La moto sfreccia in città

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Ad Izuku non gli fu neppure permesso di togliersi il completino da maid che aveva addosso, l'eroe gli avvolse attorno la felpa che indossava, abbastanza grande da arrivargli fino a metà delle cosce, e così conciato venne fatto salire sulla sella di una moto così grossa, che anche un gigante l'avrebbe guidata a fatica.

Con Eijirou davanti e le braccia strette con forza attorno al suo addome, sfrecciarono tra le strade trafficate della città, superando macchine lente e svoltando ogni volta che vedevano un semaforo diventare rosso.

In meno di cinque minuti erano già dall'altra parte della città, davanti un complesso di appartamenti nuovi.

Con mano gentile il rosso diede una mano al minore a scendere dalla moto, la gonna che si sollevò inevitabilmente mostrando le cosce ricoperte di efelidi, fece fremere il maggiore che a stento non si caricò il corpo del verdino in spalla per portarselo in casa, l'immagine di un cavernicolo con la clava gli si parò nella mente, fermando le braccia che stavano per afferrarlo, mutando il gesto solo in una stretta attorno alla sua vita per guidarlo verso la porta dello stabile.

Un ascensore arrivò immediatamente appena Eijirou ne premette il pulsante di chiamata.

«Sembra un bel posto.» disse Izuku cercando di mandare giù il groppo che gli si era formato in gola, la paura che magari stessero correndo un po' troppo, premeva nel suo cervello facendolo tremare leggermente.

«Mi è stato fornito dalla mia agenzia, intendo l'appartamento. Così sono più vicino all'ufficio.» rispose il rosso in imbarazzo, sentendo la distanza che si era creata durante il viaggio.

«Sì, so che lavori per l'agenzia di Fat Gum, sembra tanto un eroe carino, piace tanto ai bambini dell'ospedale dove faccio tirocinio a volte.»

«È gentile, ma è anche in grado di picchiare duro, appena ho iniziato a lavorare per lui, ai tempi della scuola, non riuscivo a batterlo nemmeno a volerlo.» disse Eijirou ripensando al periodo della scuola.

«Nemmeno con il quirk attivo?» domandò Izuku voltandosi, gli occhi che brillavano.

Un sorriso sornione sollevò le labbra del maggiore che attivò il quirk su una parte del volto. Il risultato fu quello che si aspettava, il verdino praticamente gli si spalmò addosso per andare a sfiorargli con la punta delle dita il volto trasformato.

Non si fece scappare l'occasione, con un gesto brusco gli avvolse le braccia attorno alla vita, stringendoselo ancora più contro. Le mani di Izuku si andarono a posare sulle sue spalle, il movimento lo aveva destabilizzato, anche perché indossava le scarpe con il tacco della divisa da maid.

«Red Riot.» chiamò il minore incrociando gli occhi con quelli di lui, perdendosi in quel mare di fuoco che sembravano trasmettergli, calore che si propagò immediatamente sul suo inguine.

«Chiamami Eijirou.» e si sporse in avanti con il capo, fino a trovarsi ad un soffio dalle labbra del verdino.

Un dolce profumo di cioccolato arrivò alle narici del rosso, che aspettava che fosse l'altro a compiere quel piccolo passo che li separava.

Il din che comunicava il loro arrivo al piano interessato, avrebbe potuto rompere quella magia che li stava legando, invece fu la spinta che servì ad Izuku per posare le labbra contro quelle dell'eroe, che subito lo tirò su per farsi avvolgere con le gambe il busto, uscendo dall'ascensore prima che le porte si chiudessero.

Gemette il minore quando la sua schiena venne premuta contro il legno di una porta, i movimenti di Eijirou, che probabilmente cercava le chiavi di casa nelle tasche, lo stavano mandando all'inferno. Sentiva dolere l'erezione nei pantaloni talmente tanto che se quella porta non si fosse aperta all'istante e il maggiore non lo avesse toccato dove voleva, rischiava di morire per autocombustione.

La porta finalmente si aprì e richiuse con un colpo secco, nascondendo il verso osceno che lasciò le sue labbra quando la lingua prepotente di lui, non gli si infilò in bocca iniziando un gioco tortuoso e bollente.

«Eijirou non ce la faccio più.» balbettò Izuku staccandosi dalla bocca di lui e scendendo da quell'abbraccio che gli impediva la ricerca del piacere che bramava.

«E cosa vuoi?» chiese il rosso lasciandolo andare.

«Voglio che vai a metterti la tua divisa da eroe.»

La Maid e L'EroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora