«Lyds davvero è stato un gran maleducato!»
«Stiles l'hai ripetuto dieci volte, ho capito»
La voce di Lydia appariva esasperata persino attraverso l'apparecchio elettronico. Stiles si stava recando come tutti i sabati in lavanderia e, proprio quel giorno, la ragazza aveva deciso di chiamarlo, chiedendogli come avrebbe passato il sabato sera il ragazzo, dato che le avevano dato buca ed era alla ricerca di un po' di compagnia. Lydia era la ragazzina per cui, quello che un tempo era stato il piccolo Stiles, aveva una cotta. Con il passare degli anni, però, il ragazzo aveva compreso quanto loro due fossero diversi e che quello che aveva scambiato per amore, non era altro che stima profonda nei confronti di una ragazza non solo bellissima, ma anche ricca ed intelligente.
«Non mi ha neanche rivolto la parola»
«Non so se ne sei al corrente, ma a volte sai essere davvero fastidioso, Stilinski»
«Fastidioso? Può darsi, ma almeno sono educato»
Lydia alzò gli occhi al cielo, poi sorrise, perché tutto quel lamentarsi e quel sarcasmo erano le caratteristiche del suo amico e le sembravano così familiari da annullare quelli che erano i chilometri che li separavano.
Stiles, nel frattempo, varcò la porta della lavanderia. La testa bassa mentre controllava velocemente di non aver mischiato i capi scuri con i colorati, prima di dirigersi verso la sua postazione, sempre con gli occhi sui vestiti, ma a passo sicuro, proprio perché ormai la sua mente e le sue gambe conoscevano quel posto meglio di chiunque altro.
«Davvero Lyds, così scorbutico e freddo e...ho già detto maleducato? Lui e i suoi muscoli e quei capelli perfettamente perfetti, lo odio!»
Stiles alzò la voce, mostrando la sua frustrazione, poi sollevò il suo sguardo e per poco non lasciò cadere la cesta ai suoi piedi. Il ragazzo era ancora una volta davanti a lui, intento a fare il suo bucato, ma non fu quello a destabilizzare Stiles. L'uomo era davanti a quella che il ragazzino aveva battezzato come la sua lavatrice preferita, quella con cui aveva sempre lavato i suoi capi, abbastanza lontana dalla porta ma altrettanto vicina al tavolo su cui si intratteneva studiando.
«Lyds devo chiudere, devo discutere di una faccenda importante»
La ragazza percepì la voce seria del suo interlocutore e si preoccupò, cercando di interromperlo e continuare la chiamata per capirne di più, ma Stiles ignorò le sue proteste e riattaccò. La rabbia e il disprezzo per quell'uomo divamparono come un falò nel suo petto e il suo cervello si scollegò, portando le sue gambe a procedere verso l'unica figura presente nella stanza. La cesta fu sbattuta violentemente sul tavolo e il ragazzo si schiarì la voce prima di parlare.
«Quella è la mia lavatrice»
Stiles aveva ormai scollegato il filtro bocca-cervello e tutto ciò che passava per la sua mente, senza impedimenti lasciava le sue labbra. L'uomo si voltò verso di lui, sollevò un sopracciglio e il freddo nei suoi occhi colpì il ragazzino che, per poco, vacillò. Gli occhi dell'uomo erano di un verde smeraldo, con leggere scaglie di verde bosco e il minore credeva di non aver mai visto occhi più belli, colmi di indifferenza e spenti, sì, ma pur sempre belli e, il velo opaco che leggeva nello sguardo del suo interlocutore, era lo stesso velo che aveva adombrato il suo e che lui aveva squarciato con l'aiuto di Scott e Lydia.
«Credevo di essere in una lavanderia pubblica»
«Ed è così, ma...»
«Ti sei risposto da solo»
Stiles restò in silenzio per alcuni secondi, mentre la sua rabbia cresceva nel petto come fuoco e benzina. Non era mai rimasto senza parole. In una discussione di qualunque tipo, solitamente la sua era l'ultima parola, ma quel ragazzo aveva l'innata capacità di mettere a dura prova la sua pazienza.
«Quella è la lavatrice che uso sempre io, ci faccio io il bucato e tu non hai alcun diritto di usarla»
«Sei sordo per caso?»
Stiles arrossì e non per l'imbarazzo ma per rabbia e aprì la bocca per pronunciare parole che si rifiutavano di fuoriuscire. Sbuffò, strinse i pugni e si voltò, recuperando la sua cesta e spostandosi verso la lavatrice più lontana. Il giovane non aveva mai detestato qualcuno come in quel momento. Se c'era una cosa che tendeva i suoi nervi era la maleducazione e, per Stiles, quello era il maleducato tra i maleducati.
«Ragazzino»
Quello sbuffo portò Stiles a desiderare con tutto il suo cuore che qualcosa di brutto capitasse agli abiti di quello che avrebbe definito tanto bello quanto stronzo. La tentazione di chiamare Lydia e sfogare con lei la sua rabbia fece prudere le sue mani, ma decise di indossare le cuffie e dedicarsi al suo bucato.
Delle imprecazioni obbligarono il ragazzo a mettere in pausa la musica e a spiare con la coda dell'occhio il suo disturbatore. Stiles dovette forzare ogni cellula del suo corpo per impedirsi di ridere. Il "maleducato" stava tirando fuori il bucato dalla lavatrice e, quelli che originariamente erano vestiti bianchi, erano diventati di un rosa tenue. Dopo alcune imprecazioni, l'uomo tirò fuori l'indumento colpevole, un paio di calzini rossi che mai avrebbe attribuito ai gusti del ragazzo.
«Se il tuo intento era quello di colorare di rosa tutti i tuoi vestiti, complimenti, ci sei riuscito»
Stiles parlò ancora una volta senza ascoltare i segnali del suo cervello, indossando il suo sorriso più falso, mentre i suoi occhi ambrati si illuminarono di divertimento.
«Sta zitto, ragazzino»
Stiles finse indifferenza ed impedì al suo falso sorriso di abbandonare il suo volto. Il ragazzo continuò a recuperare tutti i suoi vestiti, poi si avviò verso la porta. Il volto dell'uomo era un maschera di rabbia e i muscoli tesi mostravano chiaramente la sua frustrazione. Il ragazzino restò quasi ammaliato da tanta bellezza e ferocia, ma si diede mentalmente dello stupido. Come poteva trovare quel ragazzo così maleducato, attraente allo stesso tempo. Eppure non poteva negarlo, l'uomo aveva il fisico di un dio greco e la stessa rabbia furente di Ares in battaglia, una battaglia che però aveva come unico obiettivo i suoi abiti tinti di rosa e un ragazzino che non faceva altro che urtare i suoi nervi tesi.
«Lyds, posso odiare un persona ed esserne attratto allo stesso tempo?»
«Stiles Stilinski, ti vieto di chiudermi ancora il telefono in faccia. Ora spiegami tutto e no, non è una richiesta»
Stiles si perse in una descrizione dettagliata del battibecco avvenuto con il ragazzo, talvolta interrompendo il discorso per fare commenti di apprezzamento sul suo aspetto fisico. Percorse per tre volte la planimetria della stanza, dimenticandosi di studiare e, ignorando completamente il bip della lavatrice che, come ogni volta, segnava la fine del lavaggio.
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LAVANDERIA [Sterek]
Teen FictionQuando si programma la vita momento per momento, non sempre si tiene in considerazione la variante imprevisto e Stiles non l'aveva minimamente considerata.