo un po' in silenzio così, poi Satoru d'un tratto mi sussurra piano all'orecchio "Credo di poterti dare una risposta... probabilmente avrei potuto anche stamattina".

Okay, ha decisamente bevuto troppo per il suo limite di sopportabilità. Cosa può cambiare in un giorno? Perchè adesso sì e stamattina no? Sto dando per scontato che sia una risposta positiva, ma allo stesso tempo potrebbe mai darmene una negativa nello stato in cui siamo in questo momento? Sarebbe ironico.

Inizio a sentire il battito del mio cuore in tutto il corpo. Gli stringo più forte la mano. "Non lo dici solo... solo perché sei ubriaco?" chiedo.

"Non sono così sbronzo" dice, tenendo sempre la testa sulle mie spalle. Non so quanto posso fidarmi di quest'ultima affermazione.

Questo meraviglioso momento viene interrotto da qualcuno che bussa alla porta. "È occupato?" chiede.

"S-sì!" rispondo.

"Dobbiamo alzarci, qualcuno deve entrare. Ce la fai?".

"Sai, Suguru... muoio dalla voglia di baciarti in questo momento. Se solo non avessi vomitato, non ci penserei due volte" dice, ignorando completamemte la mia domanda.

Oh, Satoru, lo stesso vale per me. Ma sei ubriaco, non voglio che tu ti penta o che io mi illuda.

Gli lascio la mano e mi sposto, per mettermi di fronte a lui. Gli prendo il volto tra le mani. Mi guarda con gli occhi chiusi a metà, proprio con lo sguardo di qualcuno che ha appena bevuto troppo.

"Satoru, lo stesso vale per me. Se domani sarai ancora convinto di ciò che mi stai dicendo adesso da sbronzo, ne riparleremo, promesso". Percepisco dal suo sguardo che c'è rimasto un po' male. Mi alzo e gli tendo una mano. "Su, adesso prova ad alzarti, facciamo entrare gli altri".

Si alza e si appoggia a me. Usciamo dal bagno del bar, sotto gli occhi indiscreti di tutte le persone che stavano aspettando per entrare. Lo faccio sedere su una sedia. "Aspettami qui, vado un attimo a pagare e ce ne torniamo all'istituto".

Dopo aver pagato, ci incamminiamo verso l'istituto. Satoru non riesce a camminare molto bene, quindi gli faccio stringere le sue braccia da dietro attorno al mio collo e gli sorreggo le gambe. Con non poche difficoltà riesco a raggiungere l'istituto. "Stasera dormo da te, nel caso in cui ti sentissi male di nuovo. Okay?".

"Me lo chiedi pure?" mi dice con voce stanca. Sorrido.

Una volta entrati nella sua stanza, lo aiuto a cambiarsi e a lavarsi i denti. Dopo si mette a letto. Nel frattempo mi sistemo anche io e mi posiziono accanto a lui.

"Non ho detto quelle cose solo perché ero ubriaco, credimi. Non ti farei mai questo. Nonostante l'alcol ho sempre la lucidità di capire se potrei far male con le mie parole. Credo che semplicemente mi abbia permesso di avere il coraggio di ammetterti ciò che non ti ho ammesso stamattina" afferma.

Dal modo in cui parla percepisco che ha quasi smaltito l'alcol. È sicuramente più lucido rispetto a prima. Mi giro a guardarlo. Mi sta osservando.

"Sei sicuro?" chiedo. Ho di nuovo il cuore a mille. Amo il modo in cui mi fa sentire. Annuisce, guardandomi con i suoi occhi cristallini. Si avvicina pian piano al mio volto...

Love is the most twisted curse of them all | SatosuguDove le storie prendono vita. Scoprilo ora