8. Guardami

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Passarono due settimane. Ogni giorno dopo lezione andavo a casa sua e nel weekend restavo anche a dormire. Quel sabato dopo essere andata a fare la spesa ritornai a casa sua ed entrando lo vidi trafficare con il mixer ed alcuni cavi, mente sistemava l'amplificatore.
"Cosa fai di bello?" Chiesi.
"Ho finito di registrare tutte le canzoni del mio nuovo album. Devi ascoltarle, siediti"
Saltava in giro per il salotto come un ragazzino. Capii che era molto importante per lui che io le sentissi ed allora mi sedetti sul divano ed aspettai.
"Poi voglio sapere qual é la tua preferita." incalzò accennando un sorriso.
"E cosa ricevo in cambio scusa?" scherzai ridacchiando e fissandolo allo stesso tempo.
"Vedrai."
Inserì lo spinotto nella tv e caricò dal pc i file con tutte le tracce, collegò l'amplificatore e premette il tasto play.
I brani scorrevano uno dopo l'altro e io prestai attenzione ad ognuno di essi. Era davvero bravo in quello che faceva.
"Cosa ne pensi?" Chiese, dopo aver riprodotto l'ultima traccia dell'album.
"Hai talento, Zac." Risposi con sincerità. "Sei nato per questo. Sei bravissimo, veramente."
Lui sorrise e si avvicinò a me, posò le mani sul mio viso e mi guardò negli occhi.
"Posso farti sentire anche le mie vecchie canzoni? Vorrei un parere su tutte" Insistette. Io annuii.
Passò in rassegna tutti i brani che aveva composto ed io aspettai fino all'ultima traccia.
"Mi piacciono tutte." Osservai.
Lui si mise vicino a me sul divano.
Posò le sue labbra sulle mie e subito percepii che non voleva solo baciarmi. Il calore del suo respiro si fece più intenso e il ritmo dei suoi battiti accelerò.
Seguii i suoi movimenti. Ricambiai le sue effusioni e lasciai che mi sfilasse la maglia, i jeans e ogni altra cosa che avevo addosso.
Appoggiò le sue mani sulle mie clavicole spingendomi sul divano e continuando a baciarmi, dandomi solo modo di respirare quando era necessario.
"Io..." lo interruppi "non sono molto a mio agio con il mio corpo. Cioè, mi vergogno."
Il suo sguardo si fece molto serio.
"Non devi vergognarti con me..." il tono della sua voce si abbassò e posò le labbra sul mio collo, poi le avvicinò al mio orecchio sinistro e sussurrò "devi pensare solo a rilassarti e a godere."
Le mie guance diventarono rosse e sentii che percorreva la mia pelle esposta con le sue labbra lasciando di tanto in tanto un bacio leggero.
Le sue mani mi accarezzavano e la sua bocca cercava di raggiungere i punti più sensibili.
Con la punta della lingua sfiorò uno dei capezzoli, per poi prenderlo fra le labbra. Si dedicò un po' ad entrambi i seni, con delicatezza.
Era molto gentile e attento, abilmente sapeva dove e come toccarmi.
"Zac..."
"Hey tutto bene? Se non vuoi ci fermiamo." rispose prontamente.
"No... é tutto okay..." dissi. Sorrisi e lui capii che poteva continuare.
Percorse il mio addome con la punta del naso fino a scendere fra le mie cosce. Le divaricò e lasciò un bacio umido sull'inguine destro.
Portò le labbra sulla mia vulva e con un tocco morbido ne accarezzò con l'estremità della lingua la superficie.
Sussultai.
"Hey... rilassati." mi rassicurò.
Non mi diede nemmeno il tempo di dare un cenno di assenso: avvolse le sue mani intorno alle mie cosce e affondò la testa proprio in mezzo. La sua bocca era uno strumento di piacere e tortura: sapeva perfettamente quanto e come usare la lingua dentro e fuori, era in grado di seguire ogni mio movimento, ogni segno di godimento ed era anche in grado di identificare l'intensità e il ritmo del movimento in modo tale da darmi il massimo.
Mi contorcevo ed ansimavo senza risparmiarmi; mentre la sua lingua mi stuzzicava fra le cosce le sue dita non trascuravano i seni, regalandomi un piacere doppio.
Quando si rese conto che ero ormai in preda all'eccitazione e pronta ad accoglierlo si sfilò i boxer, liberando la sua erezione. Poi afferrò una bustina per prendere un preservativo e lo infilò lentamente prima di proseguire.
Si sistemò sopra di me, avvicinando il volto al mio e mi baciò di nuovo. I suoi capelli mi solleticavano il viso ed il suo profumo attraversava le mie narici.
Entrò lentamente in me mentre il suo sguardo non si staccava dal mio volto.
Istintivamente roteai la testa verso sinistra e socchiusi gli occhi lasciandomi sfuggire un gemito.
Lui però con una mano riportò il mio viso in direzione frontale.
"Voglio che mi guardi."
Continuò a muoversi ed io feci esattamente quello che diceva: lo guardavo, mentre non riuscivo a controllare i miei gemiti, anzi più cercavo di reprimerli più faceva in modo che io non potessi riuscirci.
Le ultime spinte furono più intense; poi fli permisi di venire sul mio ventre.
Il suo respiro era affannoso ed il suo sguardo così profondo ed intenso non smetteva di scrutarmi.
"Ho bisogno di una doccia." ammisi.
"Vai pure. Se vuoi mi occupo io del pranzo." sorrise e mi invitò ad andare.
Effettivamente mi dedicai a me per un po': feci una lunga doccia, lavai anche i capelli e mi cambiai.
Poi tornai in salotto e vidi Zac trafficare vicino al piano cottura.
"Che buon profumo... cosa stai preparando?" Chiesi.
"Ho fatto il ragù. Senza maiale, però." Rispose.
Mentre lui finiva di preparare il pranzo decisi di sistemare sulla penisola le posate ed i piatti, così che appena possibile potevamo mangiare.
Fu una giornata molto intima, tuttavia non vedevo l'ora che arrivasse la data del processo perché trascorrere tutto il tempo in casa a volte era davvero soffocante.

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Ciao a tutti!!!
Scusate per il ritardo nell'aggiornamento, ultimamente sto studiando molto per l'università 👼🏻 comunque sia prometto che sarò più costante. Come state? Spero bene e spero che la storia continui a piacervi ❤️ un abbraccio 🤗

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