Malinteso

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«Forse ho esagerato nel liquidarlo così?» chiese Izuku a Mayu alla fine del turno.

Erano entrambi nello spogliatoio e il verdino si era già tolto il completino per infilarsi i suoi jeans sformati e le scarpe di un numero troppo grande.

«Io avrei fatto di peggio.» rispose l'altro dopo aver rimosso i codini e infilato i vestiti che indossava sempre quando era il momento di ritornare a casa, pantaloni della tuta e T-shirt, altrimenti i litigi erano garantiti.

«Ma tu quando ti ci metti sei crudele. Io ho paura anche della mia ombra, a volte.» rispose il minore allacciando le scarpe più strette che poté, tutto per evitare che volassero via.

«Ancora non capisco come fai a sopportare le lezioni di anatomia con il tuo cuore sensibile, ci vuole fegato per vedere quei sbudellamenti.»

«Non sono sbudellamenti, servono a capire come far guarire le persone, se solo prestassi più attenzione...» ma venne interrotto da un dito premuto con forza fra le sue sopracciglia.

«Smetti di parlare di medici, dimmi solo come va il fianco.» e nel parlare Mayu assunse un tono più mascolino, meno fine ed elegante, come se stesse tornando ad essere quello che gli altri si aspettavano.

«Sto bene, nello zaino avevo una pomata e l'ho già messa.» e con quelle parole si avviarono fuori dal locale, non aspettandosi di trovarsi però la strada sbarrata da un muro di pietra.

«Oh, scusatemi ragazzi.» disse con voce bassa il muro, che aveva interrotto la caduta rovinosa che Izuku stava per fare, afferrandolo per il polso.

«Non ti preoccupare.» rispose il verdino scostandosi da quello che non era un muro, ma un robusto uomo tutto muscoli.

«Stavo aspettando una ragazza, ma forse me la sono persa.» continuò il maggiore, ma quando gli occhi di Izuku si sollevarono e incontrarono quelli bonari di Red Riot in divisa da eroe.

«Chi...chi...chi stavi aspettando?» domandò il verdino spaventato, o per meglio dire, spaventato che lo avesse riconosciuto.

«Si chiama Izu chan, o almeno così l'ha chiamata la sua amica.» rispose il rosso avvicinandosi al castano, «Tu le conosci?»

«Sì, ma sono andate a casa da parecchio, forse è per questo che non le hai incrociate.» s'intromise Mayu avvicinandosi all'eroe e al contempo nascondendo Izuku dietro di sé.

«Che peccato, avrei tanto voluto scusarmi con lei, purtroppo mi sono comportato in modo increscioso.»

«Sarà per la prossima volta.» e con quelle parole, la mano avvinghiata al polso dell'amico, si avviò per la strada che dovevano imboccare, ma qualcosa interruppe ancora il loro percorso.

L'altro braccio di Izuku era stato afferrato di nuovo da Eijirou che lo stava trattenendo con forza.

«Tu sei suo fratello? No, perché siete identici.» disse con un sorriso smagliante in volto.

«Come scusa...» ma anche le sue parole vennero interrotte, da Mayu che gli si fece di nuovo davanti.

«Sì, è suo fratello, ma non per questo ti devi comportare in questo modo con lui.» e gli schiaffeggiò la mano per fargli mollare la presa che solo allora il rosso si rese conto di avere sul polso del minore.

«Oh, chiedo scusa, ma ho pensato che se sei suo fratello potresti chiederle d'incontrarmi, magari così riesco a scusarmi come si deve.»

«Io non saprei...» e nella mano gli venne messo un biglietto da visita con su scritto il nome da eroe del maggiore e un numero di telefono scritto a penne altro a quello della sua agenzia eroistica.

«Daglielo e dille che aspetto sue notizie.»

Sparì nella notte com'era arrivato e lasciò i due che si fissavano e alternativamente guardavano il biglietto da visita.

La Maid e L'EroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora