Capitolo 5 - Zaccaria

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Lecco, Lc

Resse la porta per farmi passare.
Andai sul divano assieme agli altri sedendomi tra Marwan e Amine, invece Zaccaria si era seduto davanti a me.

Dopo poco arrivó un uomo, si chiamava Stefano, più o meno sulla cinquantina ed era proprio lui il nostro nuovo fornitore.
Sembrava un tipo relativamente a posto, considerato ciò che faceva per vivere, ma hai ragazzi fece una buona impressione.
Ci lascio un po' di roba per fare una prova e un paio d'ore dopo avevamo finito.

Eravamo ancora a casa di Zaccaria, i ragazzi giocavano alla play e io stavo sul divano a guardargli quando decisi di uscire per fumare.

-Puoi fumare nella finestra, non serve che esci- disse il proprietario di casa ma io volevo comunque uscire.

Scesi nel piazzale del palazzo, volevo vedere come fosse la zona, la gente che ci girava ecc.
Presi una sigaretta dal mio pacchetto e l'accessi iniziando a camminare intorno al perimetro del piazzale restando tra i miei pensieri.

-Petite- la sua voce mi riportó alla realtà. Mi girai verso di lui guardandolo raggiungermi.

-Ti serve qualcosa?- chiesi fredda come al solito.

-Mamma mia, sei proprio una di quelle ragazze- alzó gli occhi al cielo e la cosa mi infastidì parecchio.

-Mah anche se fosse non è un problema tuo- alzai le spalle continuando a camminare fumando.

Si accese una sigaretta anche lui e mi seguì.

-Mi spieghi almeno perché volevi uscire-

-Voglio vedere dove sono, non ti conosco e non conosco questo posto-

Alle miei parole afferrò il mio braccio tirandomi dietro di lui, entró in un'altro palazzo ed io inizia ad essere tesa.

-Sappi che ho un coltello addosso- si fermò improvvisamente sulle scale.

-E lo useresti?-

-Se dovesse servire si, certamente- il ragazzo mi guardò divertito.

-Sami aveva ragione, hai un bel caratterino- riprese a camminare e di conseguenza anche a trascinarmi -volevi conoscere questo posto-

Arrivammo davanti ad una porta all'ultimo piano del palazzo, la aprì tornandoci sul tetto.
Mi lasció il braccio e si avvicinò al muretto, guardò giù per poi rigirarsi verso di me facendomi cenno di raggiungerlo.
Molto scettica mi avvicinai e guardai giù anche io.

-Ho capito... vuoi buttarmi giù dal tetto- il mio tono scherzoso lo fece ridere parecchio.

-Ma tu pensi sempre male di tutto e tutti?- chiese tra le risate.

Tornai seria, ripensai a ciò che aveva detto ed era vero, non riuscivo più a fidarmi di nessuno, o almeno di pochissime persone.

-Quando ho abbassato le difese mi sono sempre trovata a rimetterci qualcosa-

-Parli di un del tuo ragazzo?- sportai lo sguardo dalla strada sottostante al suo volto.

-Tu che ne sai? E poi non lo è più ormai-

-Questo gioca a mio favore- disse spavaldo.

-Non credo, dubito che tornerò presto con qualcuno-

In quel momento la porta venne riaperta proprio da mio fratello, dovevamo andare quindi lui e Sami erano venuti a recuperarmi.
Tutti e quattro tornano nel piazzale, i ragazzi salutarono Zaccaria e anche io stavo per farlo, mi strinse la mano e poi si avvicinò sussurrandomi all'orecchio -Ci rivedremo presto tranquilla-.
Lo guardai e mi misi a ridere.

-Tranquillo tu, non soffrirò per la tua assenza-

-Ancora no ma cambierei idea- continuó con la sua spavalderia.

Annuii con la testa per prenderlo in giro, lasciai la presa della sua mano e mi piazzai davanti alla macchina per far intendere agli altri che dovevamo andare.

San Siro, Mi

Tornati in quartiere notai una moto, sembrava propio quella di Akram.
Marwan andò in casa mentre io rimasi ancora per capire se fosse vero ciò che pensavo.
Mi sedere sul muretto quando un ragazzo incappucciato mi affiancó.

-Dali sono io, Akram-

-Perché ti comporti in questo modo- dissi divertita.

-Perché non dovrei essere qui, sono del Quarto e anche se non ho fatto nulla per loro è un motivo sufficiente per rimandarmi a casa con qualche osso rotto-

-Allora perché sei qui-

-Ismail- -ha qualcosa che non va, non è più lui credimi-

-Scusa ma non è più un mio problema-

-Dalila ti prego, non ci credo che non provi più nulla per lui-

Akram non aveva torto, ovviamente provavo ancora qualcosa per lui, i sentimenti non spariscono in un giorno ma ero troppo delusa per risolvere anche i suoi problemi.

-Akram mi dispiace ma ho altro per la testa- feci per andarmene velocemente.

-Ho paura che abbia fatto qualcosa di grave- mi bloccai rimanendo comunque di schiena.

-Tipo?- chiesi.

-Sai com'è fatto, vuole tutto a costo di tutto, credo che il Quarto abbia dei problemi con qualcuno di più grande ancora- mi voltai per guardare la sua espressione, era serio ma ci impiegava troppo a parlare.

-Akram leva questa cazzo di suspense-

-Credo siano dei francesi-

Sbarrai gli occhi a questa notizia. Corsi subito in casa per raccontare tutto a Marwan.
A quel punto non era Ismail a preoccuparmi bensì Akram, inizio a temere che lo scopriranno.

-Seriamente i francesi? Perderanno il controllo-

Marwan non aveva torto, in quel quartiere c'erano troppe teste calde ma soprattutto non c'era ancora tutta quella stabilità che credevano di avere, soltanto ieri uno dei loro era stato arrestato.

Passammo il resto del giorno a cercare di capire chi fossero questi francesi ma non avevamo altre informazioni per arrivare ad una conclusione.
Dopo la cena mi misi a letto, guardavo fisso il soffitto e pensai ad Ismail, non avevo avuto il tempo materiale per poterlo pensare ero stata troppo impegnata con la vecchia piazza e la nuova piazza, paradossalmente se non avessi avuto questo "lavoro" ora starei ancora piangendo nascosta sotto le coperte.

Ma continuavo solo a chiedermi una cosa, mi manca o l'ho superata davvero?
E poi chi è questo Zaccaria? Perché voglio saperlo?
L'unica cosa della quale ero certa era che Quarto Oggiaro doveva cadere.

Gli occhi del blocco / Baby GangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora