Passeggiata contro il muro

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Il mattino dopo arrivò con una velocità allucinante, senza che né Izuku, né Eijirou fossero riusciti a dormire granché, soprattutto perché entrambi erano in pensiero per quello che l'altro avrebbe potuto dire.

Izuku alla fine non aveva più avuto il coraggio di riaccendere il cellulare e il rosso non aveva avuto le palle di risponde per paura di fare peggio di quanto aveva già fatto.

Mayu aveva praticamente sequestrato il verdino fino alle prime luci dell'alba, costringendolo a chiacchierare e ad aiutarlo a farsi la solita skin care, cosa a cui era stato sottoposto a sua volta, a detta del castano, per farlo sembrare più delicato nel caso gli avessero chiesto di nuovo di indossare il completo da maid. Argomento che il minore voleva evitare assiduamente, in parte per l'imbarazzo che aveva provato nell'indossare quella gonnellina tutta fronzoli al cospetto di uno dei suoi eroi preferiti.

Eijirou aveva fissato il cellulare per un tempo indefinito, ma era certo che fosse parecchio, perché ad un certo punto sentiva gli occhi bruciare come se fossero stati esposti ai raggi diretti del sole.

Il problema era che la giornata incombeva su di loro, con le responsabilità che gravavano sulle loro spalle.

Izuku fu il primo a darsi una sistemata, erano appena le sette di mattine e il locale non avrebbe aperto prima di mezzogiorno. Il sabato inoltre non aveva lezione all'università e avrebbe potuto prendersela più comoda, ma rimanere in quella stanza, con il peso di ciò che gli era successo il giorno prima a gravare ancora nella sua mente, lo costrinse ad infilarsi una tuta, così che un poca di attività fisica gli alleviasse un po' i pensieri.

Eijirou aveva il turno che iniziava di lì a poche ore, per le nove avrebbe dovuto trovarsi in agenzia, ma qualcosa che gli rodeva l'animo, lo costrinse ad alzarsi prima dal letto e con la valigetta che conteneva il suo costume da eroe, la consapevolezza che se fosse rimasto in quelle quattro mura che erano la sua camera da letto e il bisogno di un po' di aria fresca, uscì di casa senza una meta ben precisa.

Il verdino pensava che forse sarebbe stato meglio informare prima l'eroe di quel fraintendimento, quando gli aveva porto il bigliettino con il suo numero di telefono.

Forse si sentiva lusingato da quel gesto, o forse era solo basito di aver ricevuto il suo numero personale.

Con passi svelti e non prestando attenzione a dove fosse diretto, si muoveva per le strade maledicendosi per non aver saputo gestire meglio quella situazione.

Allo stesso modo, Eijirou camminava senza vedere effettivamente cosa gli girasse attorno o dove si stesse dirigendo, almeno fino a quando non svoltò un angolo e nemmeno due passi dopo, qualcosa lo colpì in pieno, non smuovendolo di un millimetro, ma risvegliandolo dai suoi pensieri.

Izuku era a terra, una mano a tenersi il capo che gli doleva incredibilmente, e un muro che non si aspettava a sbarrargli la strada.

Quelle che aveva colpito era di nuovo l'eroe dai capelli rossi che sembrava perseguitarlo dal giorno prima.

Con gli occhi che si spalancavano per la sorpresa, il verdino balbetto qualcosa che mal arrivò alle orecchie del maggiore, che nonostante tutto gli stava porgendo la mano per aiutarlo ad alzarsi.

«Izu chan, speravo proprio di...» ma s'interruppe quando si accorse di aver chiamato quel ragazzo che ancora a terra, con la maglietta che gli si era sollevata a rivelare il ventre ricoperto da bassi addominali.

La mano che il rosso stava porgendo, venne afferrata delicatamente.

«Mi chiamo Izuku.» lo corresse il verdino sollevandosi in piedi, «Izuku Midorya.»

«Scusa, hai ragione.» ridacchiò imbarazzato l'eroe, non accorgendosi di star ancora tenendo per mano l'altro ragazzo, «È che non so come comportarmi, ho fatto proprio una pessima figura...»

«Non c'è bisogno che ti scusi, avrei dovuto essere io a spiegarmi come si deve.» disse Izuku profondendosi in un profondo inchino, dimentico a sua volta della propria mano stretta a quella del maggiore, «Non so veramente come farmi perdonare.»

«Mi sa che allora dovremmo farci perdonare entrambi.» continuò il rosso notando la mano ancora intrecciata con quella di minore e ritirandola come se si fosse scottato.

Il verdino arrossì leggermente quando si accorse del calore e di quanto fosse sudata la mano di Eijirou, ma sorrise per nascondere il nervosismo.

«Allora forse potremmo offrirci un caffè a vicenda.»

La Maid e L'EroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora