La lettera

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Sono passati un paio di giorni da quando Lorenzo e mia zia sono partiti per Roma, ed ora stavano tornando, Giuliano è con Sandro, Poliziano e alcuni loro amici, sono nello studio di Lorenzo mentre io e Bianca siamo nella biblioteca al piano superiore.

Passano un pò di minuti e sentiamo i ragazzi esultare e chiamare il nome di Lorenzo. Sono tornati. Guardo Bianca che mi dice di iniziare a sendere, e così faccio. Una volta arrivata nell'atrio sento Lorenzo parlare, -Un disastro, fallimento completo- dice togliendosi il mantello, -Nostra madre è rimasta là. Spera di poter negoziare il mio matrimonio con Clarice Orsini- mentre finisce di parlare arriva mia cugina, -Bianca, volevo parlarti…- lei non lo lascia finire e lo colpisce con uno schiaffo al viso. -Hai promesso di darmi in matrimonio senza neanche chiedermelo?- tutti gli occhi sono su loro due ora, -Bastiano Soderini è un buon partito, e può portarci benefici- -Ma non l'ho scelto io- -Ha importanza? Nostra madre vuole che sposi una nobildonna che non ho scelto- -Però lei è bellissima- interviene Giuliano avvicinandosi a i due, -Giuliano!- lo richiama suo fratello, e lui fa un passo indietro. -Ascolta, io non voglio sposare Bastiano. Non ho altro da dire- lei se ne va. Guardo Lorenzo scuotendo la testa con disapprovazione e poi seguo mia cugina.

***

Esco dalla stanza di Bianca, finalmente è riuscita a calmarsi, così decido di andare a parlare con Lorenzo.

Lo trovo nel suo studio e busso alla porta, -Entra- mi dice mettendo via il libro che stava leggendo, mi siedo davanti alla sua scrivania, di fronte a lui. -Avresti dovuto chiederglielo- gli dico con tono calmo, non voglio che pensi che lo stia accusando, però voglio che capisca il suo errore. Lo so, ma non c'era altra soluzione- -C'è sempre un'altra soluzione Lorenzo- -Non posso farci niente adesso, e poi se mia madre riesce nel suo intento, anche io dovrò sposare una donna che non amo- -Non è la stessa cosa, Lucrezia è sposata, Bianca può benissimo trovare un partito migliore di Soderini, qualcuno che ama, e con una famiglia più ricca- si alza in piedi, -Mi dispiace, ma non c'è più niente da fare. So che è arrabbiata ma ho solo fatto il bene della nostra famiglia, prima o poi lo capirà. Ora se non ti dispiace avrei delle cose da fare- -Spero sia davvero così- mi alzo dalla sedia ed esco dalla stanza.

***

Dopo cena vado nella mia stanza. Una volta entrata noto subito che sul letto c'è una lettera insieme ad un piccolo mazzolino di fiori. Mi avvicino lentamente, chiedendomi chi potesse avermeli mandati. Prendo in mano la lettera, il sigillo in cera lacca bianca riporta un semplice remetto d'ulivo, il che non mi aiuta a capire da parte di chi potrebbe essere, così la apro e subito riconosco la scrittura, che non vedevo da anni, quella di Francesco.

"Cara Aurora,

come ben saprai domani si svolgerà la giostra , e sono qui per dirti che nel caso vincessi voglio che tu sappia che dedicherei a te la mia vittoria. Te lo scrivo perché so di non poterlo fare apertamente, perché mio zio sarà presente, e spero tu lo capisca. Vorrei recuperare il tempo perso e questo sarebbe un inizio. Sei sempre stata importante per me e negli anni in cui sei stata via la tua presenza mi è mancata moltissimo. Spero che i fiori non si siano appassiti, avrei voluto regalarti un fiore più pregiato, ma poi mi sono ricordato quanto ti piacevano i fiori di campo, e ho deciso di prenderne qualcuno, sapendo che gli avresti apprezzati di più di una rosa.

Spero tu stia bene, e spero di vederti al torneo.

Saluti.

Tuo Francesco."

Sorrido, non mi sarei aspetta una cosa del genere da Francesco, o meglio dal Francesco di adesso, forse non è cambiato poi così tanto, forse quella che ha creato è solo una facciata. Sorrido al pensiero di lui che raccoglie i fiori, e al ricordo di come lo obbligavo a venire con me a fare lunghe passeggiate nei campi solo per raccoglierne qualcuno, che quasi sempre si appassiva prima di arrivare a casa.

Anche io vorrei recuperare il tempo perso, e tornare com'eravamo una volta. Anche lui mi era mancato terribilmente mentre ero a Roma, e questi piccoli contatti degli ultimi giorni mi hanno ricordato quanto stavamo bene insieme e di quanto ho bisogno della sua presenza.

Il lupo e la volpe || Francesco PazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora