Volterra

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Sono passati un paio di giorni dal matrimonio, e come ben si sa, la tranquillità non può durare a lungo. Siamo venuti a sapere che qualcuno a Volterra sta vendendo l'allume con l'aiuto di Venezia, non rispettando l'accordo fatto con Lorenzo e rischiando di mettersi contro la chiesa. Come se questo non bastasse, stamattina è arrivata una lettera da Volterra da parte di Antonio Maffei dove ci comunica che suo padre, nostro alleato, è stato assassinato. Ora i Priori, incitati da Jacopo vogliono dichiarare guerra a Volterra. Lorenzo però sostiene che dietro al tradimento di Volterra ci sia proprio Jacopo, ma non avendo abbastanza prove non può andare contro i Priori, così adesso lui e Francesco stanno andando a cercare delle prove, mentre Giuliano cavalca con l'armata verso Volterra. È ormai mattina tardi quando veniamo a sapere che anche Lorenzo e Francesco si stanno dirigendo verso Volterra. Sono seduta in un salottino a leggere quando un servitore mi viene a dire che Clarice vuole parlarmi. -Mi hai fatto chiamare?-Chiedo, affacciandomi alla porta dello studio, Clarice è davanti a una delle librerie, e quando sente la mia voce si volta verso di me. -Sì, vorrei parlarti, entra.- Faccio come dice e mi accomodo su una poltrona al lato della stanza, lei si siede davanti a me. -Riguarda Novella, sai bene che stiamo cercando di stringere un'alleanza con il padre, ed essa andrebbe sigillata tramite un matrimonio con un banchiere fiorentino- inizia, faccio un cenno con il capo invitandola a continuare. -So bene quanto tu ami Francesco, e so anche che lui ricambia, ma per il bene di Firenze devo chiederti una cosa. Vorrei il tuo permesso per proporre a Francesco di sposare Novella, visto che Giuliano non vuole. Non voglio obbligarti a dire di sì, so cosa vuole dire vivere in un matrimonio politico senza amore, ma entrambe sappiamo che molto probabilmente non ci sarà mai per voi due la possibilità di sposarvi. É tua la scelta, se dirai di no troverò un'altra soluzione, ma vorrei che considerassi la mia proposta.- -Va bene.- Dico con voce ferma, lei sgrana gli occhi, non convinta dalla mia risposta. -Ne sei sicura?- -Sì. La loro unione potrebbe portare molti benefici rispetto all'unione tra me lui, soprattutto a lungo termine viste le mie condizioni. E puoi contare su di me per convincerlo, anzi gli andrò a parlare io stessa, appena tornerà a Firenze.- Mi fa male dire queste parole, ma so che per il bene di tutti noi, e di Firenze, è la scelta giusta. Clarice ha ragione, io e Francesco per quanto innamorati non potremmo mai sposarci, perché ora che Jacopo ha diseredato Guglielmo, Francesco è l'unico erede della Banca dei Pazzi, e suo zio non accetterà mai un'altra unione con un membro della famiglia Medici.

É ormai sera quando una guardia giunge a palazzo per dirci che l'armata sta rientrando a Firenze. Corro in strada. Le vie e le piazze sono affollate dal popolo che esulta per la vittoria su Volterra. Ad un certo punto vedo Giuliano a cavallo a capo del corteo, la faccia sporca e ricoperta di sangue mi fa intuire che la battaglia dev'essere stata dura. Dietro di lui Lorenzo, con lo sguardo basso, seguito da Francesco, anche lui con la testa abbassata. Ad un certo punto vedo i miei cugini prendere una direzione diversa rispetto a quella del corteo, e poco dopo fa lo stesso anche Francesco. Decido di seguirlo, e ci troviamo davanti a palazzo de Pazzi. Appena mi vede smonta da cavallo e si getta tra le mie braccia. Lo stringo a me, sentendolo tremare. -Stai tranquillo, è tutto finito.- cerco di consolarlo, anche se invano. Lo faccio entrare nel palazzo e lo accompagno nella sua stanza. Ci stendiamo sul letto, lo sento avvicinarsi e appoggiarsi alla mia spalla prima di iniziare a piangere. Gli accarezzo la testa cercando di farlo tranquillizzare. Non l'ho mai visto così vulnerabile, lui che tra i due è sempre stato quello più forte. Quando riesce a calmarsi un po' inizia a raccontarmi come sono andate le cose. -Siamo arrivati alle mura di Volterra che già era troppo tardi, vedevamo il fumo che si disperdeva in cielo, e quando siamo entrati la visione è stata terribile. Erano tutti morti, tutti. C'erano donne e bambini sui cigli delle strade, e gli uomini, impiccati. Come ho potuto lasciare che accadesse una cosa del genere? Sarai dovuto andare contro mio zio, invece di non fare niente.- lo stringo a me, -Non è colpa tua, hai cercato di fare il possibile per smascherare tuo zio, e quelle persone non sono morte a causa tua, anzi, tu hai cercato di evitarlo.- -Non capisco come le persone possano fare una cosa del genere ad altri esseri umani. E se dovesse succedere una cosa simile qui a Firenze? Non potrei sopportare di perderti.- -Tu non mi perderai Francesco- lui alza lo sguardo, che fino a quel momento era rimasto abbassato, e incontro il mio. -Ti prometto che finche sarò in vita ti proteggerò sempre, qualsiasi cosa accada. Non lascerò che nessuno ti faccia del male.- mi bacia con le guance ancora solcate dalle lacrime. Passa un po' di tempo, in cui rimaniamo abbracciati sul letto, e mi accorgo che Francesco si è addormentato. Rimango a fissarlo, cercando di racimolare il coraggio per dirgli della proposta di Clarice, finché anche io non mi addormento.

Il lupo e la volpe || Francesco PazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora