Il rumore assordante della porta di casa che sbatte mi sveglia,allora mi reco in cucina e noto che mio padre è uscito.
Mi preparo la colazione,faccio una doccia veloce e mi reco nella mia camera dove comincio a disfare l'armadio per poter preparare la valigia. In effetti,metto quasi tutto l'armadio dentro,ma tenendo conto che l'estate la passerò interamente lí,è giustificato.
Dopo aver messo tutto l'occorrente decido di non chiuderla,potrei aver bisogno di aggiungere qualcosa all'ultimo minuto.
Poco tempo dopo,la noia si impossessa di me,allora decido di andare a trovare Natalie. La casa della mia migliore amica non è molto lontana dalla mia,dista un dieci minuti soltanto.
Appena arrivo davanti alla sua immensa casa,noto che la signora Julianne e Paul,i genitori di Natalie,stanno uscendo,allora mi avvicino per salutarli poiché ultimamente non li ho proprio visti a causa dei loro e dei miei impegni.
Julianne appena mi vede,mi accoglie in un abbraccio mentre Paul assume un sorriso affettuoso.
"Natalie sta cercando di mettere la sua camera in valigia,va' ad aiutarla" mi dice Paul sorridente.
"Certo,ci vediamo" rispondo.
Mentre mi incammino verso la porta della casa,la voce di Julianne mi blocca.
"Resta da noi questa sera,è il vostro ultimo giorno qui,almeno per questa estate,vorrei avervi entrambe con me"
"Va bene Julianne,al tuo ritorno,mi troverai qui" le sorrido.
Accenna un sorriso ed entra in macchina,mentre io entro nella casa,senza che Natalie se ne accorga.
Mi precipito nella sua camera e noto che sta davvero portando troppe cose. Certo,anch'io ho portato quasi tutto il guardaroba,premettendo che quello di Natalie è circa il triplo del mio.
Alla fine convinco Natalie a portare con sé solo il necessario,il quale occupa due valigie e un borsone.
Il pomeriggio lo passiamo a guardare film strappalacrime e ad ingozzarci di schifezze varie. Verso le 7 cominciamo a preparare la cena e non appena porgiamo tutto sulla tavola ben apparecchiata,il campanello suona,segno che sono tornati Paul e Julianne.
Mi reco ad aprire il portoncino mentre Natalie è intenta a condire bene l'insalata.
"Ma che bello ragazze,l'avete davvero fatto voi?" dice la madre di Natalie.
"Si,adesso mangiamo,prima che si raffreddi" le risponde la figlia.
La cena prosegue in molta tranquillità chiacchierando del più e del meno,fin quando Julianne mi richiama. "Ilary,ma tuo padre? È ancora in cura?".
Non è esattamente il discorso che avevo intenzione di affrontare il giorno prima di partire,volevo passare la serata in netta tranquillità,senza essere pressata dai mille pensieri,ma capisco che in un modo o nell'altro questa storia verrà sempre messa in risalto,in fondo è pur sempre la mia storia. Natalie rivolge un'occhiata alla mamma e io le sorrido in apprezzamento ma decido di risponderle,so che Julianne non l'ha detto per ferirmi,mi è sempre stata accanto quando il mio male era proprio provocato da quell'uomo.
Era questo quello che non riuscivo a capire,pur sapendo di quanto male tutto questo mi facesse,perché l'ha chiesto direttamente a me anziché chiedere informazioni a Natalie?
"Mi dice che va',ora non so dire se lo fa davvero" rispondo con molta sicurezza.
"Sai Ilary,so che non è il momento opportuno per parlartene,ma domani partirai e quindi non trovo altro modo per metterti a conoscenza di quello che sto per dirti" dice Julianne. E la mia mente non esiste più. Qualsiasi cosa essa contiene,si è mischiata in una sola bolla.
"Dimmi pure" rispondo quasi come un sussurro.
"Nella facoltà in cui lavoro,un ragazzo d'un tratto non frequentava più le lezioni e dopo una serie di indagini abbiamo scoperto il motivo di queste assenze" comincia Julianne,ma sono in totale confusione,non riesco a capire cosa unisce me è questo ragazzo,cosa c'entro io in tutta questa storia.
Ma riprende a parlare.."abbiamo scoperto che aveva cominciato a lavorare in un locale che si trova nel quartiere di Christian Street,quel posto poco sicuro in cui ci sono tanti locali,hai presente?."
"Mhmh" rispondo piano.
"Allora,io e due colleghi siamo andati a cercarlo proprio lí" dice ancora.
"Cosa cazzo dici Julianne? Quale parte del cervello non ti funziona?" Urla Paul in preda al panico.
"Lasciala parlare" dice Natalie,mentre io sono in silenzio,incapace di prendere parte a quel racconto,ancora non mi rendo conto di quello che vuole dirmi.
"Ilary,tra quelle strade c'era un uomo che ha attirato la mia attenzione,l'ho visto e ho ricordato qualcuno in lui,ma forse avevo capito,così ho deciso di tornare indietro e avvicinarmi a quell'uomo. Stava male,era accasciato ai piedi della grande statua al centro di quel quartiere,apriva e chiudeva gli occhi,aveva lo sguardo perso.."
Ma ancora non capisco.
"Era tuo padre Ilary" il mio cuore perde un battito a quelle parole.
Gli occhi diventano lucidi e la rabbia e il disprezzo si impossessano di ogni fibra del mio corpo. Ma d'improvviso tutto mi riporta a qualcosa. La sera della festa,il biglietto,lavorate chris.
Adesso mi è tutto più chiaro. Mio padre fa parte di quello schifoso giro.
Vorrei urlare,vorrei poter ripetere questa cena,riascoltare questa storia e scoprire che l'uomo che stava tanto male in uno dei luoghi più brutti del posto,era un uomo mai visto qui a Manchester. L'aria comincia ad essere soffocante,questo enorme palazzo,adesso,mi risulta troppo stretto e con quelle poche forze che mi ritrovo,sono costretta a correre fuori.
L'aria fresca riporta il respiro nei miei polmoni. Tutto questo è davvero troppo.
Mentre continuo a piangere,delle braccia mi circondano le spalle e mi portano sul suo petto. È il corpo di Natalie che mi stringe. Passa del tempo,forse anche troppo,tutto tace e in questo momento si sono ammonite anche le mie lacrime.
"Ilary,ti accompagnano a casa" dice la mia migliore amica. Non le rispondo e raggiungo la sua auto che dista poco da dove eravamo sedute mentre lei si precipita in casa,credo per prendere le chiavi e le mie cose. Infatti è proprio così,torna subito dopo con la mia giacca,la borsa e le chiavi della sua auto.Arriviamo sotto casa e io non riesco a proferire parola,ma scoppio di nuovo in lacrime al solo pensiero che appena varcherò la soglia che per ora mi separa da mio padre,ricorderò tutto quello che è successo questa sera.
"Mi dispiace,non immagini nemmeno quanto" mi dice Natalie mentre ricambia il mio abbraccio.
"Anche a me.." sussurro.
"Ilary,tuo padre ha una brutta vita e anche se non volevi accettarlo,tu questo lo sapevi,ma non puoi per sempre farti condizionare dal suo modo di vivere,sei tu la figlia e lui dovrebbe comportarsi da rispettivo tutore non viceversa,quindi ora riposati e sii pronta per domani,passo a prenderti domani dopo mangiato" mi dice con tutta la carica che in questo momento ha in corpo,quasi per convincermi che non posso fermare i miei passi solo perché mi ritrovo uno squilibrato come padre.
Mi asciugo le lacrime e scendo dalla macchina,prima di entrare nel condominio mi giro un'ultima volta e le lascio un sorriso,e devo dire che è un sorriso vero.
Quei sorrisi che fino ad oggi ho potuto regalare solo a Natalie,perché solo Natalie è davvero la mia certezza.
Appena arrivo nell'appartamento noto che mio padre non c'è ma sul tavolo dove solitamente poggio le chiavi c'è un bigliettino appunto da lui.
"Dormo da un amico,non so quando torno,se non dovessimo vederci,fa buon viaggio".
Non riuscirò a salutarlo prima di partire,non farò la foto come tradizione con i miei genitori il giorno prima di cominciare il campus,non sarò una ragazza normale,ma ci sono abituata.
Domani sarà un giorno importante,allora decido di farmi una doccia e di coricarmi nel letto. Ho intenzione di dormire fino a pranzo e poi realizzare il mio sogno.
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Siamo destinati l'un l'altra.
RomanceSono di ghiaccio. Pensavo che anche questa volta il mio cuore fosse al sicuro. Invece,ancora una volta,mi si è rotto tutto. Non solo il muro di ghiaccio,ma ho tutto in frantumi. Ogni particella del mio corpo. Maledetto lui.