Proviamo a scusarci

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«Mayu ho fatto una figura orribile.»stava piangendo Izuku seduto su una delle panche, messe a disposizione per i dipendenti, nello spogliatoio dove il collega l'aveva fatto rifugiare.

«Non ci pensare, non è successo nulla di grave.» il ragazzo che si era tolto i codini di capelli finti fissati sulla sua testa con un paio di mollettoni, stava seduto accanto al verdino e con un panno umido gli puliva il viso dove il mascara era colato fino al mento.

«Però erano eroi e...guardami, sono imbrattato di carne dalla testa ai piedi.» le mani posate sul ventre che tormentavano il grembiulino bianco ora macchiato.

«Sono solo eroi, non dei scesi in terra. La tua è una vera e propria fissazione, dovresti cercare qualcosa di meglio da venerare.»

«Tipo te e le tue doti sul trucco?» chiese il minore alzando gli occhi al cielo.

«Mi sembra ovvio, non hai visto quanti occhi ti scrutavano? Erano tutti incantati dalla tua bellezza.» sorrise Mayu rimettendosi i codini e aiutando l'amico a rialzarsi dalla panca, «E ora togliamo questo vestito tutto sporco per mettere quello mio di riserva.»

«Ma se sei venti centimetri più alto di me.» disse basito Izuku togliendosi il cerchietto e il grembiulino.

«Sì, ma sono anche molto magro, forse anche più di te.» e nel dirlo gli fece il solletico sulle costole, «E già, senti qui quanti muscoletti che ha il mio Izu cha.»

Le risa si diffusero per tutto l'ambiente, con Mayu che non lasciava andare il minore, stringendoselo a sé con fare affettuoso, scompigliandogli i capelli ancora macchiati e beandosi del bel sorriso che ora gli sorgeva sul volto.

«Mi piaci molto di più quando sorrisi.» disse lui tornando ad interpretare il suo ruolo da maid, la voce tornata acuto, con un inflessione più femminile.

«A me piaci a prescindere, sei fantastica Mayu chan.» e con quelle ultime parole iniziò a spogliarsi anche del vestitino, ma non fece in tempo ad abbassare completamente la cerniera, che un bussare deciso lo interruppe.

«Chi è?» chiese la brunetta, andando ad aprire la porta e mutando il sorriso che le era nato dopo il momento condiviso con Izuku, in un espressione dura e furente appena vide chi fosse stato ad interromperle, «Cosa vuole? Non le pare di aver già fatto abbastanza confusione?» sbraitò arrabbiata puntando un dito sul petto dell'energumeno con i capelli rossi.

«Chi c'è?» chiese il verdino tenendosi sollevato il vestito e avvicinandosi alla porta.

«Sono solamente venuto a porgere le mie scuse per la situazione incresciosa avvenuta poco fa.» disse con tono formale Eijirou chinandosi in un profondo inchino che fece fare un balzo indietro al minore che si nascose dietro il collega che con un braccio gli fece da scudo.

«Non sarebbero servite le scuse se foste stati in grado di sistemare questa faccenda. Anzi era meglio se non foste proprio venuti a disturbare.» lo rimproverò Mayu voltando le spalle all'eroe e sospingendo Izuku dentro lo spogliatoio per poi chiudere la porta alle loro spalle, dritta contro la faccia del rosso, che fisso il legno che per poco non gli si schiantò sul naso.

«Mayu questo è stato cattivo.» la rimproverò il minore togliendosi alla fine il vestito, pronto per andare a lavarsi.

«Si meritava anche di peggio, soprattutto il biondino di là che si pavoneggiava come un pappagallo in amore, se solo non fossi vestito così gli avrei dato un ceffone che...» ma le parole gli morirono in gola quando voltandosi vide il fianco dell'amico dove un brutto ematoma violaceo stava comparendo nel punto in cui era stato colpito, «...ma porca merda, quella ragazzina doveva avere la forza di una montagna, guarda che livido.» e gli sfiorò la pelle macchiata.

«In effetti sembrava che mi avesse colpito un tir, deve aver un quirk di super forza, o magari è semplicemente una maggiore densità ossea, come quell'unicità che rende il tuo corpo come roccia? Non è che invece le sue ossa sono di ferro ed è per questo che mi ha fatto tanto male?» mille parole cominciarono ad uscire dalla bocca di Izuku, il tutto mentre l'altra lo sospingeva verso le docce, ignorando completamente il suo sproloquio.

La Maid e L'EroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora