Capitolo Tre

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Marco
Aveva osservato la sua esibizione con un ssorrisetto sulle labbra. La canzone era ritmata, la sua presenza scenica era innegabile e soprattutto quell'aria da ragazzino della mala lo attraeva. Annalisa gli si avvicinò, da poco aveva terminato la sua esibizione e aveva ancora un accenno di fiatone. "ciao mostriciattolo. Hai già scoperto l'IBAN della nostra nuova preda?" gli chiese lei, un sorriso sulle labbra morbide e un ammiccata con le sopracciglia. Marco rise coprendosi gli occhi con la mano "No, peggio. Mi sono avvicinato chiedendogli addirittura scusa per averlo urtato" rispose ridacchiando. Annalisa assunse una finta espressione stupita "Ti prego no, dimmi che non ci è cascato, non può essere così facile per te Marco, non è giusto!". Marco diede un colpo di spalla "Ma ti prego, mi conosci, ovvio che ci è cascato. Abbiamo parlato un bel pò e non so... c'è qualcosa in lui che non riesco a decifrare. Voglio parlarci ancora... che dici se lo invito per un caffè?" le chiese mentre ancora lo fissava cantare e muoversi sul palco. Diamine se era bravo. "Marco per favore, non fare il timido proprio ora. E' carino, se ti sembra che ci stia, perchè no?" concluse alzando le spalle. Continuarono a chiacchierare finchè l'esibizione del moro non fu terminata. Marco sapeva che di li a poco l'avrebbe visto e pregava che accettasse l'invito. Anche se insomma...perchè avrebbe dovuto? Nemmeno lo conosceva, avrebbe avuto tutti i motivi per evitarlo. E invece con sua grande sorpresa accettò. L'appuntamento era previsto per il giorno dopo e Marco già sentiva l'ansia crescere. "Che vita di merda la vita da ansiosi" si disse tra se e se mentre notava un ragazzo dai lunghi capelli e gli occhiali da sole avvicinarsi.
"Non ci credo... Willye il prinicpe di Bel Air!" lo prese in giro avvicinandosi. "Questo qui parla un sacco per essere un bianco!" esclamò l'altro allargando le braccia. Si abbracciarono forte, non si vedevano da anni ed essendo davvero buoni amici cominciarono a parlare tra loro con la confidenza che si può avere solamente quando conosci una persona. Quando la conosci sul serio.

Alessandro
Era appena tornato dietro le quinte dell'immenso teatro. Era sempre così difficile esibirsi sul palco, davanti alla folla che ti guarda attonita, eppure era la cosa più normale del mondo. Metteva piede sul palcoscenico e subito diventava un altra persona. Non era più Alessandro, il ragazzo timido e riservato che si era chiuso a chiunque. Lassù era soltanto Mahmood, un ragazzo che aveva tanto da dire a tutti e che aveva tanto da dimostrare soprattutto a se stesso. Si diresse verso i camerini, un pensiero che gli aleggiava nella mente. Lui era lì? L'avrebbe rivisto? e soprattutto...a lui che diavolo importava? Da anni ormai evitava cautamente le relazioni interpersonali, succede spesso quando si soffre. E lui di sofferenza ne sapeva qualcosa, forse ne sapeva anche troppo. Svoltò ed ecco che cominciava a sentire la sua voce in lontananza, così vispa e viva. Si fece scappare un sorrisetto tra se e se ma si ricompose subito: non era il caso di essere smielati. Ed ecco che finalmente lo vide...abbracciato ad un altro ragazzo. Nemmeno cinque minuti dal suo invito a bere un caffè e già si era fiondato su qualcun'altro? Come al solito benedisse se stesso per non essersi lasciato andare. Che idiota era stato!
Si avviò verso di loro a passo svelto e li superò, urtando ancora una volta il braccio di Marco mentre se ne andava via infuriato. Il caffè poteva berselo tranquillamente da solo.

Due Vite - Amore alle Prime ArmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora