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Faccio zapping tra i canali ancora una volta,forse per la millesima negli ultimi venti minuti almeno.
"Esco,c-ci vediamo qua-ando t-torno" la voce sottile e spezzata di mio padre irrompe il mio passatempo.
Mi giro di scatto verso l'uomo che un tempo era il mio eroe.
Ora non è più così.
Da quando la mamma ci ha abbandonati,nulla è più come prima.
"okay" gli rispondo,nessuna emozione,niente di niente.
Non gli racconto della festa,a lui non importerebbe e forse tra meno di mezz'ora non ricorderà nemmeno che l'ho avvisato e per quando tornerò a casa lui starà già dormendo o forse sarà ancora in giro per qualche bar a bere.
Non ne ho la più pallida idea.
Appena sento sbattere il portoncino di casa,segno che Micheal,un tempo mio padre,è uscito,corro in quella che è la mia stanza e recupero dal primo cassetto del mio armadio dell'intimo da indossare,tengo a mente che il vestito è scollato sul di dietro,così decido di prendere un reggiseno nero ma con le spalline e il di dietro in silicone,in modo da non darlo a vedere.
Mi precipito in bagno e la prima cosa che faccio è farmi alcune trecce,poi entro nella doccia e mi sciacquo velocemente stando attenta a non bagnare i miei capelli.
Appena finisco di lavarmi,esco dalla doccia e nello stesso momento,il telefono che avevo appoggiato sul mobile affianco al lavandino si illumina e noto che è un messaggio di Natalie.
"Ci vediamo tra un'ora a casa tua,fatti bella. Kiss." sono le parole che comunicano il messaggio.
Le rispondo con un veloce "sarà fatto" e riprendo la mia preparazione.
Mi asciugo velocemente e indosso l'intimo.
Metto sotto corrente la piastra e aspetto che si riscaldi,nel frattempo comincio a togliere il chiasso che ho messo senza nemmeno accorgermene. Poco dopo la piastra risulta bella cocente,allora inizio a tamponarla a strappi sulle mie lunghe trecce.
In effetti sono davvero lunghe,dovrei
tagliare un po' i capelli,giusto un po'.
Mi arrivano esattamente al fondoschiena,senza cm di differenza.
Dopo aver passato bene la piastra,comincio a sciogliere le trecce e noto che questa sera i capelli sono venuti davvero bene.
Indosso anche l'abito e comincio a truccarmi.
Non amo truccarmi,ma in grandi occasioni,lo faccio.
Metto un leggero blash rosa scuro mischiandolo ad un marrone,quasi fango,poi aggiungo una leggera matita sulla parte bassa dell'occhio e uso del mascara per allungare le ciglia.
Torno in camera mia e apro l'armadio per trovare le scarpe giuste da mettere.
Scelgo un semplice paio di decoltè in nero,prendo anche una pochette,quest'ultima però è grigia come le perline del vestito.
Posso dire di essere pronta e come poche volte nella mia vita,posso dire che mi sento carina,o almeno,sono accettabile.
Dopo quelli che sembrano minuti interminabili,qualcuno bussa alla mia porta e senza dubbio sarà Natalie.
Una leggera agitazione inizia ad impossessarsi di me.
Ho da poco ricominciato ad andare alle feste dopo quello che è stato per me un grande inferno,ma ogni volta c'è un filo di preoccupazione.
Quando Natalie oggi mi aveva avvisata della festa,ero tranquilla,non avevo paura,ma ora come ora la mia mente vaga in tutt'altro.
Mi decido ad aprire alla porta e appena apro il portoncino si presenta la figura di Natalie bella come il sole con un sorriso smagliante.
Le sorrido debolmente e le faccio cenno di entrare,spostandomi al lato del portoncino per lasciarle libero il passaggio.
"Ily ma sei bellissima" mi dice quella pazza.
"Grazie,anche tu stai davvero bene" le dico sorridendo,ma un cipiglio si forma sul suo viso. Mi conosce troppo bene.
"Ilary,non dobbiamo rimanere per forza,ti prometto che quando vorrai,andremo via" mi dice mentre mi stringe la mano destra e accarezza il tatuaggio che ho sul polso. È un'ancora. Lo tiene anche Natalie,proprio nello stesso punto. Lo abbiamo fatto alcuni anni fa,quando è cominciato il caos nella mia vita. Diceva che con quel tatuaggio voleva promettermi che lei ci sarebbe stata e che lei sarebbe stata la mia salvezza. E ora,anche se non sono salva del tutto,posso dire che lei è la mia salvezza.
"Va bene Natalie" le dico mentre la invito ad uscire,così mentre lei si affretta a scendere gli scalini,io comincio a chiudere a chiave il mio portoncino e proprio mentre lo faccio noto che nella pianta posta proprio sul davanzale di casa mia,c'è una strana bustina bianca e sopra c'è un nome che non riesco a decifrare.
Mi abbasso lentamente verso la pianta e prendo in mano la bustina,la quale a contatto con la mia pelle fa un rumore come se si stesse sgretolando,pulisco con il polso il terriccio che copriva parte della scrittura e iniziano a comparire delle lettere senza senso,è una specie di codice.
"AR23GTH" 5 lettere,2 numeri.
Nella mia testa milioni di idee iniziano a confondersi.
Decido di aprire la bustina ma quello che trovo non mi da nessuna risposta.
È un altro bigliettino e altre lettere ci sono incise sopra ma prestando attenzione alla scritta mi rendo conto che la composizione di quel nome non mi è affatto nuovo.
"LAVORITE CHRIS" è questo ciò che dice il biglietto.
E da qui riesco a capire tutto.
Quel biglietto è stato messo lí di proposito.
LAVORITE CHRIS è un locale che si trova ad un'oretta dal posto in cui vivo,è un locale in cui si tengono degli incontri,non c'è un buon giro da quelle parti,anche le strade piene di negozi sono pericolose lí.
C'è sempre tanta gente che si consuma con della droga,persone che barcollano con bottiglie in mano,e chi più ne ha più ne metta.
Anch'io sono stata lí.
Due volte.
Ma ora non devo pensarci.
Non posso riportare tutti quei ricordi nella mia mente,non ora.
Non un'altra volta.
"È successo qualcosa?" la voce di Natalie mi riporta alla realtà e la ringrazio mentalmente per avermi salvata da quei pensieri.
"No,andiamo pure" le dico mentre prendo tra le mani quel bigliettino di carta che sembra essere stato bruciato. Forse è per questo che sembrava si stesse sgretolando.
La confusione continua a gironzolare nella mia mente e continuo a chiedermi tutto questo cosa abbia a che fare con mio padre.
Perché insomma,era per mio padre.
Sapevo che ormai la sua vita era quella,ma non pensavo che sarebbe davvero arrivato in basso.
In questo momento ero più confusa che mai.
Continuo a scendere le scale seguendo Natalie che continua a parlare ma mi rendo conto di non aver ascoltato nemmeno una parola di quello che ha detto.
Ormai sono immersa nella mia mente e quando succede,non ho scampo.
Arriviamo alla macchina di Natalie e ancor prima che lei salga al lato del guidatore decido di inserire il CD di Ed Sheeran,adora quelle canzoni,e sono sicura che tra non molto comincerà a cantarle e ora come ora non ho bisogno d'altro.
Nessuna conversazione. Una leggera musica. La mia migliore amica che canta e ride. E la mia mente.
Dopo circa quindici minuti,l'auto di Natalie si ferma davanti ad una grande casa in color rosso,non avevo mai visto questo posto.
Non sono mai venuta in questa casa e sono sicura che nemmeno Natalie ne fosse a conoscenza. Scendiamo dall'auto e mano nella mano ci dirigiamo verso la casa.
Non dobbiamo suonare poiché la porta è socchiusa essendo che una manciata di persone sono sedute a bere su alcuni muretti in giardino.
È davvero bello qui. La casa è piena di fiori.
E l'interno mi lascia davvero senza parole.
Mi aspettavo un arredamento molto antico,stile famiglie benestanti,ma mi sono ritrovata davanti ad una vera e propria discoteca.
È una sala enorme,senza nessun accenno di mobile.
Alla nostra destra c'è un grande balcone pieno di alcolici e in fondo alla sala c'è un ripiano con degli scalini dove è posta la consolle e un ragazzo che suona.
Credo sia un Dj perché con la musica ci sapeva davvero fare,è anche molto carino. Mi giro intorno e non vedo altro che persone barcollare da una parte all'altra,ballando in modo buffo e divertente e la cosa più bella è che a loro questo non importa,sempre se non sono ubriachi abbastanza da non accorgersi nemmeno dei loro gesti. Ma lascio stare questi dettagli e mi guardo ancora intorno. Noto su uno degli sgabelli vicino al balcone Tamara. Ho sempre odiato quella ragazza. Pensa di essere la reginetta del mondo,quando a malapena riesce a pronunciare una frase inserendo i verbi giusti. È nella mia stessa scuola,o meglio,la mia vecchia scuola. Lei però continuerà ad andarci poiché è un anno più piccola anche se in realtà sembra molto più grande di quello che è. Al lato opposto della sala,invece,ci sono due ragazzi e sulle loro gambe hanno una ragazza per ciascuno. Il loro volto però mi è familiare,infatti subito dopo riesco a capire che sono Mark e Zack. Ma non voglio avvicinarmi,mi sentirei di troppo. Ma decido di non pensare più a ciò che mi circonda e così tornando alla realtà mi rendo conto che Natalie non è più al mio fianco. Sará andata a ballare e non me ne sono accorta,magari me l'ha anche detto ma ero troppo immersa nei miei pensieri per poter ascoltare qualcosa che provenisse da fuori al mio cervello. Non so che fare. Non ho intenzione di bere,non ho mai assaggiato un drink o qualsiasi altra cosa e oggi non è esattamente la sera giusta per fare queste nuove esperienze,ma non voglio nemmeno buttarmi nella mischia e ballare.
Così in lontananza vedo che proprio accanto al posto del Dj c'è una grande finestra scorrevole dove è possibile accedere al retro del giardino. Decido di provare,un po' di aria fresca mi farà bene. Ci sono tantissimi ragazzi qui fuori,più di quanti avrei immaginato.
Accanto ad un grande albero ci sono dei ragazzi con tre ragazze in cerchio e una bottiglia al loro centro,credo stiano giocando a obbligo o verità. Altri ancora chiacchierano o si scambiano delle parole insensate dovute alla sbronza. Altri ancora si scambiano qualche bacio e chissà se si fermeranno lí o continueranno.
Oh,Ilary,da quando pensi anche queste cose? Che stupida.
Continuo a passeggiare tra questi ragazzi che sembrano stare bene fino a quando noto una panchina abbastanza lontana dal caos che c'è in quella casa.
Decido di arrivarci e di sedermi. Comincio a guardare il vuoto. E tutto quello a cui riesco a pensare è assolutamente il nulla.
E non il nulla nel senso che non penso a niente. Ma penso a tutti i miei ricordi di quando ero bambina,ed è esattamente il nulla. Perché la mia vita è stata,è e sarà per sempre il nulla.
Ricordi di me e la mia mamma che ci abbracciamo e prepariamo insieme delle torte scorrono velocemente avanti ai miei occhi.
E ancora una volta,dopo 6 anni,chiedo al mondo intero,di riportarmi la mia famiglia.

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