Capitolo tredici

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Midoriya e Kirishima ringraziarono il compagno e seguirono il corso del fiume fino ad addentrarsi in un piccolo boschetto con bassi alberi e piccoli fiori in cerca di un luogo ricco di magia.

"Certo che qui è proprio buio" disse il rosso sforzandosi di vedere nonostante la nebbia a un palmo dal naso.

"Già, però, so che da quella parte c'è una grande energia. Sicuramente ci sarà un posto adatto a noi" rispose Izuku.
"Anch'io ho il tuo stesso problema e Togata mi ha rassicurato dicendo che in ogni luogo segnato sulla mappa ci sono dei punti per me e te. Questa collana è sensibile alla magia e ci aiuterà" continuò il verde mostrando un ciondolo argentato che via via aumentava timidamente la sua brillantezza.
"Cerca di starmi vicino, Kirishima-kun. Non voglio che ci separiamo" concluse il ragazzo spostandosi più vicino al compagno.

Dei fiori blu spuntarono dal terreno e iniziarono a brillare, mostrando ai due il percorso da seguire. Midoriya avvicinò il ciondolo a un fiore e subito una luce argentea illuminò i volti dei viaggiatori. I ragazzi seguirono le piccole piante fino in fondo, arrivando ad un minuscolo specchio d'acqua illuminato dello stesso colore dei fiori tutto intorno. Nove pietre nere circondavano il piccolo laghetto. Su di esse erano scritte delle frasi macabre e inquietanti che descrivevano la morte di nove persone. I nomi sopra quelle specie di lapidi erano illeggibili. Mentre i due avventurieri cercavano di capire la natura di quel luogo, nove voci iniziarono a parlare intorno a loro.

"Siamo anime in pena"
"Siamo anime sofferenti"
"Siamo anime dimenticate"
"Siamo anime di eroi silenti"
"Siamo anime di saggi non ascoltati"
"Siamo anime di bambini tristi"
"Siamo anime prigioniere del male"
"Siamo anime che fuggono alla morte"
"Siamo uno, siamo tanti, siamo nessuno"

"Cosa vi è successo?" chiese Kirishima incuriosito.

Prima di rispondere le voci restarono qualche secondo in silenzio per poi riprendere a parlare con lo stesso tono lugubre e soffocato.

"Il fuoco ci arse"
"L'acqua ci annegò"
"La terra ci risucchiò"
"Le lance ci colpirono"
"Le frecce ci ferirono"
"Le spade ci trafissero"
"Le luci ci accecarono"
"Le ombre ci inghiottirono"
"L'ultimo respiro e poi niente più"

"Chi vi ha fatto questo?" domandò ancora Midoriya stringendo il ciondolo con una mano che iniziò a brillare più di prima.

"Vili"
"Codardi"
"Meschini"
"Senza amore"
"Senza cuore"
"Senza pietà"
"Portatori di male"
"Seguaci del caos"
"I Nobili"

"Cosa possiamo fare per voi?" disse il rosso cercando di identificare da dove venivano le voci.

"Specchiativi"
"Ammiratevi"
"Guardatevi"
"Capiremo chi siete"
"Capiremo le vostre intenzioni"
"Capiremo se fidarci"
"Altrimenti, vi affogheremo"
"Altrimenti, vi porteremo in fondo al lago"
"Non potete scappare, vi unirete a noi per sempre"

"Perchè?" chiese Kirishima impaurito mettendosi davanti al verde per fargli da scudo.

"Nessuno fu gentile con noi"
"Nessuno fu comprensivo con noi"
"Nessuno fu compassionevole con noi"
"Tutti volevano potere da noi"
"Tutti volevano ricchezza da noi"
"Tutti volevano fama da noi"
"Nessuno chiese mai di noi"
"Nessuno si preoccupò mai di noi"
"Nessuno lascerà questo posto se non per nostra volontà"

Eijiro e Izuku si guardarono. La paura si poteva leggere chiara nei loro occhi. Tuttavia, quello era l'unico luogo dove poter recuperare energia ed entrambi ne erano consapevoli. Il ciondolo li aveva guidati lì per una ragione. Entrambi con quell'idea in mente si fecero forza e la speranza crebbe dentro di loro. Non si mossero e le voci sembrano stupite dal loro comportamento, diventando meno ovattate e più definite, ma sempre con tono sofferente.

Nobili e Ribelli -Kiribaku/Bakushima-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora