Ogni giorno era diventato più pesante dell'altro. La pesantezza della sua vita iniziava a schiacciarlo nonostante le persone a cui voleva seriamente bene dimostrassero di esserci per lui. Sua madre ci teneva a tornare la notte a casa e aveva anche conosciuto Taehyung come "quello che si prende cura di Jungkook." Tra cui un giorno aveva anche conosciuto Nam Joon che, preoccupato per le condizioni di Jungkook, aveva deciso di fargli una sorpresa a casa insieme a Taehyung e Woonho. Solo Woonho e Taehyung conoscevano il pieno crollo mentale di Jungkook, fatta eccezione per la parte col maestro Min Yoongi, per tutti gli altri era stato un grandissimo malinteso che aveva ripercorso la mente innocente di Jungkook. Ma sua madre era felice di vederlo circondato da così tante persone. Ma c'era qualcosa in Taehyung che non gli andava a genio. La signora Jeon non era mai stata invadente verso suo figlio, anche perché erano entrambi due persone chiuse. Ma dall'incidente con Min Yoongi ci teneva a sapere dove si trovasse e iniziava a dargli fastidio quando suo figlio spegneva il telefono solo da Taehyung, come se avesse qualcosa da nascondere.
"Non ti ho visto tutto il weekend." Jeon Heedo si era svegliata appositamente quel lunedì mattina per incrociare suo figlio in cucina. "Dove sei stato?"
"Mi fai da guardia del corpo a 25 anni?" L'ammasso di pentole che aveva usato Jungkook per cucinare straboccava dal lavandino.
"Voglio solo sapere, per curiosità, dove sei stato. È forse un segreto?" Il pranzo di Taehyung era pronto e Jungkook lo mise nei soliti contenitori.
"Sono stato da quel mio amico coi capelli biondi."
"Quale dei due?" Nel corso dei mesi Namjoon aveva seguito la moda di Taehyung e si era tinto anche lui i capelli di biondo. Scelta molto discutibile secondo i gusti di Jungkook.
"Taehyung."
"Ma vai sempre da Taehyung? A fare cosa?"
"Abita vicino l'agenzia quindi è comodo."
"Comodo per cosa? Mica lavorate nel weekend." Jungkook non aveva mai mentito a sua madre, ma sicuramente non poteva dirle che andava da Taehyung per baciarlo e stare in sua compagnia in generale. Non poteva proprio, in quel modo sarebbero cambiate troppe cose e non sarebbe mai riuscito a sopportarlo.
"In realtà ci stiamo preparando così tanto per gli spettacoli del mese prossimo che laboriamo anche nel weekend." Si sentiva sporco per aver mentito a sua madre, la persona che lo voleva più bene in assoluto. Ma non poteva fare altrimenti.La musica nelle cuffie suonava così forte da sorpassare tutte le voci fastidiose nella palestra. Jungkook voleva solo isolarsi a lavorare alla sua corporatura negli ultimi giorni.
"Jeon Jung Kook possiamo scambiare due parole?" Min Yoongi aveva provato varie volte nell'arco di un mese a discutere con Jungkook ma mai in pubblico.
"Certo maestro, dica pure."
"In privato." Colpo basso. Jungkook non si poteva mica rifiutare di seguire il suo professore, che lo aveva addirittura portato nella squadra. Spense il macchinario e segui il professore cercando con lo sguardo la testa bionda di Taehyung ma trovo solo Nam Joon.
Min Yoongi lo porto nella sua aula vuota e chiuse la porta dietro di se. "Posso sapere Erice mi stai ignorando così? Troppo impegnato anche solo per rispondermi a voce?"
"Mi pare di averti risposto ora."
"Jungkook voglio che tu mi dica cosa sta succedendo." I muscoli tesi delle braccia legate dietro la sua schiena sarebbero potuti scattare in avanti e colpire il professore più basso di lui, ma la sua parte razionale non avrebbe mai potuto farlo.
"No."
"No?"
"No."
"Jungkook.. Ti vergogni per quei pettegolezzi? Non devi, chi doveva pagare per quelli ha pagato, quindi non hai bisogno di sentirti in imbarazzo con me."
La faccia tosta con cui si rivolgeva a Jungkook gli faceva bollire il sangue nelle vene. Non era lui quello che doveva sentirsi in imbarazzo bensì il professore che aveva davanti, era lui quello che doveva vergognarsi anche solo di incrociare lo sguardo col ragazzo. Non il contrario. Fece qualche passo indietro e si inchinò davanti al suo maestro.
"Mi dispiace per ciò che è successo." I suoi gesti avevano totalmente colto alla sprovvista Min Yoongi che non aveva mai visto Jungkook inchinarsi in tutti gli anni che lo conosceva.
"Suvvia Jungkook.. non fare così."
"Ora mi scusi ma devo seriamente continuare il mio allenamento." Ed aspetto il suo permesso per uscire da quell'aula che lo stava soffocando. Senti le lacrime bruciargli nel occhi e corse in fretta nel primo cesso disponibile per vomitare il peso che aveva sullo stomaco, sperando di non venire etichettato come omosessuale uscendo.Fu difficile parlare con Taehyung di quello che era successo ma sapeva che se non l'avesse fatto sarebbe stato ancora più difficile farlo in futuro. Omise alcuni dettagli, omise il suo ritorno sotto la pioggia a piedi e le lacrime, omise la preoccupazione eccessiva di sua madre e la conversazione avvenuta nell'aula di danza. Ma nonostante quelle censure finalmente Taehyung capiva la tristezza di Jungkook, Yoongi era l'unico adulto di cui Jungkook si fidava e lo aveva tradito anche lui.
"Denuncialo. Non alla polizia, fai un rapporto alla nostra agenzia, sono sicuro che ci daranno un altro coreografo."
"Ci sono persone li dentro che lavorano con Yoongi da anni, non sarebbe giusto per loro."
Taehyung cerco di convincerlo ma la testa di Jungkook era ferma sulle sue idee. E fu allora che ci penso il biondino, che aveva alle spalle anni di problemi come questi: dal suo gruppo di sopporto per gli omosessuali Taehyung aveva sempre cercato di aiutare giovani con problemi, soprattutto minorenni, molte volte i ragazzini erano sotto minacce dei genitori o dei professori. Taehyung sapeva cosa doveva fare: doveva fare una squadra, sapeva che Jungkook andava molto d'accordo con Seokjin, Bada e Namjoon e iniziò a dire a loro che Min Yoongi aveva allungato le mani su di lui, non era vero, ma sapeva di non dover dare troppi dettagli sull'omosessualità di Jungkook, almeno non senza il suo consenso. I ragazzi erano disgustati, quell'anno in compagnia di Jungkook era stato il migliore della loro vita, avevano passato un anno con un compagno fantasma, a farsi domande su come fosse il suo carattere o quali fossero i suoi gusti, erano rimasti piacevolmente sorpresi della personalità calda del più piccolo del gruppo e loro erano sicuro dalla sua parte benché da quella del coreografo. Anche Woonho era dalla parte di Jungkook, anche lui aveva assistito a questo genere di situazioni. Erano più della metà del gruppo e sarebbe stato facile disperdere la voce fra i restanti, cosa che successe subito; Minseok e Hoseok erano schifati da quanto riportato, da Bada e Namjoon per la precisione. L'unico che restava in dubbio era Yeonjun, ma una sola persona non contava: Jungkook era in imbarazzo per il fatto che tutti i suoi compagni conoscevano l'accaduto ma ciò gli diede la forza per riportare il suo insegnante al loro manager, che si schiaffeggiò più volte il viso ripetendo "lo sapevo, lo sapevo." Effettivamente quale insegnante cerca di spingere in alto un ragazzo senza richiedere soldi in cambio? Jungkook si sentiva sempre più stupido per aver creduto alle sue parole, per aver passato notti in casa sua e avrei invitato nella sua stessa casa.I ragazzi ebbero una settimana di pausa per riorganizzare la loro scheda e dopo furono assegnati ad un altro insegnare: una donna sui 35 anni. I ragazzi erano molto entusiasti di conoscere la nuova insegnante e di lavorare sulle coreografie di Min Yoongi. Venne trasferito in un altro gruppo per un paio di settimane. Quando i suoi superiori gli dissero il motivo si senti sporco, pensava di aver sognato quel litigio con Jungkook invece era accaduto veramente, ecco perché quel ragazzo non gli rivolgeva più la parola. Ma chi si credeva di essere? Pensava forse di poter declassare colui che lo aveva portato alla ribalta? Per tutto il weekend si appostò sotto casa di Jungkook aspettando il suo ritorno, ma non lo vedeva mai tornare. Dopo il lavoro, il lunedì successivo, tornò con la macchina davanti casa di Jungkook aspettando di vederlo tornare e lo vide in compagnia dell'altro suo ex alunno, Kim Tae Hyung. Non poté fare molto e tornò a casa sua. Decise di tornare la sera dopo ma non lo vide tornare e quella dopo ancora, dove tornò finalmente da solo. Scese in fretta dalla macchina ed afferrò il ragazzo dalla manica che, essendo abituato ad abitare in una zona losca, si giro tirandogli un destro in pieno volto, scusandosi subito dopo aver notato che fosse Min Yoongi.
"Mi stai rovinando la vita ed osi persino tirarmi uno schiaffo??" Lui gli stava rovinando la vita?? Jungkook si era quasi buttato da un tetto a causa sua, non che lo avrebbe realmente fatto probabilmente, ma come osava dire una cosa del genere? Aveva mandato Taehyung a casa sua dicendogli che sua madre sarebbe tornata quella notte, ma ogni cellula del suo corpo spero di vederlo sbucare dalla strada per salvarlo da quell'orribile situazione.
"Io non voglio avere nulla a che fare con lui quindi me ne tornerei dentro." Cerco di afferrare il cellulare dalla tasca per chiamare sua madre, Taehyung, chiunque, ma Yoongi lo afferrò dale spalle girandolo così velocemente da fargli cadere il telefono. Nessuna chiamata.
"Stammi a sentire viziato del cazzo, tu non saresti niente." Calcò molto il "niente". "Senza di me. Se non ti avessi trovato io in mezzo alla strada adesso faticheresti il doppio di quella sgualdrina di tua madre." Le sue parole non gli fecero alcun effetto poiché aveva smesso da tempo di essere una persona rispettabile agli occhi di Jungkook.
"Spero che la licenzino." Yoongi gli restituì lo schiaffo, mettendoci tutta la forza che aveva nelle braccia muscolose. Jungkook non si giro e recupero il cellulare per rifugiarsi dentro al portone, lasciandosi cadere contro la porta subito dopo. Non avrebbe lasciato più perdere la situazione, avrebbe denunciato qualsiasi cosa all sua agenzia, avevano ancora un contratto da mantenere e Jungkook era il migliore del suo gruppo, il suo manager avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenerselo stretto.
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WITH OR WITHOUT YOU • Taekook
FanficRapito da un ricordo, Ballo da solo mentre sta piovendo Per quando sarà scomparsa la nebbia Correrò con i piedi bagnati. In quel momento, tienimi stretto.