Il giorno seguente ero a lezione e le ore trascorrevano lente. Non vedevo l'ora di rivederlo, non solo per completare il progetto, ma anche per parlare con lui di ciò che era accaduto la sera prima.
Fissavo le lancette dell'orologio mentre facevo ticchettare la matita sul banco.Finalmente arrivarono le 18 e potetti recarmi nell'edificio del giorno prima, procedevo a passo veloce perché non volevo perdermi un minuto di quell'incontro.
Appena arrivai trovai il gestore del giorno prima sulla porta ad aspettarmi.
"Buonasera." Esordì. "Oggi c'è stata una rissa e Zaccaria si è messo nei guai."
Avevo gli occhi lucidi, sperai solo che lui non se ne accorgesse.
"Non posso vederlo?" Chiesi senza troppi giri di parole.
L'uomo scosse la testa.
"Lo stanno interrogando, quindi non penso che lei possa..."
Non gli diedi modo di finire la frase, mi infilai tra lui e la porta e sgusciai velocemente per non essere trattenuta, alzai il passo fino a raggiungere l'ultimo corridoio della struttura.
Era lì, seduto su una panca consumata con lo sguardo fisso sul pavimento.
"Cos'è successo?" Avevo il fiato corto per aver corso per raggiungerlo in meno tempo possibile e respiravo pesantemente mantenendo lo sguardo fisso sulla sua figura.
Sospirò.
"Un tipo oggi in cortile ti ha chiamata puttana." Iniziò a raccontare. "Ha detto quella parola su di te e io mi sono incazzato. Tu sei brava e non te lo meriti. Quindi insomma ci siamo presi a botte per questo." Deglutì sonoramente. "Lo so, non avrei dovuto." Aggiunse.
Mi avvicinai lentamente e mi misi a sedere vicina a lui.
Lui sollevò la testa e posò lo sguardo su di me. Era spaventato.
Portai una mano sul suo viso, mentre ricambiavo il suo sguardo. Lui roteò appena la testa e baciò delicatamente l'incavo mia mano.
"Andrà tutto bene" lo rassicurai.
La porta si aprì e la guardia si fece avanti, accanto a lui c'era il ragazzo con cui Zac aveva avuto lo scontro.
"Potete andare." Disse l'uomo. "Per questa volta avete solo l'obbligo di fare delle attività utili per la comunità, la prossima volta potrebbe andare peggio. Mi auguro quindi che non ci sarà una prossima volta."
I due ragazzi annuirono e si strinsero la mano in segno di rispetto.Restammo quindi soli in quel corridoio. Tirai fuori i fogli del giorno prima dove restavano solo poche domande a cui rispondere.
"Ti va se finiamo?" Domandai accennando un sorriso.
Strofinò il naso contro il mio collo e lasciò un bacio leggero. Poi mi sussurrò all'orecchio "non so sai... avrei voglia di altro..." ridacchiò.
"Già ci siamo baciati troppo presto." Risposi. "Stai correndo troppo."
I suoi occhi scuri mi scrutavano con insistenza e desiderio.
"Per tre anni non ho mai potuto toccare una donna." Ammise. "Quando sei dentro ci sono tante cose che ti mancano. Una di queste è proprio l''intimità con una persona."
"Capisco..." dissi io con un tono dispiaciuto. "Però io ho bisogno di tempo."
Lui annuì.
"Hai ragione. Sono stato troppo prepotente." Sorrise imbarazzato. "Ma io ti piaccio almeno? O quel bacio di ieri era solo una cosa così?" Incalzò."Ma no." Lo rassicurai. "Certo che mi piaci. É che ti conosco troppo poco."
Il discorso poi virò sulle domande rimanenti e lui fu felice di rispondere a tutte con pazienza.
Le 20 arrivarono presto e noi fummo costretti a lasciare l'edificio.
"Senti... ieri non ti ho chiesto il tuo numero di telefono." affermò.
Tirò fuori il cellulare ed io glielo tolsi dalle mani per scrivere il mio numero e salvarlo in rubrica.
"Ora puoi scrivermi tutte le volte che vuoi."dissi io.
"Vuoi guardare un film?" Domandó, infilando le mani nelle tasche.
"Vorrei tanto." Risposi "Ma devo proprio tornare a casa."
"D'accordo. Posso accompagnarti?" chiese lui.
"Va bene."
Durante il percorso per andare a casa continuammo a parlare. Il tempo insieme a lui sembrava sempre troppo poco.
Giungemmo sotto casa e lui si fermò sull'ingresso, controllando che io effettivamente entrassi in casa. Mi salutò facendomi cenno con la mano e si allontanò, ripercorrendo la strada che andavamo fatto insieme.
Lasciai la borsa con i libri e i figli sul divano distrattamente e decisi di farmi una doccia. Era stata una giornata lunga e avevo bisogno di rilassarmi un po'.Il cellulare era poggiato sul lavandino. Ad un certo punto vibrò.
Con tutta la calma uscii dalla doccia e lo afferrai per controllare le notifiche, mentre mi asciugavo.
Il numero da cui avevo ricevuto il messaggio non era in rubrica ma dalla foto profilo era chiaro che si trattasse di Zac.
+39 *** *******
"Mi manchi già."
Arrossii appena, poi iniziai a digitare.
"Anche tu. Ma ci possiamo vedere domani."
Mi arrivò una foto.Non ero abituata a ricevere foto, quindi in un primo momento non avevo idea di come rispondere. Ci pensai un po'.
"❤️❤️" risposi.
Lui "A domani allora. ❤️"Riposi il cellulare sul tavolo della cucina, indossai il pigiama e preparai la cena. Era molto tardi, ormai erano quasi le 23. Mentre cenavo mi arrivò un altro messaggio.
Era un audio.
Lo aprii per ascoltarlo e scoprii che si trattava di una canzone.
Dopo averla sentita attentamente gli risposi "É bellissima."
"L'ho scritta per te."
"Davvero?" Chiesi.
"Sì".
Inutile dire che continuammo a scambiarci messaggi fino all'una.
É proprio vero che non bisogna mai giudicare una persona dalle apparenze. Era molto dolce e sensibile. Ne approfittò e mi inviò altri brani che aveva composto. Mi piacevano molto.
Ad un certo punto ci salutammo e riposi il cellulare sul comodino affianco al mio letto. Quasi non riuscivo ad attendere che arrivasse il giorno seguente. Chiusi gli occhi e continuai a ripensare alla canzone. Ero euforica.
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INNOCENTE
Romance"Ma chérie, [...] Voglion dividerci perché hanno visto la fama" Una studentessa di giurisprudenza ed un ex detenuto si incontrano per un progetto. Nonostante le diversità sapranno comprendersi e tirare fuori il meglio l'uno dall'altra? - Dopo anni d...