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Non ho dormito per niente.
Questa notte è stata un inferno.
Non so cos'ha fatto mio padre dopo che io,senza forze,l'ho lasciato a terra in lacrime davanti a tutte quelle foto.
Ma non è stata una notte serena nemmeno per lui. Per tutta la notte ho sentito dei singhiozzi e delle volte biascicava anche qualche parola,ma non riuscivo a sentirle. Forse avrei potuto sentirle,le nostre camere sono completamente attaccate,ma ogni fibra del mio corpo era chiusa.
Non avrei risposto a niente.
Non mi arrivava nessuno allarme.
Ero secca,consumata.
È stata un delle notti peggiori da quando ho varcato la soglia per cambiare. E ancora una volta ho capito che non posso cambiare,proprio non posso.
Non posso portare via dalla mia mente tutti i ricordi che sono rimasti della mia mamma. Tutti quei sorrisi. I suoi grandi occhioni verdi,proprio come i miei. Grandi e verdi. Proprio non posso cancellare i ricordi di quella dolce donna che presa dall'esasperazione,un giorno,ha deciso di abbandonare tutto e tutti e di andare via.
Non so dove sia andata. Se è ancora a Manchester o lontano km e km da me. Non so se è felice. Una parte di me vorrebbe che lo fosse,merita tanta felicità,ma l'altra parte di me è egoista,e non vuole la sua felicità,perché questa parte di me la odia. Odia ciò che ha fatto. Nessuno perdonerebbe mai una cosa del genere. Mi ha lasciata nelle pene dell'inferno senza nemmeno dirmi addio.
Nemmeno un ultimo abbraccio. È andata via nel cuore della notte e quando mi sono svegliata il mattino seguente,la mia colazione non era sul comodino come sempre,ma c'era solo un bigliettino.
"Quando puoi,va' dalla nonna. Mamma è andata via."
Niente di più,niente di meno.
Ero in lacrime e guardavo la foto che avevo sul comodino accanto a me,proprio lí la mamma mi poggiava la colazione ogni mattina.
È per questo che ieri ho avuto un crollo mentre guardavo mio padre stringere a sé quella foto. È una foto importante. Sono profondamente legata a quella foto.
Ma ora è mattino e non posso farmi sovrastare dai mille ricordi. Dai ricordi della mamma,del giorno in cui se ne è andata e nemmeno della notte appena passata,dei pianti di mio padre.
Ora devo alzarmi.
Prepararmi e andare a lavorare.
Fingermi felice e forte.
E così decido di fare.
Mi alzo,mi preparo e mi decido ad uscire da quella casa infestata dal passato che stanotte sia io che mio padre,anche se in modi diversi,abbiamo rievocato.
Un passato infernale,segnato. Sono stata male,così male che non avevo le forze di scrivere e questo è grave.
Ma decido ancora una volta di non pensarci e dopo aver preso il necessario mi dirigo alla porta.
Appena sono sul davanzale di casa mi squilla il cellulare e un sorriso compare sul mio viso quando noto che il mittente della chiamata è Natalie.
"Buongiorno,che è successo?" le dico mentre comincio a scendere le scale.
"Nulla,volevo darti il buongiorno e avvisarti che alle 6 passo a prenderti io dal lavoro,andiamo a prenotare il volo per Seattle!" mi dice piena di entusiasmo.
"Va bene,scusa ma credo che debba attaccare adesso" dico.
Noto che fuori al portone di casa c'è il dj della sera prima.
È poggiato sulla macchina e mi guarda con occhi attenti. Ha una felpa gigante e un paio di jeans molto molto stretti. È davvero bello. È giusto per precisare,so che è strano il 13 giugno portare una felpa,ma a Manchester fa sempre troppo freddo.
Mi avvicino di più a lui.
"Buongiorno" dice.
"Giorno" rispondo mentre comincio a camminare verso la gelateria in cui lavoro.
Non mi fermo a parlare con lui,non ho idea di cosa lui sia venuto a fare sotto casa mia,forse doveva chiedermi qualcosa ma non sono nelle migliori condizioni per fare una giusta risposta senza mandare nessuno in qualche posto lontano,mi avete capita.
Sento dei passi dietro di me e sono sicura che siano i suoi.
"Ilary,aspettami!" dice.
Da quando sa il mio nome? Non ho mai accennato come mi chiamo con lui,ma decido di non chiederglielo.
"Cosa?" Rispondo in modo freddo e sfacciato,forse un po' troppo.
"Volevo darti un passaggio per il lavoro" dice ancora. Ma come fa a sapere tutte queste cose?
"Scusa ma vado da sola"
"Sali in macchina senza fare troppe storie" dice in modo schietto e nervoso.
Ma cosa pretende questo signorino? Nemmeno ci conosciamo.
"Non mi dici cosa cazzo devo o non devo fare,non sei nessuno!" dico.
"Sali in quella diamine di macchina o ti ci porto con la forza" dice,questa volta in modo più sereno.
I miei nervi cominciano a rilassarsi. In fondo cosa vado a perderci? Sono stanca morta e non ho dormito per tutta la notte,impiego circa 20 minuti per arrivare al mio posto di lavoro e per giunta questo ragazzo sembra bravo,per quale assurdo motivo voglio rifiutare?
"Ti odio"
"So anche questo"
"E dimmi,come fai a sapere tutte queste cose" rispondo con fare curioso.
"So più cose di quanto tu immagini,mia cara Ilary" sorride. Sorrido anch'io.

Ci impieghiamo circa 5 minuti per arrivare alla gelateria e posso dire di essermi rilassata molto,anche se per così poco tempo.
Scendo dall'auto e lo ringrazio per il passaggio.
"Passo a prenderti appena finisci" mi dice.
Ma cosa vuole questo da me?
"No,devo uscire con Natalie"
"E dove andate di bello" risponde.
"Agenzia di viaggi"
"Vacanza?" dice con occhi che mi studiano.
"Campus,Seattle,e presto college" rispondo in modo veloce e con un sorriso.
"Quindi vai v-via?" dice balbettando mentre pronuncia la parola "via".
Questo è tutto strano.
"Si,via. Sarà meglio che vada,ci si vede in giro sconosciuto"
Mi scanso dall'auto e mi dirigo all'entrata della gelateria per affrontare il mio ultimo giorno di lavoro.
Entro e noto Frankie seduta dietro la cassa e Mary e Nathan dietro il grande bancone. Un sorriso smagliante compare sulle mie labbra quando noto quei due che si fanno i dispetti. Sono adorabili. Si amano,ma lo fanno in segreto. Nessuno dei due l'ha mai detto all'altro. La paura di farsi male è più forte di loro,ma credo in loro e nel loro amore coltivato da ormai quasi 2 anni.
Mi mancherà questo posto. Mi mancherà servire ai miei clienti,ai miei bambini. I miei bambini,sì. Perché sono i bimbi di questo piccolo borgo,quelli che tutti i giorni dopo essersi sfrenati in piazza,vengono a mangiare un gelato. Mi mancherà Frankie e ai suoi modi spesso scorbutici ma con un cuore davvero molto grande.
Mi mancherà la dolce Mary,quella che tentava di tutto pur di strapparmi un sorriso. Nathan,il biondino sempre pronto a proteggere chiunque avesse dei problemi. Mi mancherà tutto di questo posto. Una parte di tutto quello che c'è qui dentro,verrà via con me.
La giornata,come al solito,scorre veloce fra una risata e qualche chiacchiera.
"Puoi andare Ilary,Natalie è fuori che ti aspetta!" mi dice Frankie.
"vado,ciao ragazzi,ciao Frankie"
"Ciao tesoro,mi raccomando,prima di partire,torna a salutare questo posto che non dimenticherà mai di te" mi dice quasi con le lacrime agli occhi.
"Lo farò" rispondo semplicemente.
Sembro egoista ma non ho proprio voglia di vedere altre persone buttare lacrime. Proprio non ci riesco.
Mi affretto ad uscire da quel posto e raggiungo la macchina di Natalie.
"Ehy,com'è andata?" mi dice la mia migliore amica appena entro in macchina. È felice,si vede. E ha perfettamente ragione. Stiamo per realizzare il nostro sogno e io dovrei essere felice e non essere spenta dentro.
Non le racconto niente di tutto quello che è stato questa notte. È troppo felice e io amo vederla così. Riempirla dei miei problemi le spezzerebbe l'armonia dei suoi occhi e non ne vale affatto la pena.
"Come al solito,quindi bene" rispondo.
Sorride e parte verso l'agenzia in cui stiamo prenotando un biglietto solo andata per il nostro sogno.
Ora comincio a realizzare tutto ciò e nonostante tutto,sono emozionata.

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