Ritorno al lavoro

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In un tempo davvero esiguo, Izuku si fece la doccia, si asciugò e indossò un completo da maid pulito, prestato gentilmente da Mayu che era tornata a servire i clienti con il suo solito brio.

Un solo tavolo la brunetta ignorò con sdegno, cedendo le loro ordinazioni ad uno dei butler che a sua volta li trattò freddamente.

«Ma sono sempre così maleducati?» chiese Denki con il broncio, le braccia incrociate al petto, lanciando comunque delle occhiate alla maid, che ogni volta che per sbaglio incrociava lo sguardo con lui, si volta infastidita.

«No cretino, è colpa tua che ci hai fatti scoprire e hai creato casino, alzandoti e invitando tutti ad avvicinarsi.» rispose arrabbiata Mina che sorseggiava la sua bevanda con poco gusto, «Ora non posso neanche godermi Sho kun, mi sta ignorando.»

«Sarebbe meglio se ce ne andassimo, non credo che siamo ben visti ora come ora.» disse Hanta che non aveva nemmeno sfiorato il suo caffè nero, «Vado a pagare il conto, voi avviatevi pure.»

Le lamentele della ragazza dai capelli rosa seguirono il ragazzo che aveva abbandonato il tavolo e disturbando Mayu che con uno sbuffo aveva superato il loro tavolo ignorando il biondo che si era inginocchiato sulla sedia per seguirla con lo sguardo.

«Ci vediamo dopo, io non sono riuscito a scusarmi con la ragazza dai capelli verdi.» s'intromise Eijirou che teneva tra le mani il calice che aveva sostituito quello infranto poco prima, «Vi chiamo per aggiornarci.»

«Vedi di non darci buca come al tuo solito, stasera finalmente viene anche Bakugou a bere con noi.» lo ammonì Denki, il cappello abbandonato sulla sedia ora che non serviva più nascondere il suo volto.

«Come vuoi, ciao.» terminò il rosso e salutando gli amici che uscivano dal locale, mentre loro ricambiavano i saluti degli altri clienti del locale.

Izuku tornò a lavorare nell'esatto momento in cui la porta si richiuse dietro i tre eroi, non accorgendosi che il rosso non fosse con loro.

«Tutto bene Izu chan?» chiese la titolare sporgendo il capo da dietro la tendina che divideva la cucina dal resto del locale.

«Sì grazie.» rispose il verdino avvicinandosi a lei che si spinse in avanti per accarezzargli i capelli.

«Non hai fatto nulla di sbagliato, sono cose che capitano, va bene?» gli occhi gentili che erano contornati da piccole rughe d'espressione per il sorriso dolce che le solcava le labbra, confermavano la serenità delle sue parole, facendo sorgere una singola lacrima agli occhi del verdino che ricambiò il sorriso.

«Si Sayuri san.» e con quelle parole prese il vassoio che la donna gli consegnò per tornare al proprio lavoro.

Solo in quel momento si accorse, che nel tavolo in cui prima erano seduti gli eroi, vi era ancora qualcuno accomodato.

Per un istante ebbe la tentazione di scappare, di non volerlo più vedere per non ricordare la pessima figura subita davanti a lui, ma poi si ricordò che quello era il suo luogo di lavoro e che quel tavolo in particolare era uno di quelli assegnati a lui.

Così, racimolando tutto il suo coraggio, gran poco in effetti, si avvicinò al tavolo mantenendo l'espressione più neutra che potesse.

Il cuore gli martellava nel petto mentre, con una mano protesa verso la parte vuota del tavolo, si rivolgeva a lui.

«Posso portare via Master?» domandò, ma accorgendosi subito di quanto la sua voce sembrasse acuta e quasi innaturale.

«Come scusa?» chiese Eijirou balzando in piedi e nello stesso momento lasciando cadere a terra il bicchiere ancora pieno di birra che s'infranse in mille pezzi.

Gli occhi di tutto il locale si volsero nella loro direzione.

La Maid e L'EroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora