Capitolo 7 - L'arcobaleno dopo il temporale

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-Perché sei qui?- Nonostante tutto volevo capire cosa volesse.

-Noor, voleva vederti- disse tra i denti.

Noor era la sorellina di Ismail, con il tempo si era particolarmente affezionata a me tanto che a volte andavo da loro solo per portarla fuori, per questo a quelle parole il mio cuore si strinse un po' di più.

-Io... passerò domani- abbassai lo sguardo, ero triste di sapere che le mancassi così tanto, forse mancavo più ai suoi fratelli che a lui.

-Bene, quindi ora stai con questo coglione, non ti facevo così-

Zaccaria mi lasció il braccio andando muso a muso con Ismail, istintivamente lo tirai indietro ma avrei tanto voluto che gli tirasse un pugno anche per me.
Era ormai ovvio che io due non si sopportavano, ma soprattutto che qualcosa tra di loro fosse successo.

-Andiamo allora?- tornó a ribattere. Annuii e lui si fece indietro.

Guardai allontanandomi Ismail rimanere fermo dietro di noi.

-Senti che è successo tra di voi?- chiedi senza pensarci due volte.

-Non ti riguarda- mi fermai.

-Parla o torno indietro- dissi fermamente.

-Torna pure se è quello che vuoi-

Così mi voltai tornando sui miei passi. Ne feci pochi quando mi richiamó dicendo che mi avrebbe spiegato tutto.
Continuammo a camminare verso il centro nel mentre parlava di quando per colpa di Ismail uno dei suoi migliori amici fu arrestato, il ragazzo si trovava ancora in carcere e a Zaccaria questa situazione non era mai andata giù.

Tutta quella situazione mi aveva decisamente fatto passare la voglia di stare fuori e anche la mia espressione ne risentì, Zaccaria mi guardava continuamente e anche lui era diventato scocciato.

-Mi dispiace che sia successo tutto questo, volevo davvero passare una serata tranquilla per una volta, senza stare in mezzo alla droga o cose del genere-

-Ti capisco, sai io spero di avere una vita diversa un giorno, chiudere con tutta sta merda, fare musica, avere una ragazza di cui fidarmi davvero e una casa mia-

Continuammo a camminare quando decise di fermarsi in un parco, andammo a sederci su una panchina ma lui sembrava ancora più abbattuto di prima.
Volevo davvero stare con lui, mi piaceva e quando eravamo insieme stavo sempre bene, solitamente è spiritoso ma anche determinato, ora sembrava solo perso.

-Dalia devo dirti una cosa- nella mia mente si aprì il ricordo di quando io e Isma ci lasciammo, anche lui aveva iniziato il discorso così.

-Sentiamo allora-

-Ti ho chiesto di uscire per un motivo, volevo vendicarmi di quel coglione, sapevo che tenesse ancora a te e mi sembrava una buona idea-

Parló ancora ma smisi di ascoltarlo, lasciai perdere il mio sguardo nel nulla e il mio cervello spegnersi, sentivo solo il battito del mio cuore rimbombare nel mio corpo.
L'ennesima delusione.

-Dalia ci sei- passo la mano davanti al mio viso riportandomi alla realtà.

-Sfortunatamente ci sono-

Mi girai e i nostri sguardi si incrociano, i suoi occhi erano diventati lucidi, sembrava dispiaciuto ma come potevo credergli.

-Non guardami così- mi alzai per andarmene ma mi fermò.

-Fammi finire- mi prese la mano -il mio piano era quello ma non sapevo come fessi realmente, io non ho mai conosciuto una ragazza come te, che riesce a tenermi testa- lo interruppi bruscamente.

-E sei riuscito a rovinare tutto, ora ti dico io una cosa, non volevo saperne almeno per un po' dei ragazzi dopo Ismail, ci sono rimasta troppo male per provare qualcosa di nuovo, ma tu sembravi diverso, ho rifiutato tutti da quando mi sono lasciata ma con te ho ceduto, sbagliando-

Avevo sbagliato, eppure ho pianto tanto per la fine di quella relazione, ho sofferto ma mi ci sono ributtata di nuovo. Zaccaria aveva sempre mostrato interesse dal giorno in cui ci siamo conosciuti ma a quanto pare era una bugia.

Lo strattonai via, cercai di andarmene ma lui mi corse dietro tirandomi a lui, mi strinse contro il suo corpo, sentivo i battiti del suo cuore e pensavo a quanto anche lui avesse sofferto.

-Non andartene ti prego, insultami ma non te ne andare, tu avresti fatto lo stesso per i tuoi amici, siamo noi siamo uguali e lo sai- sussurrò e non riuscii più a controllarmi, avrei davvero fatto lo stesso e non potevo nasconderlo, inizia silenziosamente a piangere.

Rimasimo parecchio tempo abbracciati senza più dire nulla, tutto quello era strano per me, con lui provavo cose che con Ismail non avevo mai provato in un sacco di tempo, sette mesi di relazione ma anni di conoscenza e amicizia.
Lui mi faceva sentire diversa, per diverso era il suo atteggiamento con chiunque al di fuori di me, era strafottente, non guardava in faccia niente e nessuno, ma con me era l'opposto.

-Ho fame- dissi ancora tra le sue braccia per smorzare la tensione.

-Se vuoi ti porto in un posto- si staccò guardandomi negli occhi, volevo dargli il beneficio del dubbio, così accettai.

Mi prese per la mano trascinandomi via dal parco.

-Ti avviso, io non scordo mai nulla- un sorriso rispuntò sul suo volto, come l'arcobaleno dopo il temporale.

-Lo so, ma farò in modo di recuperare-

Comtinuó a trascinarmi fino all'entrata di un ristorante, solo l'ingresso sembrava più costoso di casa mia.

-Dai andiamo da un'altra parte- cercai di fargli cambiare idea ma in vano.

-Io voglio andare qui, per una sera possiamo fare i ricci per favore- quell'affermazione mi fece ridere, eravamo due scappati di casa, ma una sera da ricchi non potevamo ancora permettercela.

-Facciamo così, se tra un anno saremo ancora insieme ci verremo, ma sta sera pizza-

-No, tra un anno andremo a Parigi su Champs-Élysées te lo prometto- affermó sicuro.

-Affare fatto allora- conclusi con un leggero tono di sfida.

Gli occhi del blocco / Baby GangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora