Capitolo 1 - King's Cross

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-Scorpy, ricordati di scriverci ogni tanto!- con un sorriso un uomo biondo e alto salutava il figlio undicenne al binario 9¾ della stazione King's Cross. Il piccolo annuì, abbediente come al solito, e si scostò dalle carezze affettuose della madre, sussurrando al padre di non usare quel nomignoli davanti a tutti.
I genitori lo abbracciarono un'ultima volta e lo lasciarono salire su uno dei vagoni, continuando ad agitare le dita per salutarlo.
Un lampo rosso in quei suoi occhi grigi lo fece voltare: una ragazzina dai capelli di fuoco raccolti in una morbida coda teneva le braccia al collo della madre. Non osò avvicinarsi, ma si precipitò subito all'interno dell'Espresso per trasferirsi verso il vagone più vicino a lei. Aveva degli occhi azzurri e limpidi, che riflettevano quelli della madre di un bruno intenso. La famiglia venne raggiunta da un uomo alto che aveva gli stessi capelli neri del figlio e gli identici grandi occhi verdi.
L'uomo occhialuto posò una mano sulla testa di un ragazzino rosso urlando un -HUGO!- che poteva essere sentito anche a bordo del treno e poi abbracciò i due adulti.
-Ciao Ron, fratellone!- disse la donna che doveva essere la moglie del nuovo arrivato. L'uomo dal petto largo e dalla chioma rossastra sbruffò alle smancerie della sorella e si rivolse a sua figlia.
-Rose, grazie al cielo non sei una zuccona come me. Hai ereditato il cervello di tua madre!- disse ammiccando alla sua destra -Quindi non farti superare da Malfoy, il figlio di Draco ha la vostra età ed è quello lì che ti sta fissando da un'ora!- indicò con l'indice il vetro del vagone davanti a loro. Subito Scorpius si sentì imbarazzato e cercò di guardare altrove. Dunque la ragazzina doveva essere davvero intelligente se i suoi genitori pensavano che potesse battere un Malfoy senza problemi. Anche se in quel momento sembrava solo uno stupido: chi può mai mettersi in mostra origliando in tal modo?
E mentre pensava questo, sentì la voce di suo padre provenire dal gruppo davanti a lui.
-Non prendertela con mio figlio, Ronald!- aveva poggiato la mano sulla sua spalla -Ciao Potter!- quasi non lo guardò in volto mentre sibilava il suo nome -E ciao Hermione- si accorse che il suo tono di voce doveva essere stato troppo dolce, e cercò di rimediare aggiungendo un "mezzosangue" di scherno per il quale ricevette un leggero pugno sul petto da Astoria.
Non poteva aver sentito bene. Forse il troppo imbarazzo aveva confuso quelle lettere. Non poteva essere quell'uomo occhialuto il famoso Harry Potter di cui il padre gli raccontava quasi ogni notte, quando non parlava di Severu Piton o Hermione Granger.
Un fischio acuto ribadì a tutti i presenti l'imminente partenza, e come tutti i maghi presenti, il gruppo si sciolse dai due ragazzini per lasciarli salire a bordo. I loro genitori gli avevano sicuramente detto di sedersi vicino al ragazzino biondo, perché salirono proprio sul suo vagone.
Si sedettoro l'uno accanto all'altro, entrando con un breve -ciao- di saluto. Subito arrivaro altri due ragazzi nient'affatto loquaci che si limitarono a mangiare le proprie Cioccorane e scambiarsi figurine per tutta la durata del viaggio.
Il treno partì con un gran soffio seguito dal potente rombo del motore.
-Io sono Scorpius!- disse il biondino sapendo di dover in qualche modo sciogliere il ghiaccio e liberare tutti dall'imbarazzo.
-Io sono...-
-Rose...- Scorpius concluse al suo posto, ma subito cercò di giustificarsi -Cioè, prima ho sentito tuo padre che ti chiamava così quindi... cioè, no, non stavo origliando- che figuraccia, per giunta davanti a così tante persone.
-Sciocco! Ce ne siamo accorti tutti, ma non devi preoccuparti!- disse la ragazza porgendogli la mano. Scorpius rispose velocemente a quel gesto stringendo le dita della ragazza. Erano affusolate, sottili come l'intera mano, dalla superficie delicata. Immaginò che anche quella del suo viso perfettamente ovale doveva essere altrettanto morbida.
Poi si rivolse al ragazzo seduto accanto a Rose che continuava a guardare le ruote del treno che sfrecciavano sulle rotaie producendo un fastidioso stridio. La ragazza gli scosse il braccio sussurrando un breve nomignolo al ragazzino. Con un mugolio, portò gli occhi all'interno della cabina.
Ispezionò il ragazzo dai suoi stivali neri tirati a lucido al suo cravattino d'argento.
-Scusa, ero distratto.- Rose sbuffò e gli intimò di non fare l'antipatico o gli avrebbe lanciato una maledizione.
-Albus Severus Potter-
-Cavolo, ma allora ho sentito bene- nascose un po' di imbarazzo nell'ammettere di aver origliato -tuo padre è Harry Potter!- Scorpius aveva gli occhi sgranati per la curiosità. Nonostante ricordasse una certa avversione da parte dei Malfoy per la casata dei Potter, non poteva non riconoscere le imprese del Prescelto.
-Tu. Devi. Parlarmi. Di. Lui.- scandì bene ogni parola e in cambio ricevette una promessa da quel bambino taciturno.
-Tu andrai fra i serpeverde Malfoy?- sbottò Albus
-Beh Sev, non è detto. Il cappello parlante non ha avuto dubbi su mio padre, ma non abbiamo molto in comune. Lui mi dice di esser stato molto riservato quando era negli ultimi anni, dice di aver rifiutato l'aiuto che gli serviva, un po' come faccio sempre io. Per il resto- venne interrotto da Rose che completò la frase a modo suo.
-Per il resto, hai i suoi stessi occhi grigi, gli stessi capelli che sembrano fili d'argento, persino la tua voce è simile alla sua!- scoppiarono tutti a ridere, anche Albus che sembrava piuttosto preoccupato. Suo padre gli aveva assicurato che l'assegnazione alla Casa non aveva molta importanza, perché sarebbe rimasto ad ogni modo un grande mago. Anche un Serpeverde poteva essere coraggioso, Harry era stato chiaro: l'uomo più coraggioso che avesse mai conosciuto era Severus Piton, il Principe Mezzosangue. Si sentiva in qualche modo attratto dal fascino di quel soprannome, ma suo padre non aveva mai voluto raccontargli altro della sua storia. Ma Serpeverde era anche la Casa di Voldemort. Al contrario non conosceva Grifondoro che non fosse stato leale, onesto, altruista e coraggioso. Non gli rimaneva che scegliere.
Rose e Scorpius continuarono a chiacchierare fino all'imbrunire, coinvolgendo di tanto in tanto Albus e gli altri due o cercando di acchiappare il rospo della ragazza.
Il treno frenò di colpo con un lungo stridio che costrinse la maggior parte dei viaggiatori non abituai a stringere le orecchie fra le mani, mentre altri vennero sbalzati via dal brusco arresto del motore. Presero sottobraccio le proprie valige e cercarono l'uscita del treno insieme. Gli altri due ragazzi erano scappati tenendosi per mano e li avevano lasciati soli nel vagone.
Portarono i bagagli verso il mucchio di valige accanto all'uscita. Come aveva ripetuto il Capotreno, sarebbero state trasportate a scuola nelle stanze dei nuovi arrivati, non appena fosse stata resa nota la Casa di appartenenza.
Albus scese per primo, e la brezza fresca dei primi di settembre accarezzò il suo volto come un soffio leggero, un lieve sussurro. Rose gli mise un braccio attorno alle spalle e posizionò l'altro su quello di Scorpius, proteso verso di lei.
-Ed ora iniziamo!-

Harry Potter e il Padrone della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora