Clienti importanti

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Gli ordini si susseguivano ad una velocità incredibile e Izuku per un attimo si sentì spaesato, veniva chiamato molto più spesso in confronto a quando indossava abiti maschili, venendo richiesto anche dalle sue solite clienti abituali, che però non lo riconobbero, confondendolo con una ragazza.

Il trucco, per quanto leggero, che gli aveva messo Mayu chan, aveva stravolto i pochi tratti maschili del suo volto rotondo e gioviale.

Molte volte lo avevano confuso con un adolescente, nonostante i ventun anni passati, ma questo non lo aveva mai turbato, non come l'essere confuso con una ragazza.

I latte alle fragole o al macha, venivano accompagnati da torte ricolme di panna montata, e da biscotti multicolore che le giovani clienti fotografavano tra i risolini generali. Mentre i ragazzi preferivano piccoli tramezzini al cetriolo e caffè nero, più per fare scena che per vero gusto personale. Raramente venivano ordinati panini, ma era per quei padri che accompagnavano moglie e figli in un luogo carino e particolare.

Ma quel giorno, a quel tavolo dove erano seduti tre ragazzi e una ragazza, tutti con una mascherina a nascondere parte del volto e i cappelli con la visiera a nascondere il resto, un panino imbottito con tutti i tipi di carne che il locale forniva, venne ordinato dal ragazzo più muscoloso del tavolo.

Izuku aveva scritto la comanda non mutando il bel sorriso che lo contraddistingueva, ma rimanendo comunque sorpreso, anche dal fatto che gli amici non lo avessero deriso per quel tipo di ordine, soprattutto in un luogo come quello.

Inoltre era stata ordinata anche una birra, cosa che il verdino non era sicuro fosse nel listino.

«Mi dispiace, master.» disse Izuku, chiamando il cliente in quel modo che era solito per le maid, al posto di lord, come avrebbe fatto se fosse stato con la sua solita divisa da butler, «Andrò subito a controllare se è disponibile.» e dopo aver preso l'ordine anche degli altri clienti del tavolo, si profuse in un inchino, prima di andare verso la cucina a verificare la disponibilità della birra.

«Che ragazza carina.» fece l'unica ragazza seduta al tavolo, sistemandosi meglio il cappellino sulla testa, che continuava a scivolare da tutte le parti, come se non volesse stare aderente al suo capo.

«Io preferisco quella bellezza là in fondo.» rispose il più minuto della compagnia, un ragazzo magro che indossava attorno al collo un collarino di cuoio leggero.

«Certo.» rispose quello dei tre che sembrava più normale, come se avesse capito qualcosa e gli altri no.

L'ultimo, che era il più alto e il più massiccio, con dei muscoli che a malapena riuscivano ad essere contenuti dalla felpa che indossava, aveva seguito con lo sguardo il verdino, non distogliendo gli occhi dalla porta dietro cui era scomparso.

«Mi sa che Eiji è già innamorato.» continuò la ragazza ridendo un po' troppo forte, richiamando l'attenzione degli altri tavoli accanto a loro, che iniziarono immediatamente a bisbigliare indicandoli.

«Mina, abbassa la voce o ci farai riconoscere immediatamente.» la rimproverò il secondo ragazzo, calandosi maggiormente il cappello sui capelli neri lunghi fino alle spalle.

«E allora, come se fosse un problema se ci scoprissero. Alla fine non siamo mica dei criminali.» fece il minore, lo sguardo che non si staccava dalla ragazza che si era piegata per posare i gomiti sul tavolo dove tre signori molto più vicini alla mezza età che alla ventina, la fissavano quasi con la bava alla bocca e gli occhi fuori dalle orbite, «Se servisse a richiamare l'attenzione di quella ragazza, sbandiererei il mio nome ai quattro venti.» e nel dirlo quasi si alzò per fare ciò che stava dicendo.

«Se non vuoi che ti prenda per le orecchie, ti conviene sederti di nuovo.» riprese il corvino posando una mano sulla spalla del minore, che per poco non aveva perso il cappello, ma lasciando vedere, involontariamente, i bei capelli giallo limone, su cui spuntava una saetta nera ben riconoscibile.

«Ma quello non è Chargebolt?» chiese una ragazza accanto al loro tavolo che aveva riconosciuto il biondo.

«Sì e lui.» rispose l'amica balzando in piedi, il dito puntato contro di loro emozionata, «E c'è anche Pinky, Celophan e Red Riot.»

Nell'urlare i nomi di quegli hero molto amati, tutti i clienti del locale si alzarono per correre loro incontro.

La Maid e L'EroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora