Francesco

117 6 0
                                    

Mi giro ancora una volta tra le coperte e decido di alzarmi, la luce filtra leggera attraverso le persiane delle finestre, saranno più o meno le sei del mattino. Non avevo dormito molto, la sera prima avevo fatto fatica a prendere sonno che una volta arrivato era tormentato dal ricordo di Roma perciò questa mattina mi ero svegliata che ancora era buio, ed ero rimasta a letto nella speranza di riprendere sonno, dato che l'incontro con i Priori si sarebbe tenuto alle nove, ma non ero riuscita a riaddormentarmi. Indosso un abito, ed esco lentamente dalla mia stanza. Nell'atrio vedo una domestica -Madonna, cosa ci fate in piedi a quest'ora?- -Non riuscivo a dormire. Vado a fare una passeggiata, potete riferirlo a Lorenzo quando si sveglia- -Ma certo Madonna- accenna un inchino col capo e ci dirigiamo in direzioni diverse. Esco dal palazzo e sento la fresca aria del mattino sulla mia pelle, inizio a vagare per la città che si sta lentamente risvegliando. Dopo un po' che cammino sento una voce che mi chiama alle mie spalle -Madonna Aurora- mi volto e vedo una figura incappucciata avvicinarsi, poco dopo si toglie il cappuccio, rivelando il volto spigoloso di Francesco Pazzi. -Messer Pazzi- il mio tono è sorpreso -Che cosa ci fate qui?- -Vi ho vista passeggiare dalla finestra di camera mia e volevo parlarvi . So che siete preoccupata per vostro cugino, volevo dirvi che mi sono assicurato che gli portassero cibo pulito e che lo trattassero bene- Il suo tono sostenuto va a contrasto con le sue parole, rimango confusa per un attimo e non so cosa rispondere. -Grazie, davvero- le campane della chiesa scandiscono le otto -Devo andare, con permesso- mi congedo.

Una volta arrivata a casa trovo Lorenzo nell'atrio -Buongiorno, ti ho fatto lasciare da parte la tua colazione- -Grazie- vado nelle cucine e chiedo ad un servitore di darmi la colazione, mangio in fretta e torno nell'atrio dove trovo i miei cugini, Sandro e Lucrezia.

***

Una volta arrivati al palazzo dei Priori i ragazzi si siedono nelle loro postazione dove trovano Giugliano, mentre io, Bianca e mia zia ci sediamo tra gli spettatori.

Poco dopo entrano Jacopo e Francesco, quest'ultimo si siede mentre suo zio inizia a parlare.

-I Medici mi accusano di aver assoldato assassini pagandoli con questo medaglione d'oro. Posso provare però che questa medaglia non appartiene a un assassino- dice tirando fuori l'oggetto dalla tasca e mostrandolo a tutti, mentre Guglielmo entra nella stanza scortando un'altro uomo. -Ditemi Messer Fanti, riconoscete questo?- -Sì, ho detto a vostro nipote che reca le mie iniziali "A.F." Arturo Fanti- -Ci saranno tanti "A.F." in Toscana- interviene Giugliano. -Questo è curvato. Traballa se messo su una superficie piana.- continua l'uomo, Jacopo posa il medaglione sul bancone, ed effettivamente traballa. -Sarete stato felice di riceverlo, ma l'avete venduto perchè rovinato?- -Perchè è d'oro e i Medici hanno revocato il mio prestito- -La teoria dei Medici è questa: io o uno dei miei nipoti avremmo pagato un assassino con una medaglia presa al mercato piuttosto che attingere alla banca- Giugliano scatta in piedi -Solo i Pazzi odiano mio padre tanto da volerlo uccidere.- Lorenzo lo fa sedere e il vecchio Pazzi continua a parlare -E' naturale che un figlio sia cieco dinanzi alle colpe del padre. Per questo se Giuliano de'Medici farà le sue scuse sono pronto a dimenticare la sua accusa e l'aggressione-  Alzo gli occhi al cielo, Jacopo è bravissimo a fare la parte della vittima. Lorenzo si alza -Signore, a nome della famiglia Medici chiedo perdono alla famiglia Pazzi per il comportamento intemperato di mio fratello dovuto all'agguato teso a mio padre. E' evidente che c'eravamo sbagliati.- -Speravo che vostro fratello parlasse per sè- dice Jacopo. Giugliano resta zitto anche dopo il tentativo di Sandro di convincerlo a parlare. -Non importa, il suo silenzio vale come scusa. Vorrei sapere come il medaglione sia finito in quella stanza.-

La sentenza è finita, Giugliano arrabbiato ha deciso di andare a fare una passeggiata e Lorenzo si è fermato a parlare con i Soderini. Così io, Sandro, Bianca e mia zia torniamo a casa.

***

E' pomeriggio inoltrato, io e Bianca stiamo parlando nell'atrio quando vediamo Giugliano entrare dal portone sorretto da una guardia. -Giuliano- gridiamo io e Bianca all'unisono mentre gli andiamo incontro. Lorenzo e Lucrezia ci raggiungono e lo fanno sedere a terra. Ha varie ferite sul viso ed è ricoperto di sangue. -Chi è stato?- domanda Lorenzo -Pazzi. Francesco Pazzi- risponde. Mi volto velocemente verso Bianca, poi il mio sguardo torna su Giugliano -Non la passerà liscia- dico mentre mi alzo e mi dirigo verso il portone. Sento Bianca che mi chiama, ma sono già uscita e mi dirigo verso Casa Pazzi.

Entro nel palazzo che sono furiosa, un servitore mi ferma, -Madonna, cosa fate?- -Dov'è Francesco- -Nel suo studio madonna, è occupato, non potete entrare- non lo lascio finire e mi dirigo allo studio, apro la porta e trovo Francesco seduto dietro alla scrivania a leggere delle scartoffie. Alza la testa di scatto quando nota la mia presenza. Il servitore di prima entra nella stanza -Mi perdoni Messere, non sono riuscita a trattenerla- dice abbassando il capo, -Non preoccuparti- Francesco si alza e congeda il ragazzo con un gesto della mano, poi chiude la porta. Mi avvicino a lui e lo colpisco con uno schiaffo alla guancia -Come hai potuto?- dico furiosa, mentre sul suo viso si forma una smorfia di dolore, -Mi dispiace- risponde portandosi una mano alla guancia, sbuffo -Ti dispiace? È tutto quello che hai da dire, dopo aver picchiato Giuliano, nonostante mi avessi promesso che non gli sarebbe successo niente?- -Ho dovuto- -E perché? Spiegami, perché non capisco- -Mi ha costretto mio zio- dice abbassando lo sguardo. -Quindi adesso lo ascolti? Non te n'è mai importato, gli sei sempre andato contro. Chi sei diventato Francesco, eri nostro amico- -Ero tuo amico, eri il motivo per cui mi ribellavo a mio zio, ma quanto te ne sei andata tutto è cambiato. Dopo poco hai smesso di scrivermi e ho pensato che non ti importasse più di me- -Ma se ti ho scritto per mesi, sei tu che hai smesso di rispondere alle mie lettere- -Mesi? Non ho ricevuto nessuna lettera da un paio di settimane dopo che te ne sei andata- -Cosa? Non è possibile- il mio tono ora è più calmo e sorpreso, e la nostra conversazione cambia velocemente argomento. -Non ho ricevuto nessuna lettera. Ho continuato a scriverti ma tu continuavi a non rispondere, pensavo che ti eri dimenticata di me, e che avessi trovato qualcun altro, allora ho smesso.-  un bagliore attraverso lo sguardo di Francesco: realizzazione. -Ma certo, sono stato proprio uno stupido- Sospiro. capendo dove vuole arrivare. -Deve essere stato mio Zio. Senza di te non avevo motivo di restare attaccato ai Medici e ha usato la tua partenza per manipolarmi.- -Mi dispiace- gli dico guardandolo negli occhi. -Non devi, non è colpa tua- ribatte. -Neanche tua- -Invece si, ho picchiato Giuliano, e mi dispiace, non avrei dovuto ascoltare mio zio.- Le campane della chiesa rintoccano le sei. -Dico davvero e spero che mi perdonerai- continua lui stringendomi le mani. -Certo- rispondo. -Devo andare adesso, si staranno chiedendo dove io sia finita- -Buona serata allora- dice baciandomi la fronte, come faceva da ragazzino, prima di accompagnarmi alla porta -Anche a te-

Il lupo e la volpe || Francesco PazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora