Alessandro
Si sentiva agitato, girava per casa vestito di tutto punto mentre l'ansia lo corrodeva. Alberto era stato chiaro fin da quando era bambino: quando chiamava, doveva essere rapido ed impeccabile. "Il comando è prima di tutto una questione di apparenze" gli aveva detto quando, a soli dodici anni, lo aveva picchiato fino a farlo sanguinare per essersi presentato in jeans e canotta ad una sua chiamata. Da lì, aveva imparato la lezione e dopo cinque minuti esatti dalla chiamata era già vestito di tutto punto. Aveva lo smoking, gemelli ai polsi, una colonia costosa da far girare la testa, scarpe abbinare e l'immancabile orologio enorme e pacchiano che tanto amava. Che diavolo avrebbe potuto chiedergli? Si mordeva il labbro cercando di sciogliere il rompicapo, erano anni che non lo sentiva ed ora di colpo ricompariva. In un angolo della sua coscienza fece capolino un nome: "Marco". Tremò al solo pensiero e lo scacciò via con forza. Non era possibile, non poteva essere possibile. Sentí un clacson richiamare la sua attenzione e si affacciò: il solito suv nero lucido. Scese di corsa."Mio Nipote, quanto ti sei fatto grande!" Esclamò vedendolo entrare nel ristorante e alzandosi, spalancando le braccia. Era più stempiato di quanto ricordasse ma manteneva l'autoritaria austerità che lo contraddistingueva. Alessandro salutò con un cenno educato del capo, lasciando che lo abbracciasse. Puzzava di colonia come lui, un odore che lo disgustava. Serviva a coprire la puzza di criminalità. Si sedettero al tavolo, la cena arrivò proprio in quel momento. Aveva già ordinato per lui: filetto alla Wellington con patate, il piatto che da piccolo amava. Alberto sorrise e lo guardò "ti ricordi quanto ti piaceva?" Chiese. Alessandro annuì "si che mi ricordo, lo ordinavi sempre per me quando facevo i capricci, per calmarmi". Lo ricordava bene, quante volte l'aveva picchiato e poi premiato con quel misero filetto. Lo odiava allora e dopo anni, lo odiava ancora. Trascorsero minuti mentre Alessandro mangiava. Di tanto in tanto lo osservava, Alberto si dedicava ad una entrecote di manzo con verdure grigliate con particolare attenzione. Parlarono con parole di circostanza, discorsi vuoti: Alessandro sapeva bene che ci stava girando attorno e sapeva bene che a breve sarebbe arrivata la richiesta. "Vedo che ti sei fatto un nuovo amico vero? Chi è questo Marco che ti vola vicino vicino Alessandro?" Esordì. Ad Alessandro il boccone stava andando di traverso. Sgranò gli occhi tossendo e bevendo dell'acqua dal bicchiere in vetro. "Calmo ragazzo, era una domanda innocente" sogghignó Alberto. Aveva trovato un punto d'accesso e non avrebbe esitato a farci leva.
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Due Vite - Amore alle Prime Armi
FanficMarco e Alessandro non potrebbero essere più diversi tra loro: Marco dolce ed espansivo, Alessandro timido e riservato. Ad unirli sono la musica ed il destino che li porterà ad avvicinarsi sempre di pù. fan fiction ispirata a Marco Mengoni e Mahmood.