Capitolo tre

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Il biondo stava per parlare ma Kirishima gli coprì la bocca e gli fece segno di fare silenzio.

"Oh, che giornata!" sentirono d'un tratto una voce in lontananza.

Eijiro cercò di coprire il più possibile il fragile corpo della bambina sia per non farla vedere sia per non farle male con i rami sporgenti della pianta.

"Puoi dirlo forte! Quei Ribelli schifosi hanno villaggi dappertutto. Sarà dura ucciderli tutti" sospirò in risposta un'altra voce più grave dell'altra.

Bakugou digrignò i denti cercando di rimanere immobile nella sua posizione anche se scomoda. Intanto i passi si avvicinavano sempre di più verso di loro.
La piccola ebbe un sussulto coperto da un abbraccio protettivo del compagno di viaggio.

"Pare che qui non ci sia più nessuno" sospirò la prima voce. "È meglio tornare dal capo"

"Concordo" rispose la seconda. "Però devo dire di essere deluso"

"Mmh? Per cosa?" domandò la più acuta.

"Volevo tagliare la testa al famoso Bakugou! Il più temibile dei Ribelli!" rise il più grave.

Le due figure si allontanarono ridendo. Quando furono certi di essere da soli, i tre di uscirono da quel maledetto cespuglio.

"State bene?" chiese Eijiro togliendo qualche ramoscello rimasto incastrato tra i bianchi capelli della più piccola.

"Come hai fatto a sentirli?" chiese sospetto il giovane dai capelli color biondo cenere.

"Ho un buon udito" rispose vago l'altro. "Dovremo stare attenti a quei due" continuò prendendo per mano la bimba.

"Eijiro-kun, perché ti copri il viso con quella bandana?" chiese la piccola e curiosa Eri.

"Perché..." il giovane esitò a rispondere.

"Ohi, aspettate! Non andate da quella parte!" il tono brusco del più aggressivo del gruppo bloccò i due all'istante. "Dobbiamo andare da qua" continuò facendo da guida ai due.

"Eijiro-kun, tu da dove vieni?"

"In che senso?"

"Io e Katsuki-kun facciamo parte dei Ribelli e vendiamo da Tamaka. Tu non sei un Villain. Oppure mi sbaglio?" domandò preoccupata la bambina.

"No, io non faccio parte né dell'una né dell'altra fazione" pensò ad alta voce il ragazzo continuando a camminare.

Il capo banda, intanto, ascoltava tutto in silenzio continuando ad avanzare dando le spalle ai due.

"I tuoi antenati non appartenevano a nessuna divisione?" continuò la piccola portandosi un dito sul mento curiosa.

Lo sguardo del ragazzo dagli occhi rossi come il fuoco mutò diventando malinconico. Kirishima allentò leggermente la presa sulla morbida mano della piccola e rallentò il passo.

"No, Eri-chan" rispose con un triste sorriso e uno strano tono di voce.

"Eri, basta domande" proclamò serio il giovane in testa al percorso senza voltarsi.

"Sì, scusami tanto Eijiro-kun!" sussurrò la bambina.

"Oh, nessun problema!" esclamò l'altro tornando energico e vivace.

I tre costruirono un piccolo accampamento dove passare la notte. Kirishima accese un fuoco e Bakugou preparò qualcosa da mangiare. L'albina si divertì a giocare con i due mentre raccoglievano la legna o raccontavano storie intorno alla fiamma rossa.

"Voi andate pure a dormire. Resto io di guardia!" disse Kirishima mentre alimentava il fuoco per non far morire di freddo gli altri due.

"Faremo a turni" controbatté il biondo.

Nobili e Ribelli -Kiribaku/Bakushima-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora