L'elmo d'argento

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Io e Giuliano siamo davanti al portone e stiamo aspettando Lorenzo che sta parlando con suo padre. Dopo quasi dieci minuti lo vediamo scendere velocemente lo scalone al centro della stanza, viene verso di noi con un gran sorriso sul viso e le braccia aperte. -Vinceremo quest’anno- dice cingendo me e Giuliano tra le braccia mentre usciamo dal portone.

Quando arriviamo alla piazza dove si sarebbe tenuta la giostra i due ragazzi si mettono a parlare con alcuni loro amici, io invece rimango in disparte. La pista dove correranno i cavalli è di forma rettangolare, sui lati corti sono disposte le tende dei partecipanti mentre sui lati lunghi c’é il pubblico: da un lato il popolo e la piccola borghesia e dall’altro i nobili e le famiglie ricche; essi sono disposti in ordine di importanza e in mezzo a tutti su di un palchetto rialzato spicca la figura di Lucrezia Donati. Al suo fianco ci sono altre due poltrone, una è vuota e presumo sia il mio posto, l’altra invece è occupata da Simonetta Vespucci, così mi avvicino per salutarle. -Madonna Lucrezia- dico facendo una piccola riverenza alla donna che si trova sul trono, ad indicare che per questo torneo rappresenterà la regina. -Oh, Aurora da quanto tempo! Tuo cugino mi ha detto che eri tornata, che bello vederti!- -Fa piacere anche a me-. Scende lentamente dal trono e mi raggiunge. -Spero che Lorenzo vinca- dice abbracciandomi. -Lo spero anche io-. Lorenzo e Lucrezia sono amanti, innamorati sin da ragazzini, purtroppo però lei si è dovuta sposare per un accordo familiare ed ora l’unico modo che hanno di vedersi è in segreto quando il marito di lei non c’è. La saluto e mi sposto vicino a Simonetta, lei mi nota e mi saluta a sua volta -Siete la ragazza dell’altra mattina- -Si, sono io, non ci hanno presentato, sono Aurora Tornabuoni- le dico facendo un piccolo inchino con la testa -Simonetta, Simonetta Vespucci- ricambia lei. -Allora come vi state trovando qui a Firenze madonna.- -Bene, è una bellissima città, piena d’arte, e le persone sono molto gentili qui. Mi manca il mare però, sapete vengo da Genova-. La nostra conversazione viene interrotta dal suono delle trombe che indica l’inizio del torneo, così la saluto per andarmi a sedere al mio posto.

***

È passata quasi un’ora dall’inizio del torneo e tra poco toccherà a i miei cugini, che guarda caso si dovranno scontrare con i fratelli Pazzi. Decido di raggiungerli mentre i due si finiscono di preparare aiutati da Sandro, quando sentiamo una voce. -Giuliano de Medici! Dove ti nascondevi?- è Francesco seguito da Guglielmo. -Attento Francesco, non ti conviene batterti senza i tuoi sgherri nei paraggi- ribatté mio cugino con fare arrogante. -Le finali vedranno i Medici battersi contro i Pazzi, prima gareggerai contro mio fratello. Sono venuto a dirti buona fortuna. Ne avrai bisogno.- dice Francesco,  guardando prima Giuliano e poi Lorenzo. Giuliano non risponde, ma fa un cenno con il capo quasi ridendo. -Madonna- Si rivolge a me facendo un mezzo inchino prima di andarsene. La gara sta per iniziare e Giuliano e Lorenzo vanno a prendere i cavalli, così né approfitto per avvicinarmi di nascosto alla tenda dei Pazzi dove si trova Francesco. Lui mi vede e dopo essersi assicurato che nessuno lo stava guardando mi raggiunge. -Ciao- sussurro sorridendo, -Ciao, hai ricevuto la lettera suppongo- -Si, l’ho ricevuta, grazie- -Non devi ringraziarmi- dice abbassando lo sguardo. Le trombe suonano per indicare che la gara sta per riprendere. -Spero che tu vinca- dico avvicinandomi un po’ di più, -Non fai il tifo per i tuoi cugini?- mi chiede, -C’è già abbastanza gente che tifa per loro- Francesco lascia scappare una piccola risata, -Devo andare- dice guardandosi attorno, -Buona fortuna- mi alzo in punta di piedi e gli lascio un leggero bacio sulla guancia prima di voltarmi per tornare al palchetto.

Mentre salgo sul palchetto mi raggiunge Sandro. -Dov’eri? Sei sparita- mi chiede -Avevo bisogno di sgranchire le gambe- rispondo sedendomi, -mmh mmh- annuisce, non troppo convinto della mia risposta. Vediamo Giuliano e Guglielmo che salgono a cavallo ed entrano in pista. Le trombe suonano di nuovo e il torneo ha inizio. I due vanno alla carica e quando arrivano al centro della pista la lancia di Giuliano colpisce lo scudo di Guglielmo che però non cade. È un pareggio. I due smontano da cavallo e salutano la regina prima di uscire dalla pista.

Ora tocca a Lorenzo e Francesco. La tensione nell’aria è palpabile. Devono scontrarsi tre volte. Montano sui cavalli e lo scontro inizia. I due vanno alla carica. Il tempo sembra rallentare. Le urla della gente e i nitriti dei cavalli. I due di avvicinano sempre di più. È un attimo, la lancia di Francesco colpisce lo scudo di Lorenzo che si sbilancia in dietro ma senza cadere. Un altro pareggio. I due rimontano in sella e ripartono, ma questa volta non arrivano neanche a scontrarsi che la sella di Lorenzo scivola e lui cade a terra. D’istinto mi alzo ma Sandro mi fa risedere e corre a raggiungere Lorenzo. Guardo Lucrezia che sembra preoccupata almeno quanto me. Lorenzo si alza, circondato dai ragazzi. Li vedo sussurrare qualcosa. Dall’altro lato del campo Francesco si avvicina con fare arrabbiato a suo zio. Faccio due più due, Jacopo deve aver fatto sabotare il cavallo. Sia Lorenzo che Francesco di tolgono l’armatura. I due tornano ancora una volta in sella e ripartono. Trattengo il fiato. La lancia di Lorenzo colpisce lo scudo di Francesco che cade a terra. Scatto in piedi preoccupata mentre la folla esalta. Francesco si siede e lascio un sospiro sollevato. Sta bene. Lorenzo gli tende la mano per aiutarlo ma lui la rifiuta e si alza da solo. Tutti applaudono e i ragazzi corrono da lui e lo alzano portandolo verso il palchetto. Applaudo anche io, e guardo verso Lucrezia che ha un enorme sorriso stampato sul viso. I ragazzi ci raggiungono e Lucrezia gli porge L’elmo D’argento e Lorenzo lo alza in segno di vittoria, mentre vado ad abbracciarlo.

Quando arriviamo a casa stiamo ancora festeggiando e siamo su di giri. Un valletto porge una lettera a Lorenzo. -È da parte di nostra madre- dice guardando Giuliano, -Che cosa dice?- domanda quest’ultimo. -Solo splendide notizie. Andiamo da nostro padre.- Mi passa la lettera e la leggo velocemente. Dice che zia è riuscita a combinare il matrimonio di Lorenzo con Clarice Orsini. Arrivati davanti alla porta della camera di mio zio ci fermiamo di botto. Bianca viene verso di noi con le lacrime agli occhi. Capiamo subito. Abbraccio mia cugina mentre Lorenzo corre nella stanza seguito da Sandro e Giuliano.

In un istante una giornata da celebrare si è trasformata in un incubo per tutta la famiglia. È incedibile come le cose cambino velocemente, come la vita possa essere stravolta in un secondo, ancora una volta una perdita ha segnato l’inizio di una nuova era, un’era che si rivelerà più buia di quanto ognuno di noi possa immaginare.

Il lupo e la volpe || Francesco PazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora