4.

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Non stava bevendo.
Nemmeno fumando.
E in mano non aveva niente di quella roba per bucarsi.
Niente di tutta quella merda.
C'era tutt'altro.
Una cosa troppo profonda. Un amore che mio padre cercava di nascondere.
Era seduto sotto la finestra della camera,e davanti a lui,sul tappeto,c'erano sparse centinaia di foto.
Piangeva.
Erano tutte foto della mamma.
Piangeva ancora.
Le toccava.
Anzi,le sfiorava.
Passava lentamente il pollice su ogni foto e si soffermava ogni volta sul volto della donna che ha tanto amato.
Delle volte scendeva qualche lacrima su quelle foto.
Mi avvicino lentamente.
Ma mi blocco nei miei passi quando vedo che prende tra le mani una foto di lui e la mamma in ospedale.
Ho sempre amato quella foto.
È anche sul comodino della mia camera.
Credo ne abbia una copia.
La mamma mi diceva sempre che quella foto rappresentava la sua felicità.
Ed è proprio vero.
In quella foto siamo felici,anche se ero troppo piccola,visto che è stata scattata il giorno della mia nascita,io,Ilary Brooke,ero felice.
Ma decido di prendere coraggio e sedermi accanto a lui.
Ma proprio mentre mi sposto e comincio qualche passo,mi fermo,di nuovo.
La sua voce strozzata pronuncia qualcosa.
"Ti ad-dorava" dice. "eri la sua d-dolc-ce bamb-bina" dice ancora.
La sua voce spezzata che a stento riesco a sentire.
I suoi occhi lucidi,le mani che gli tremano mentre stringe quella foto sul cuore.
Ah,papà,cosa farei per abbracciarti.
L'ho chiamato papà.
Si,l'ho chiamato papà.
Ora si buca,è vero.
Ora mi risponde male,non mi pensa,spende tutti i soldi e mi dice tantissime cattiverie,ma comunque lui resterà il mio papà e per nulla al mondo vorrei perderlo.
Non pure lui.
Nonostante tutto,lui è la mia metà.
Quando c'era la mamma,non era così tutto era diverso.
Mi chiedo perché la mamma non ha cercato di mettere fine a tutti quei litigi anzi che scappare.
Ma torto non posso darle. Papà era tanto buono quanto aggressivo.
Prima non era così. Le stava sempre accanto,non la sfiorava nemmeno con un dito. Ma poi,cominciava a diminuire il lavoro,i problemi e i soldi da cacciare aumentavano.
E lui lo sfogava sulla mamma.
Non me la prendo con la mamma.
Lei non ha colpe. Ma vorrei tanto sapere,perché mi ha lasciato qui con lui? Perché non ha mai nemmeno messo in atto l'idea che io potessi andare con lei? E perché in tutti questi anni non si è fatta sentire? Perché tutto questo?
La mamma è andata via quando avevo solo 12 anni.
I primi due anni sono rimasta con papà in quella casa,ma lì è cominciata la sua distruzione. Vedeva la mamma in ogni dove ma credo che questo non sia cambiato per niente. La notte aveva degli incubi,non dormiva più. Cominciò a bere,e poi una canna. Due. Tre. Quattro e forse anche cinque. Ma quel che so è che ora,non riesce più a smettere. Le canne non gli bastano più. Ha bisogno di roba pesante. Ho provato tante volte a cambiarlo,infatti ogni settimana lo accompagno a fare delle sedute da uno specialista di tossico dipendenti,ma nulla.
Lui non vuole cambiare.
Non so come andrà finire. Non so più niente. Tra poco devo partire e lui resterà qui,da solo.
Verrò,lo chiamerò. Ma adesso ho paura.
Lui è mio padre. Ed io per quanto sono piccola,sono la sua forza. Questo lo so,anche se non me lo dice mai. Riesco ancora a tenerlo lontano dai grossi guai. E sono anche una stupida forse perché gli presto sempre i soldi di cui ha bisogno. Ma non posso permettere che gli facciano del male,proprio non posso.
Ora come ora,non lo so.
Ma una cosa è sicura,mio padre ha amato quella donna più di quanto si potesse fare. Lo vedevo. L'amava in tutti i sensi. Lui,l'amava anche solo guardandola. Amava ogni cosa di lei. L'accettava con tutti i suoi pregi e i suoi difetti che siano. Lui l'amava. Ricordo quanto era geloso. Diceva sempre che la mamma da giovane era molto popolare al liceo per la sua bellezza e che lui ha fatto a botte tante volte per proteggere quella bimba.
Perché si,la mamma è più piccola di papà.
Credo ci siano circa 5 anni di differenza tra loro. Non sono eccessivi,ma abbastanza per essere protette nella maniera giusta.
"Mi manca tanto" improvvisamente parlo. Non so perché l'ho fatto,davvero non lo so.
"Manca tanto anche a me" dice. "Dove sei bambina mia,dimmi dove sei" ripete ancora. Ed io mi abbandono ad un pianto interiore mentre mi precipito in camera mia e lo lascio lì.

Siamo destinati l'un l'altra.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora