Cap. (XXVIII) Punizioni E Minacce Di Morte

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"Che diavolo sta succedendo?" Silente gridò di sorpresa quando i suoi polsi e le sue gambe furono legati insieme e sette Auror lo tenevano direttamente puntato con la bacchetta. "Qual'è il significato di questo!" Era così confuso soprattutto quando Harry scoppiò in altre lacrime e Caramell si sporse per dare una pacca rassicurante sulla spalla dell'adolescente.

"Albus Percival Wulfric Brian Silente." Disse ufficialmente Caramell, cosa che fece raggelare Silente; usavano il suo nome completo solo quando era nei guai o stava per ricevere un premio. "Sei stato accusato di aver costretto un minore a lasciare la sua casa, di aver tenuto prigioniero un minore e di aver pianificato un legame illegale attraverso rapporti sessuali forzati di due minori. Siete stati presi in custodia e sarete trattenuti in una cella di detenzione fino al vostro processo tra quattro giorni."

"Quel mezzosangue uccide-" Iniziò Silente ma Lucius lo interruppe.

"No, Harry non ha ucciso nessuno, ho ucciso la persona che hai assunto per violentarlo." Disse Lucius con calma, anche se leggermente compiaciuto. "Tecnicamente è stato un crimine passionale, e sono stato condannato a quarantotto ore di servizio comunitario, cosa che farò prendendomi cura di Harry."

"Portatelo via ragazzi." Disse Caramell e guardò Silente che veniva trascinato via. Voltandosi guardò la famiglia davanti a lui e sorrise gentilmente: "Sono felice che tu sia venuto da me così velocemente, una relazione di fiducia è un buon modo per risolvere i problemi del passato."

"Proprio così." Disse Tom, prendendo Harry dalle braccia di Clay. "Anche se dovrei riportarlo a casa adesso, ha avuto una giornata così lunga e faticosa." Ottenendo un cenno comprensivo, sorrise dolcemente. "Tè, venerdì?"

"Il tè sembra delizioso." Disse Caramell sorridendo e annuendo alla coppia, "Buona notte." Guardando la famiglia andarsene, sospirò e si sedette cercando di capire come avesse permesso a Silente di manipolarlo per così tanti anni.

Una volta tornato a Palazzo, Tom si asciugò i segni delle lacrime di Harry e sospirò. "Sono ancora arrabbiato con te." Lo rimproverò dolcemente, cosa che fece annuire dolcemente Harry. "Hai messo te stesso e il nostro bambino in pericolo, potevi essere ucciso e con te, nostro figlio."

"Mi dispiace." Sussurrò Harry baciando il palmo della mano di Tom che era sulla sua guancia, sapeva di aver commesso un regale errore. "Ma almeno è in prigione." Cercò di rallegrare l'altro uomo che gli diede un colpetto sul naso: "Ehi!"

"Non ascoltarmi, non puoi uscire da questa situazione in modo carino, ero preoccupato, avevi tutti qui in preda al panico pensando che stavi per essere violentato e ucciso." Disse Tom dando un'ultima occhiata al triste faccia sospirò: "Dovresti andare a sdraiarti, fare un pisolino."

"Va bene." Sussurrò Harry, uscendo e andò nella loro stanza sapendo di aver sconvolto e ferito la sua famiglia, mentre si preparava per andare a letto dovette chiedersi se ci fosse un modo per dimostrare che non era un ragazzino stupido. Rannicchiandosi sul suo lato del letto guardò con desiderio il fianco di Tom e sapeva che avrebbe dormito da solo, era la sua punizione.

Nel frattempo al piano di sotto Clay e Sirius stavano guardando Tom che camminava su e giù per lo studio come se non avesse idea di cosa fare. Lo guardarono mentre camminava avanti e indietro, i suoi passi si allungavano e i suoi piedi colpivano all'improvviso l'angolo di un tappeto orientale e cadeva. Scivolò sotto un tavolino e uscì dall'altra parte sbattendo le palpebre rapidamente, la sua espressione fece ridere di lui entrambi gli altri uomini.

"Chi ha messo lì quel tappeto?" Chiese Tom sedendosi e massaggiandosi il collo chiese: "E perché voi due ridete di me in quel modo? È molto raro che commetto errori."

"Il che rende questa ancora più divertente." Sirius ridacchiò tenendosi i fianchi. "Questo per quanto riguarda il grande e cattivo Signore Oscuro, quella era la classica stupidità!"

"Tu bastardo!" Tom ringhiò.

Clay si sedette e guardò Tom che cercava di uccidere Sirius che continuava a schivare, schiantarsi, rompersi e sfondare. Il suono danzava per la stanza. Questo sembrò richiamare Lucius e Remus e vedere Sirius tenere il piede di Tom e Tom afferrare rapidamente il collo dell'uomo cercando di strangolarlo. Inclinando la testa Lucius alzò le spalle e si sedette, anche lui non molto preoccupato per i pazzi di fronte a lui. Remus tuttavia si diede una pacca sulla fronte e schiaffeggiò Sirius con un giornale, cosa che lo fece rannicchiare all'indietro e Tom sbatté le palpebre prima di ridere.

"Allora." Disse Clay dopo un momento. "Harry di sopra?"

"Sì." Rispose Tom sedendosi, massaggiandosi stancamente la faccia e disse. "Sa che ci ha fatto preoccupare e l'ho mandato su a dormire un po'... Ha bisogno di pensare prima di agire."

"È ancora un Grifondoro." Sottolineò Remus con calma. "Siamo praticamente addestrati a seguire il nostro istinto e a saltare per primi nelle situazioni."

"Te l'avevo detto." Disse Lucius guardando Tom con aria compiaciuta. "Sono addestrati per essere degli idioti!"

"Non lo siamo, siamo nati così!" Disse Sirius prima di realizzare quello che aveva appena detto, i suoi occhi si spalancarono e provò a tornare indietro, "Aspetta, voglio dire, ci hanno insegnato – no, voglio dire- Gah!" Battendosi la fronte tacque.

"Okay, allora so cosa dobbiamo fare." Disse Tom, attirando tutti gli occhi verso di lui, "Addestreremo i nostri leoni qui a diventare dei veri serpenti!"

Continua...

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