La mattina del processo mi svegliai presto. Ero agitata, quasi non riuscivo a respirare. Mi concentrai dunque sulla routine di preparazione: cercai di truccarmi in maniera abbastanza naturale e preferii non indossare le lenti a contatto, ma tenere gli occhiali. Dovevo avere l'aspetto di una ragazza semplice e seria e, si sa bene, quando qualcuno non ci conosce la prima impressione é tutto.
Anche l'outfit scelto era discreto: una maglia nera a maniche lunghe, un jeans e una giacca di pelle nera. Decisi di raccogliere i capelli in uno chignon, poiché mostrare il viso é sinonimo di sicurezza e sincerità. Dovevo utilizzare tutti i mezzi a mia disposizione per convincere il giudice.Il don venne a prendermi con la sua auto intorno alle 8:30, dato che il processo era fissato per le 9. Aprii lo sportello e mi sedetti al posto del passeggero.
Lui si voltò e mi guardò.
"Sei agitata?" Chiese.
"É così evidente?"
"Beh... direi. Sei molto rigida." ripose poi lo sguardo sulla strada ed iniziò a guidare verso il palazzo di giustizia.
Mi tremavano le gambe. Avevo anche saltato le lezioni quella mattina, tuttavia la mia presenza era fondamentale.
Giunti di fronte al tribunale scendemmo dal veicolo e ci incamminammo verso l'ingresso. Come di consueto si fa in tali casi attraversammo l'entrata dove erano previsti i controlli per una questione di sicurezza. A quel punto cercammo l'aula nella quale era previsto il processo ed era al terzo piano del palazzo. Proseguimmo salendo per le scale e quando raggiungemmo il corridoio intravidi un uomo seduto vicino all'ingresso con una cartella ed una borsa.
Lui ci notò subito e si alzò per venirci incontro.
"Salve, sono l'avvocato di Zaccaria. Sei tu la persona che lui ha richiesto come caso eccezionale di visita in caso di condanna ai domiciliari, vero?" Chiese in maniera diretta guardandomi.
"Sì, sono io."
"D'accordo, a breve entreremo." si limitò a dire mentre sistemava i vari fogli che aveva con sé.
Sollevò lo sguardo e fissò la fine del corridoio, quindi io decisi di voltarmi per vedere dove stesse ponendo la sua attenzione.
Due guardie del penitenziario stavano scortando Zac verso l'ingresso dell'aula del tribunale, ma si fermarono di fronte a noi.
"Posso salutare la mia ragazza?" Chiese rivolgendo uno sguardo sfuggente ai due uomini.
"Va bene" rispose il tipo a sinistra.
Lasciarono la presa delle sue braccia e lasciarono che si avvicinasse a me.
"Nemmeno te l'ho chiesto" disse "va bene per te essere la mia ragazza?"
Mi alzai in piedi e lo baciai; avvolsi le mani attorno al suo viso e lo guardai negli occhi.
"Sì."
L'avvocato in tutta fretta prese le sue cose e ci esortò.
"Ragazzi adesso basta, dobbiamo entrare"
Le due guardie ripresero Zac tenendolo per le braccia e trasportandolo all'interno della stanza.
L'accusa era già in posizione e di lì a poco anche il giudice fece il suo ingresso, sistemandosi dietro al banco principale.
Dopodiché diede inizio al processo.
Il dibattito fra le parti fu lungo e complesso, tanto è vero che solo dopo più di due ore il giudice prese una decisione, specialmente dopo aver ascoltato con attenzione i testimoni che erano stati chiamati al banco.
"L'istanza per la richiesta dei domiciliari é stata accolta." disse.
"Signor giudice..." esordì Zaccaria. "Posso avere un permesso per una persona che possa venirmi a trovare? Nessuno della mia famiglia è qui."
"E per chi vorrebbe questo permesso signor Mouhib?" Controbatté il giudice.
"Per la mia fidanzata. É una brava ragazza, studia legge" rispose.
Il giudice cercò di restare serio.
"Beh... é proprio vero che la realtà supera sempre la fantasia" disse con un sorriso sornione. "D'accordo. La sua fidanzata potrà venire a trovarla. Solo lei però, per il resto valgono le solite limitazioni.
La seduta é sciolta."
Diede un colpo con il martelletto e poi lasciò l'aula utilizzando l'uscita dal retro.
Mi avvicinai al banco della difesa per parlare di nuovo con lui.
"Ce l'abbiamo fatta!" esultai, per poi stringerlo forte, talmente tanto da stritolarlo quasi.
"Sì..." sorrise appena.
I due addetti del penitenziario attirarono subito la mia attenzione.
"Signorina, può venire a prendere il signor Mouhib dal penitenziario nel pomeriggio. Dobbiamo fare la procedura del braccialetto elettronico, poi compilare i moduli per l'uscita."
Io annuii. "D'accordo, verrò nel pomeriggio."
Mi rivolsi poi a lui posando una mano sulla sua guancia sinistra per fargli una carezza. "A dopo, amore mio."
Lo portarono via.Sapevo già che quelle ore sarebbero state interminabili per me.
Tornai a casa a piedi poiché il don aveva avuto un impegno improvviso. Arrivata lì cercai di preparare il pranzo e mangiai svogliatamente, sospirando mentre fissavo un punto nel vuoto.
Lavai i piatti e poi mi cambiai, indossando qualcosa di pulito e più comodo.
Verso le 15 presi le chiavi della macchina e mi diressi verso il penitenziario. Parcheggiai fuori, in senso parallelo al grande ingresso che era destinato all'uscita dei detenuti.
Dopo una ventina di minuti vidi Zaccaria avvicinarsi con un borsone enorme. Uscii dall'auto e gli diedi una mano a sistemare le cose sui sedili posteriori.
In seguito ci sistemammo rispettivamente sui sedili anteriori ed io iniziai il percorso verso casa.
"Resti a dormire con me stanotte?" Domandò.
"Potrei." Risposi. "Perché?"
"Non voglio dormire da solo. Solo per stanotte." Il suo tono si fece cupo e quasi colpevole. "Tutti questi giorni in cui sono stato lontano da te non ho pensato ad altro se non a quando ti avrei rivista." Sospirò. Poi, aggiunse "Vorrei solo addormentarmi stanotte sapendo che domani mattina mi sveglierò accanto a te e non in carcere.""Ma certo. Resterò a dormire da te." lo rassicurai.
"Solo dormire?" Il suo sguardo si fece malizioso e lasciò che la sua mano scivolasse sulla mia gamba destra per afferrarla.
"S-sto guidando... " balbettai appena, poi continuai "comunque sia per ora pensiamo alla cena e ad arrivare a casa tua, poi si vedrà." Restai vaga sull'argomento.
"Lo sai che oggi mentre ero al processo pensavo a come saresti sexy in tailleur quando sarai avvocato." Incalzò. "Se fossi un tuo cliente mi verrebbe duro in tribunale."
Il mio viso cambiò completamente colore, ma dovetti tenere lo sguardo sulla strada, poiché eravamo quasi arrivati a destinazione.
A volte era fin troppo diretto.
![](https://img.wattpad.com/cover/365233258-288-k306232.jpg)
STAI LEGGENDO
INNOCENTE
Romance"Ma chérie, [...] Voglion dividerci perché hanno visto la fama" Una studentessa di giurisprudenza ed un ex detenuto si incontrano per un progetto. Nonostante le diversità sapranno comprendersi e tirare fuori il meglio l'uno dall'altra? - Dopo anni d...